LITORALE NORD, IL BILANCIO DELL’ESTATE TRA SALVATAGGI E MALORI

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AGLI ONORI DELLA CRONACA ANCHE IL DIVIETO DI BALNEAZIONE NELLA ZONA SUD DI LADISPOLI.

Verrà ricordata questa come l’estate dei salvataggi, e dei malori tra Ostia e Civitavecchia, passando per Ladispoli e Cerveteri. In più a complicare il quadro l’interdizione di alcuni punti della costa minacciati da alghe tossiche e batteri.

Recuperi. Tanti, forse troppi gli interventi in mare di bagnini e autorità marittime. La cronaca aveva registrato ad inizio estate il doppio salvataggio nel tratto ladispolano di via Marina Torre Flavia, della karateka 25enne Federica Riccardi, che aveva riportato a riva due sorelline campane di 7 e 8 anni. L’ultimo invece, in ordine cronologico, è quello di Francesco Ranalli, 19enne originario di Spoleto, che senza alcuna esitazione, con la sua tavola da surf, ha raggiunto Celestino Gnazi (noto per aver difeso nelle aule di tribunale la famiglia di Marco Vannini), in balia delle onde a Torre Flavia, trascinato a largo dalla corrente. «Il mare non lasciava presagire nulla di buono – è la testimonianza dell’avvocato – e per questo motivo forse non mi sarei dovuto avventurare. In pochi secondi mi sono ritrovato a largo. Un incubo. A quel punto non mi è rimasto che chiedere aiuto». È stato provvidenziale il ragazzo, premiato anche dal sindaco, Alessandro Grando, ricevendo un encomio per il coraggio dimostrato. In mezzo a Riccardi e Ranalli, una miriade di segnalazioni, a volte anche per l’imprudenza dei villeggianti che avevano deciso di sfidare il mare pur con la bandiera rossa. Nello stesso giorno in cui Gnazi ha rischiato grosso, il comandante della Capitaneria di porto, Strato Cacace, si è tuffato per prendere una giovane e poi lui stesso ha avvertito un malore ed è stato trasportato in ospedale per accertamenti. Le sue condizioni ora sono buone.

Crolli improvvisi. Agli atti, nel bilancio estivo, c’è da registrare un numero considerevole di vittime in spiaggia o dentro l’acqua. Il 22 agosto l’ultimo decesso di un 65enne cerveterano, Giorgio Cavedal, a Campo di Mare. Tra Civitavecchia e Ladispoli, soltanto ad agosto, quattro le persone colte da un malore in acqua e tre purtroppo sono decedute (sul litorale della provincia di Roma le vittime sono arrivate a dieci). Ha colpito molto il decesso di Massimo Armeni, il 65enne che il 5 agosto si era tuffato nel tentativo di salvare i suoi due figli. Solo nel caso di un cittadino romeno 50enne morto a Civitavecchia, la Procura sospetta una pecca nella rete della sicurezza sulla costa, in quanto il titolare della concessione, poi denunciato per omicidio colposo, non avrebbe garantito l’assistente bagnanti al momento del dramma.

Sos ambiente. Da non trascurare quanto accaduto a sud di Ladispoli. Il sospetto inquinamento ha trovato corrispondenza nei dati dall’Arpa Lazio (30 agosto). Batteri nell’acqua che, a fine estate praticamente, hanno indotto il sindaco ad emettere un’ordinanza per vietare la balneazione nel tratto di Palo Laziale. È lì che una decina forse più di villeggianti, nel periodo di Ferragosto in particolar modo, avevano segnalato mal di pancia, nausea e sensazioni di svenimento dopo aver fatto il bagno. Il Comune ha annunciato l’avvio di un’indagine per capire il motivo per cui il parametro “Escherichia coli” era risultato superiore ai limiti di legge. E a Civitavecchia la presenza di un’alga tossica nei pressi del Pirgo, ha indotto il sindaco ad emettere un altro divieto.