Cavolo, quanto ti fa bene!

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Le sue foglie “assorbono” tossine, disinfiammano e riparano i tessuti

Monique Bert – Naturopata

È risaputo quanto il cavolo, in tutte le sue varietà, sia una vera e propria miniera di nutrienti preziosi per la salute. Ricco com’è di vitamine e di sali minerali come ferro e calcio è una verdura fondamentale per la salute di ossa e denti. Ricostituente, riequilibrante, diuretico, tonificante, decongestionante, antinfiammatorio, astringente, calmante, antitumorale, sono solo alcune delle molteplici proprietà di questa verdura. Il cavolo, una Brassica Oleracea appartenente alla famiglia delle Crucifere che in linea di massima, ad eccezione di allergie ed intolleranze, non dovrebbe mai mancare nella nostra dieta invernale, sotto varie forme: crudo o poco cotto solo per coloro che non soffrono di patologie tiroidee, ben cotto o fermentato in caso di ipotiroidismo e tiroiditi. In pochi però conoscono le strabilianti virtù delle foglie di cavolo, usate non per via orale, bensì esternamente con applicazioni detossinanti ed antinfiammatorie che si possono effettuare in qualunque parte del corpo a seconda della necessità. Un utilizzo ben noto nell’antichità ma che la modernità ha fatto cadere nell’oblio. Di fatto si tratta di uno strumento naturopatico di provata efficacia per un gran numero di disturbi e patologie, al punto da poter essere giustamente definito una “panacea” democratica ed economica, alla portata di tutte le tasche, priva di effetti collaterali e pochissime controindicazioni.

Ne parliamo con la naturopata Monica Bertoletti Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi. “Il cavolo è sempre stato trattato con un certo disprezzo dai medici, sebbene il suo utilizzo fin dalla più lontana antichità abbia dato risultati sorprendenti perfino contro la peste – afferma la naturopata. – Il cavolo ha una particolare affinità per gli umori corrotti che obbliga a uscire dal corpo. Quindi che si tratti di ferite, piaghe di tutti i tipi, contusioni, scottature, cisti, tumori, dolori reumatici, nevralgie facciali, cefalee, ulcere alle gambe dette varicose, cancrene e necrosi, emorroidi, affezioni gastro-intestinali, epatiche, polmonari, raffreddori, bronchiti, pleuriti, morsi di animali, herpes o semplicemente per abbassare la febbre, o per qualsiasi altro malore, l’uso esterno è da provare.  Efficacissimo. (Così come l’uso interno, per praticamente ogni sorta di male). E’ il medico dei poveri ed è un medico provvidenziale.
L’applicazione del vegetale è esterna e facile.
L’azione è rapida e di una assoluta innocuità.
Certo non è detto che bastino poche applicazioni, la guarigione può avvenire in 48 h come in 3 mesi, dipende dalla gravità della situazione. In caso di piaghe infette o ulcere a volte vi è una recrudescenza momentanea della suppurazione o la ricomparsa di dolori: segno dell’azione disintossicante e riparatrice dei tessuti”.

COME SI PREPARANO GLI IMPACCHI DI CAVOLO INGREDIENTI: “Si utilizza cavolo rosso o cavolo verde (varietà Milano o cavolo verza). Agiranno più velocemente tanto minore sarà il tempo trascorso dalla raccolta. Consiglio cavoli provenienti da coltivazione biologica –raccomanda Bertoletti – non vorrei che pesticidi et similia vi creassero problemi di irritazione cutanea”.

PROCEDIMENTO:”Lavare bene le foglie, asciugarle, rimuovere la costa centrale e se la zona di applicazione è piccola o suppurata, rimuovere anche le nervature secondarie. Schiacciare le foglie sul lato “goffrato” finchè si vede il succo alla superficie: così saranno pronte per l’applicazione.  Coprire la zona da trattare e coprire con un tessuto o fasciare, senza comprimere. Tenere tutta la notte. Per le piaghe sensibili, scottare le foglie per un paio di secondi per renderle più morbide e tollerate. Per ulcere con bordi edematosi lasciare macerare la foglie un’ora in evo.

Su piaghe infette o eczemi umidi mettere piccole strisce vicine, come tegole di un tetto per far colare più facilmente le sierosità, in modo che non impediscano l’azione generale curativa.

Per lombalgie e nevralgie: cuocere per venti minuti 3 o 4 foglie di cavolo, con 2 cipolle (tutto tritato), con 4 cucchiai di crusca e acqua. Applicare il cataplasma con una garza, per un paio d’ore o tutta la notte.

Questo miscuglio anacronistico farà sbalordire i luminari del nostro secolo.

In zona lombare per una detox renale, in zona epigastrica sottocostale per una detox epatica, sul ventre per una detox generale“.

CONTROINDICAZIONI

“Unica precauzione – conclude la naturopata – non applicare in nessun caso impacchi caldi su addome dolorante per causa ignota. Appendiciti o annessiti potrebbero infiammarsi pericolosamente”.

  di Miriam Alborghetti