Tombaroli ancora in azione a Cerveteri

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Abbiamo scoperto due gigantesche buche nella zona dove era collocata l’antica città di Caere a qualche centinaio di metri dal moderno cimitero
di Giovanni Zucconi

Purtroppo i tombaroli hanno vita facile sul nostro territorio. Quando nel territorio ci sono, per nostra fortuna, 450 ettari di aree archeologiche, non può certo bastare il pur costante impegno delle forze dell’ordine che operano a Cerveteri, o quello della Soprintendenza per impedire le loro malefatte. I clandestini, il modo e il momento di scavare dove immaginano ci sia qualcosa di redditizio, lo trovano sempre.  E’ stato così negli anni passati e, anche se a Cerveteri si tende a minimizzare l’ampiezza del fenomeno, continua ancora adesso. Nei giorni scorsi abbiamo seguito la segnalazione di un nostro lettore che ci ha accompagnato nella zona dove era collocata l’antica città di Caere. E’ la zona oltre il cimitero nuovo, a qualche centinaio di metri dal moderno camposanto, tanto per intenderci. Non so se conoscete la zona. Della vecchia città, naturalmente, non c’è nessuna traccia visibile. Ci sono solo vasti campi coltivati o a erbaio, a seconda della stagione o del ciclo produttivo. Tutta la città, che speriamo un giorno venga riportata alla luce, giace sotto qualche metro di terra. E’ una zona completamente scoperta, in aperta campagna. Chiunque si impegnasse a scavare una buca per saccheggiare qualche antico reperto da vendere poi ai trafficanti internazionali di arte, non passerebbe certo inosservato ai sia pur rari passanti. Eppure il rischio non ha fermato la squadra di tombaroli che, probabilmente di notte, ha scavato due profonde buche alla ricerca di qualche ritrovamento di valore. Le buche sono larghe circa un metro e mezzo, ma sono profonde circa due metri e mezzo. Quindi stiamo parlando di due buche molto grosse, e abbastanza fuori dal comune. Il lavoro dei tombaroli è stato impeccabile. Sembrano quasi dei pozzi artesiani per come sono dritte le pareti. Inoltre non si trova traccia, intorno alla buca, della grande quantità di terra che è stata estratta per scavare la buca. Un lavoro veramente da “professionisti”. Quello che hanno trovato, se lo hanno trovato, naturalmente non lo possiamo sapere. Rimane solo la certezza che il fenomeno del saccheggio delle aree archeologiche di Cerveteri è duro a morire, e che per sradicarlo c’è bisogno della collaborazione attiva di tutta la popolazione.