FOCUS SULLA FEBBRE

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Dottor Professor  Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Focus sulla febbre.

Nell’ipotalamo (encefalo) vi è un termostato sensibile all’azione di prostaglandine (specialmente alla PG2) che vengono mediate dalle citochine. Da tutto ciò ne scaturisce un “ipertermia”, ossia un aumento incontrollato della temperatura corporea che va oltre il termostato ipotalamico poiché l’organismo non riesce a disperdere sufficientemente calore.

Quand’è che si può parlare di vera febbre?

Anche se di solito si considera normale una temperatura fino a 37°C i valori massimi fisiologici vanno dai 37,2 °C fino alle ore 6 mattutine, ai 37,7 °C delle ore 16 pomeridiane.

Quali sono le cause della febbre? Sono una miriade, molteplici:

1) Infezioni (batteriche, virali, ascessi anche subfrenici, TBC, endocarditi).

2) Neoplasie (comprese le leucemie ed i linfomi)

3) Malattia del collageno (LES ossia Lupus, Artrite reumatoide, vasculiti).

4) Cause eterogenee: emboli, farmaci, malattie infiammatorie intestinali (Rettocolite ulcerosa; Morbo di Crohn). Oltre ai fenomeni immunitari, le trombosi vascolari, i carcinomi dobbiamo aggiungerci l’infarto, i traumi, le malattie granulomatose (come ad esempio la sarcoidosi), le crisi tireotossiche da ipertiroidismo, come nell’adenoma di Plummer, oppure addisoniane, alterazioni metaboliche acute.

Oltre all’elevazione della temperatura corporea quali altri sintomi possono accompagnarsi alla febbre?

Dolori muscolari (mialgie), dolori ossei (artralgie), l’inappetenza (anoressia), la sonnolenza. La sensazione di freddo con brividi è una caratteristica di molte forme febbrili. L’ipertermia con rialzo serotino, sempre con brividi scuotenti e forti tremori è più caratteristica delle forme infettive batteriche che non virali. Nei bambini, nei soggetti anziani ed in quelli fortemente debilitati sono più evidenti le alterazioni dello stato mentale (non solo sopore, sonnolenza, obnubilamento del sensorio ma anche convulsioni e talora delirio). È importante, entro certi limiti, anche “il terreno” del malato, ossia la sua costituzione genetica ed il peculiare modo di ammalare. Nei soggetti pletorici, robusti, calorosi la febbre è generalmente più alta (specie nelle forme virali ma anche batteriche) rispetto a quella che insorge in quelli magri, longilinei, freddolosi. La “costituzionalistica” del grande endocrinologo N. Pende non è mai morta.

Come fare diagnosi?

Dal momento che vi sono un’infinita di possibilità diagnostiche è certamente necessaria, al fine di una certosina valutazione clinica, una dettagliata anamnesi ad ampio raggio (familiare, personale, ambientale, lavorativa etc). Occorre accertarsi quando, come e dove è insorta la febbre. È necessaria una ricerca dei sintomi con un interrogativo a tutto campo. A ciò segue un esame obiettivo meticoloso alla ricerca di segnali semeiologici. Segni anamnestici (sia remoti che prossimi) e sintomi obiettivi.

Quali analisi cliniche richiedere?

Di routine l’emocromo completo con formula, la VES, l’esame delle urine con eventuale coltura più antibiogramma, gli indici di funzionalità epatica (Transaminasi, Bilirubinemia diretta ed indiretta, Quadro proteico elettroforetico, Gamma GT) e renale (azotemia, creatinina, potassiemia, creatinina clearance). Tuttavia le analisi di laboratorio devono essere di volta in volta personalizzate: eventuale raccolta liquida anomala (pleurica,sinoviale); esame colturale eseguito su sangue, feci ed espettorato; indagini radiologiche (non solo Rx torace standard oppure Rx ossa in particolare) ma talora anche RM e TC al fine di ricercare eventuali focolai… Solo nel caso in cui gli esami non invasivi non risultassero sufficienti per la diagnosi sarà necessario ricorrere alla biopsia a carico di qualsiasi organo che venga sospettato di presentare delle disfunzioni o anomalie.

Che cos’è la febbre di origine sconosciuta?

Perdura da almeno tre settimane di cui una di ricovero ospedaliero oppure quando tre successive visite ambulatoriali non abbiano raggiunto lo scopo di effettuare una diagnosi. Le cause più comuni sono certamente dovute a neoplasie, infezioni rare, malattie immunitarie e/o del collageno, vasculiti. Né vanno dimenticate le eziologie iatrogene (farmaci), le malattie infiammatorie intestinali (M. di Crohn, Rettocolite ulcerosa), la sindrome di Behcet etc. Mentre le forme lievi di febbre (tranne in gravidanza, nei bambini con convulsioni epilettiche, nei cardiopatici e bronchite cronica), non richiedono, di norma, un trattamento, nelle ipertermie più evidenti >39°C è necessario ricorrere ad antipiretici ed impacchi o spugnature fredde. Utile il paracetamolo (0,35 gr es tachipirina) somministrato ogni 3 ore piuttosto che ad intervallo maggiore. I fans (acido acetilsalicilico) avendo un effetto antinfiammatorio ed antipiretico sono utili nelle febbri di origine neoplastica. Nei soggetti a rischio di sovrinfezioni batteriche, quando la febbre perdura oltre 2-3 giorni, sono, a mio avviso, necessari gli antibiotici (bronchitici cronici, cardiopatici con valvulopatie etc). È bene sempre però visita il paziente.