Zucchero delle mie brame

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I carboidrati creano dipendenza: come difenderci?

Monique Bert – Naturopata

Il cibo è una droga potente. “Utilizzato per trarne piacere e sedare sentimenti sgradevoli, soprattutto, ma non solo, dal gentil sesso” è quanto afferma la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi .

LA RICERCA DEL PIACERE PERDUTO

“Insieme ad alcool, fumo, droga e sesso – spiega la naturopata – il cibo ha effettivamente la grande capacità di sollecitare i centri del piacere. Il cibo che appaga il piacere, in tutte le sue forme, fisiche ed emozionali, ci spinge a ricercarne ancora, ancora ed ancora.

Pochi di noi sanno che dietro molti alimenti c’è una raffinata e luciferina ricerca degli ingredienti precisamente dosati per produrre la massima risposta di piacere, un’esperienza sensoriale intensa, difficile da controllare e che la maggior parte delle persone finirà poi per ricercare spasmodicamente. E’ ciò che negli Stati Uniti si definisce bliss point, il punto di beatitudine.

E’ quell’equilibrio fra grassi e sale o zucchero che favorisce il massimo rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore che ci dà l’estasi. La dopamina non si accumula e noi possiamo diventare schiavi alla ricerca del piacere perduto, cercando con frequenza un certo alimento e probabilmente aumentandone le quantità”.

CARB ADDICTION

“Credo che nessuno di noi abbia mai visto un bambino ingozzarsi di broccoli e tè verde.

Il nostro organismo è programmato per innamorarsi all’istante del sapore dolce.

Esistono specifici recettori e proteine, come le proteine TIR3 che nelle papille gustative servono a identificare il dolce, ma molte altre sono distribuite nel tratto digestivo.

Ciò non riguarda solo lo zucchero, ormai anche i sassi sanno che fa male, ma tutti i carboidrati di cui quotidianamente abusiamo cadendo nella trappola ‘Carb addiction’.

I danni del cibo sbagliato sono immensi. Esso inizia a danneggiare il nostro microbiota, dando origine a una serie di scompensi dall’entità inimmaginabile per chi non conosce l’implicazione di questo importante organo nella genesi della salute e della malattia”.

COME DIFENDERCI?

Soltanto un utilizzo sensato del cibo e un cambio radicale di abitudini può portarci sulla strada della salute: “Decidere di cambiare lo stile di vita e, in primis, l’alimentazione, – prosegue Bertoletti – dipende solo ed esclusivamente da noi. L’eliminazione totale dei cibi “tossici” come zucchero e farine, sarebbe l’ideale. Ma si sa, il meglio è nemico del bene.

Abbiamo una vita sociale, fidanzati, mogli, amici, figli e numerose occasioni di convivio. Allora tentiamo di arginare il problema potenziando almeno le nostre capacità di detossificazione. E non parlo certo della settimana alla SPA. Il processo sensato è quello che dura nel tempo, che utilizza ogni giorno un’alimentazione corretta, molto ricca di vegetali, coi quali consiglio di abbondare, (a meno che abbiate problemi digestivi o intestinali, in quel caso dovete assolutamente concordare quali e quanti con un esperto medico o nutrizionista specializzato in problematiche gastriche) perchè ci danno vitamine, antiossidanti, aminoacidi e fitonutrienti che sono le più naturali difese contro gli agenti tossici, con un po’ di proteine e grassi sani.
Ci sono forme attive di disintossicazione, oltre le rinunce passive al cibo.

L’utilizzo sensato di fitoterapici e tutto ciò che ci aiuta a smaltire il carico tossico è da tenere in grande considerazione”.

BANDIRE GLI ZUCCHERI

“I cereali sono entrati nella nostra alimentazione circa 10.000 anni fa: un istante nella storia dell’evoluzione umana. I carboidrati naturali per l’uomo sono le verdure, non certo pane, pasta e men che meno lo zucchero. Certo tutte le cellule ne hanno bisogno, ma l’organismo lo produce da sé, attraverso complesse reazioni biochimiche a livello epatico. Cereali e zuccheri devono avere un ruolo decisamente modesto nella nostra dieta a favore di verdure, proteine di buona qualità e grassi sani. Bandire gli zuccheri significa certamente che non dobbiamo mettere zucchero nel caffè o nelle tisane, ma non solo. Vuol dire eliminare gli alimenti dolci (marmellate, merendine, snack dolci) e ovviamente tutti quelli che contengono zucchero. Succhi di frutta, prodotti da forno, senape, salmone affumicato possono contenere zuccheri aggiunti. Leggete bene gli ingredienti.

Attenzione a non usare fruttosio! A fronte di un indice glicemico più basso, inibisce la leptina (segnale di sazietà) e ha capacità glicante 10 volte superiore al normale zucchero da tavola.
Un frutto e una manciata di semi oleosi sono preferibili a qualsiasi snack, anche se fosse light. E questo non solo per via dello zucchero, ma anche dal punto di vista degli altri nutrienti e di come modulano la risposta immunitaria nel corpo”.

OCCHIO ALL’ EMOGLOBINA GLICATA

“Se volete sapere se state mangiando la quantità giusta di zuccheri c’è un esame del sangue molto semplice, che non è certo la glicemia, bensì l’emoglobina glicata, che rappresenta la media dei valori glicemici degli ultimi 2-3 mesi. La glicemia è un parametro instabile che, preso a digiuno, ha numerosi limiti. Varia ad esempio, secondo la situazione ormonale: nella fase luteinica del ciclo femminile ci sono sbalzi glicemici degni dei balzi di un leone nella savana.

Inoltre è l’ultimo parametro che si altera in caso di dismetabolismo.
Prima di avere una iperglicemia a digiuno, con tutta probabilità ci saranno picchi glicemici dopo i pasti, per anni, picchi completamente ignorati da un esame della glicemia in assenza di cibo.
Altro parametro essenziale è l’insulina.
La glicemia potrebbe essere nei limiti e l’insulina molto alta: vuol dire che avete bisogno di parecchia insulina per mantenere la glicemia corretta e il sistema è diventato poco efficiente.
L’insulina agisce sui vasi sanguigni rendendoli rigidi, aumenta l’assorbimento del sodio a livello del rene, favorisce il rischio tumorale e di malattie neurodegenerative, oltre che tutte le infiammazioni. Il movimento corporeo riduce la resistenza insulinica riaccendendo i recettori insulinici e accompagnato da un’alimentazione corretta può ripristinare la normalità in tempi relativamente brevi, soprattutto se corredato da un pool di rimedi e integratori ad hoc.

Usiamo la nostra intelligenza nutrizionale – conclude Monica Bertoletti- e costruiamoci un piano alimentare su misura per noi”.

 di Miriam Alborghetti