REDDITO DI CITTADINANZA, IL PIANO È UN FALLIMENTO ANCHE SUL LITORALE

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IL COMUNE DI LADISPOLI PROVA L’ACCELERATA DECISIVA PER L’AUTUNNO.

Reddito di cittadinanza, “Chi l’ha visto?”. Forse i soldi sì, quelli i percettori di certo li hanno sempre presi. Senza però mai fornire un prezioso aiuto alla comunità. Per carità, non tutti debbono ricambiare, però il piano non decolla. L’arruolamento dei beneficiari del reddito di cittadinanza a Ladispoli e Cerveteri è ancora un rebus.

Per settembre erano stati programmati i primi incarichi riservati ai destinatari: controlli di fronte agli istituti scolastici e nei parchi, innesti nelle biblioteche e nei settori più ingolfati come quello dei servizi sociali. Nulla di tutto ciò finora è all’orizzonte. Le amministrazioni comunali continuano a puntare l’indice su un meccanismo complicato che a detta loro non consente di accelerare l’iter. La lista dei residenti ottenuta in ritardo, il rimpallo tra centri per l’impiego e dipendenti comunali, la mancata comunicazione tra navigator ed enti locali, altri nodi burocratici e il Covid. I colloqui erano iniziati per reclutare i cittadini, in tutto mille, calcolando le due località. Per oltre un anno della gestione del servizio se n’è occupato il comune etrusco, da oltre un mese quello ladispolano ora a capo del distretto sanitario. La sostanza però non cambia. E c’è chi si propone senza ottenere risposte. «Per tre volte, – testimonia un residente beneficiario del reddito – mi sono recato negli uffici comunali per mettermi a disposizione. Sono certo che il rallentamento non dipenda da loro, è forse il sistema per come è stato concepito ad essere farraginoso». Ben 579 nell’elenco di Ladispoli. Tra questi però più della metà verrà esentato: studenti, over 65 e disabili, come previsto dal Ministero. «Aggiungiamoci pure le donne con un figlio a carico – è lo sfogo di Luca Quintavalle, delegato ai Progetti di pubblica utilità per i fruitori di sussidi statali – e chi ha patologie varie. Sarà un’impresa poter avere a disposizione almeno 200 su quasi 600. Tra l’altro i fondi sono nelle disponibilità del comune cerveterano e ancora non sono stati trasferiti a noi. È un sistema elefantiaco e a grandi linee si può dire assistenziale per accontentare una platea di elettori». Per l’assessore alle Politiche sociali Fiovo Bitti, il progetto dovrebbe partire in autunno e non prima di aver avviato dei corsi di formazione. Ad aggravare la situazione un «flusso anomalo» legato ai cambi di residenza. Utenti italiani e stranieri hanno comunicato all’Anagrafe separazioni, cambi di residenza e ribadire di essere ormai un nucleo familiare autonomo, chissà magari proprio per abbattere il tetto Isee e rientrare nel bonus.