BARACCOPOLI DALLA STAZIONE AL BOIETTO

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baraccopoli dalla stazione al boietto
immagine camper ladispoli

DOPO LO SGOMBERO LA BIDONVILLE SI FORMA ALTROVE. MA PER L’OPPOSIZIONE CONDIZIONI «DISUMANE» DEI CLOCHARD.

Piazzale di fronte al market libero, frazione del Boietto occupato dai camper. A Ladispoli il problema si sposta solo da una parte all’altra della città, un fenomeno a dire il vero molto difficile da gestire. Forze dell’ordine in sinergia con il Comune hanno dato vita anche al secondo sgombero della baraccopoli, dopo quello del cavalcaferrovia Nove Novembre nei mesi scorsi.

Le prime roulotte avevano già abbandonato il parcheggio dei pendolari in prossimità della stazione. I clochard, esortati a lasciare l’area di via Settevene Palo a Ladispoli, si sono diretti altrove. Quei mezzi per quasi due anni hanno occupato abusivamente la zona, scatenando le proteste dei residenti ma anche degli utenti della Roma-Civitavecchia che con fatica hanno trovato un posto per la loro auto prima di recarsi in stazione.

È ufficialmente partito comunque uno sfratto definito “bonario” in questa fase. Se entro breve i camper rimanenti non saranno andati via, gli agenti passeranno alle azioni formali con polizia locale, carabinieri e associazioni. Qualche roulotte a dire il vero non era più nelle condizioni di rimettersi in moto, per questo motivo è stato necessario chiedere un carroattrezzi. Un gruppetto però avrebbe già raggiunto le campagne al Boietto, frazione dove sono arrivati nei mesi scorsi gli altri senza fissa dimora.

Una situazione che sta allarmando non poco i residenti in periferia che continuano a chiedere spiegazioni alla classe politica confidando che la loro località non si trasformi in una sorta di favela. Parte dei clochard si rifiuterebbe di accettare gli aiuti e le condizioni dell’amministrazione comunale. Gli “invisibili” – secondo l’accusa dell’opposizione, in particolar modo del gruppo consiliare di Ladispoli Attiva – continuano a vivere in condizioni di disagio e di degrado senza strutture adeguate.

«Durante un sopralluogo effettuato in quel luogo – spiega il consigliere comunale, Fabio Paparella, nonostante le rassicurazioni del sindaco riguardo ad una costante assistenza e attività di supporto agli ospiti, abbiamo trovato una situazione notevolmente differente, con mancanza di acqua corrente, servizi igienici insufficienti e assenza di beni di prima necessità quali cuscini o materassi integri». Critiche anche alla struttura, l’ex scuola del Boietto. «È fatiscente, con problemi strutturali».

In aula replica il sindaco Alessandro Grando che promette anche una riqualificazione della struttura: «Ricordo che prima vivevano sotto a un ponte – spiega Alessandro Grando – dove non c’erano bagni e acqua e non avevano pasto. E oggi invece ce ne stiamo occupando. Il Boietto sicuramente non è un hotel a 5 stelle ma meglio dei magazzini sotto al ponte dove c’era il degrado più totale.

È chiaro che si tratta di una soluzione tampone, con i fondi del Pnrr c’era un progetto in corso che dà possibilità anche di fornire alloggio temporaneo. E di fare percorsi di reinserimento sociale da parte dei nostri assistenti sociali, laddove possibile, perché in tantissimi casi ci troviamo davanti a persone che hanno dipendenze e con cui è difficile relazionarsi. In altri casi abbiamo a che fare con immigrati irregolari».