La diplomazia dell’Abcasia replica alla presidente della Georgia Zourabichvili

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“Sul futuro del nostro Stato decide la popolazione abcasa. Inaccettabili le dichiarazioni rese a Bloomberg”

“La Georgia ha più volte dichiarato l’intenzione di negoziare pacificamente con l’Abcasia, ma le recenti dichiarazioni della presidente della Georgia Salomé Zourabichvili costituiscono un’altra provocazione che destabilizza la già tesa situazione nella regione del Caucaso meridionale, anche alla luce della cancellazione unilaterale da parte dell’Occidente del prossimo round di colloqui di pace internazionali di Ginevra”.

Così Kan Taniya, Ambasciatore del ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Abcasia e capo dello staff al World Abaza Congress e Vito Grittani, ambasciatore A.D. della Repubblica di Abcasia commentano quanto detto da Zourabichvili in una intervista rilasciata a Bloomberg nella quale dichiara che “la Russia dovrebbe abbandonare la sua occupazione quindicinale del territorio georgiano come parte di un accordo di pace dopo la fine della guerra del Cremlino in Ucraina”.

“Si tratta di una dichiarazione inaccettabile” – commentano Taniya e Grittani. “I politici georgiani credono ingenuamente che il destino dell’Abcasia possa essere negoziato con altri Stati ma non con il popolo della stessa Abcasia?. Una simile “prassi” è già impiegata dall’ONU, dove alle sessioni dell’Assemblea generale si ascolta solo l’opinione della parte georgiana. Sono passati decenni e non ci sono risultati concreti e non ci saranno fino a quando le Nazioni Unite – ribadiscono – non terranno conto della posizione della popolazione abcasa sulle questioni relative all’Abcasia stessa. Inoltre – aggiungono i due esponenti abcasi – le parole di Zourabichvili contraddicono la posizione ufficiale delle autorità georgiane, che per preservare il proprio Stato non interferiscono negli eventi collegati all’operazione militare speciale della Russia in Ucraina. A nostro avviso Salomé Zourabichvili  con queste dichiarazioni, porta avanti la posizione dei Paesi occidentali, che stanno cercando in tutti i modi di collegare la guerra georgiano-abcasa del 1992-1993 con l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina. Va ricordato che il 14 agosto 1992 la Georgia ha scatenato una guerra contro l’Abcasia e il 30 settembre 1993 le truppe abcase hanno liberato il territorio dall’aggressore. Ad oggi, non ci sono segni di occupazione in Abcasia. Se il Paese è stato mai occupato, sono stati proprio i georgiani gli occupanti dal 1992 al 1993. Il popolo dell’Abcasia lo ricorda molto bene”.  

“La Russia deve capire dove sono i suoi confini” ha detto ancora il presidente georgeano nella intervista.

“Un cattivo consigliere – replicano Taniya  e Grittani –  è colui che non segue i propri consigli. È giunto il tempo che la Georgia stessa comprenda e accetti che dal 1992-1993 confina con l’Abcasia e l’Ossezia del Sud”.