SALUTE, QUANDO SI ABBASSA LA PRESSIONE

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L’IPOTENSIONE ARTERIOSA ORTOSTATICA.

vaccini
Dottor Professor
Aldo Ercoli

L’ipotensione arteriosa ortostatica è dovuta ad una eccessiva diminuzione della pressione arteriosa quando si passa dalla posizione distesa allo stare in piedi: dal clino all’ortostatismo. Questa variazione posturale è ritenuta fisiologica se la pressione sistolica (massima scende di 20 mm hg e se l’aumento della diastolica(minima) non superi i 10 mmhg. L’esperienza basata sull’evidenza ci dice che costituzionalmente, ed anche su base genetica – ereditaria, in condizioni normali, ognuno ha una sua pressione ben diversa pur nei limiti normali (140-80/100- 65). Soprattutto nei soggetti magri, longilinei (quelli che in omeopatia vengono chiamati “fosforici”) presentano valori pressori bassi.

 

 

Sono quelli che nella stagione più calda, con la sudorazione, accusano un ulteriore abbassamento dei valori sistolici (sotto i 100-90 mmhg) con sensazione di testa vuota, instabilità, vertigini, quando dal letto si mettono in piedi. Talora anche nausea, senso di stanchezza agli arti inferiori, disturbi visivi. E’ questa una condizione clinica fastidioso ma non grave. E’ sufficiente consigliare loro di bere molta acqua con sali minerali e di indossare la notte, durante il riposo, delle calze elastiche che comprimono bene i polpacci. E’ altresì importante i non alzarsi di scatto al risveglio per mettersi in piedi (clinostatismo). In certi casi è utile anche ricorrere a farmaci simpaticomimetici per aumentare le resistenze periferiche (etilefrina, mitodrina). Ben altra situazione quando è alterata l’omeostasi pressoria per cause legate a deficit dei meccanismi intrinseci potenzialmente reversibili: farmaci ipotensivi; ipovalemia da emorragie, vomito, diarrea, sudorazioni profuse; insufficienza surrenalica, squilibri elettrolitici oppure a patologie del sistema nervoso autonomo (lesioni afferenti, centrali, efferenti.

Prima di entrare nel contesto patologico è bene comprendere quali sono i meccanismi fisiologici compensatori che l’organismo normale mette in atto quando vi è un abbassamento dei valori pressori. L’omeostasi pressoria è garantita, quando si passa dal clino all’ortostatismo dai barocettori dell’arco aortico, del seno carotideo e da quelli presenti nella cavità cardiaca. Quando il sangue dentro il torace scende sui 700-500 ml questi baracettori (organuli che avvertono la carenza di sangue intratoracico) attivano un complesso arco riflesso che stimola il cervello (l’encefalo) per la liberazione di catecolamine, vasopressina, con contemporaneo rallentamento del sistema renina – angiotensina – aldosterone. L’incremento dell’attività simpatica (catecolamine) porta ad un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria. La vasopressina, immessa in circolo, provoca una costrizione arteriolare e venosa, aumento del tono dei muscoli striati e della pressione tissutale negli arti inferiori. In condizioni fisiologiche la pressione torna normale. L’ameostasi pressoria, ossia l’insieme dei meccanismi fisiologici sopracitati, viene meno quando l’arco riflesso (baracettori – encefalo – sistema nervoso centrale) è alterato oppure del tutto interrotto. L’ipotensione arteriosa ortostatica è potenzialmente reversibile nell’ipovolemia, nell’insufficienza surrenalica, negli squilibri elettrolitici, sospendendo farmaci ipotensivi vale a dire quando ci sia una disfunzione dei meccanismi omeostatici.

Diverse sono le cause dovute a patologie del sistema nervoso autonomo:

1) da lesioni afferenti (es. tumori e/o traumi del midollo spinale, etilismo cronico, forme idiopatiche, anemia pernicioso etc);
2) da lesioni centrali (tumori parasellari o della fossa posteriore, infarti cerebrali, morbo di Parkinson etc);
3) da lesioni efferenti (etilismo cronico, diabete mellito, intossicazione da metalli pesanti). Tra le eziologie afferenti c’è anche l’amiloidosi che nella forma classica si manifesta con epatosplenomegalia, edema, intensa albuminuria ed aumento delle alfa 2 globuline al protidogramma elettroforetico. Tra le cause efferenti c’è invece la sindrome di Riley – Day (chiamata anche disatonomia famigliare). Trattasi di una malattia ereditaria, assai rara, del sistema nervoso autonomo. Si osserva nei bambini che presentano disturbi della deambulazione e della stazione eretta, ritardo mentale, parola con comprensibile, assenza di lacrime. La prognosi è infausta. Riley la scoprì nel 1952.