Gigi Proietti nominato professore honoris causa a Tor Vergata

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“È una personalità della scena italiana che ha accompagnato almeno tre generazioni di spettatori attraversando e caratterizzando con le sue performance cinquant’anni di storia artistica e sociale dell’Italia”. Con questa motivazione l’università di Tor Vergata ha conferito a Gigi Proietti il titolo di ‘distinguished professor’, professore emerito honoris causa, durante una cerimonia nell’Auditorium Ennio Morricone. Accolto dal rettore dell’ateneo, Giuseppe Novelli, l’amatissimo attore romano è intervento prima dell’investitura parlando di teatro, poesia e raccontando aneddoti della sua lunga carriera.

Gigi Proietti col nostro vice direttore Felicia Caggianelli

Attore di teatro e di cinema, regista, doppiatore e cantante, Proietti è un artista eclettico. Nella sua carriera ha vinto un Nastro d’argento come miglior attore per Febbre da cavallo nel 2003 e un Nastro d’argento per il miglior doppiaggio di Robert De Niro nel film Casinò, nel 1997. Nel 1991 su proposta della presidenza del Consiglio dei ministri, è stato insignito dell’onorificenza di commendatore della Repubblica italiana.
“Il teatro andrebbe curato di più dalle istituzioni”, ha esordito ottenendo subito una pioggia di applausi e facendo poi l’esempio del Valle di Roma, uno dei teatri più belli d’Europa, che è chiuso. I teatri nella nostra città chiudono, non lo dico per polemica- ha continuato- c’è uno strano e graduale allontanamento, proprio in un momento in cui niente potrebbe essere più aggregante dell’attività teatrale. Non parlo solo di andarci, ma di farlo. Perchè- ha spiegato Proietti- fa pensare. E ciò che di questo periodo è più pericoloso è il pensiero, che si allontana sempre di più”.

“È una giornata importante- ha detto Novelli- e una delle innumerevoli testimonianze di come la nostra università sia cambiata negli ultimi anni. Il conferimento di titoli onorifici a professionisti in ogni campo, del nostro tempo, è espressione dell’apertura dell’ateneo alla società. I non accademici che incontrano i giovani hanno il grande merito di contaminare positivamente gli adulti di domani. I giovani- ha detto- devono studiare il passato, disegnare il futuro e nutrirsi del presente”.

fonte repubblica.it