CAMPO DI MARE E I SEQUESTRI: FUTURO INCERTO

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ponte sul fiume zambra

I CONTROLLI DELLE AUTORITÀ PROSEGUONO SENZA SOSTA MENTRE IL COMUNE PUNTA AI PARCHEGGI A PAGAMENTO. 

Parlare di futuro a Campo di Mare è un rebus. I riflettori della magistratura si sono accesi su questa porzione del litorale nord dopo le azioni a dire poco energiche da parte della Capitaneria di porto, affiancata dalla Polizia locale per porre i sigilli alle parti commerciali di due stabilimenti balneari di via Navigatori Etruschi (“Ezio alla Torretta” e “Renzi”). Manufatti sprovvisti di titoli autorizzativi idonei su cui si attende la convalida del gip. Il tribunale tuttavia non è andato con la mano pesantissima lasciando ai gestori, che cercheranno di salvare il salvabile, la possibilità comunque di poter affittare lettini e ombrelloni durante l’estate allo scopo di «utilità sociale». Naturalmente residenti e villeggianti potranno utilizzare le docce, avvalersi dell’infermeria in caso di necessità mentre i disabili continueranno ad utilizzare le pedane.

Controlli scattati anche all’Ocean Surf martedì mattina anche se la guardia costiera non ha riscontrato alcuna anomalia in questo caso. Quindi, Ocean salvo sotto ogni punto di vista. Il giorno seguente la Capitaneria è piombata al Six rilevando alcune difformità, procedendo con il sequestro di un manufatto in legno e intimando ai titolari di smontare le tettoie entro 15 giorni. Salvo il bar e ristorante in quanto in concessione marittima dagli anni ’70.

Inutile girarci intorno, questa indagine per abusivismo è un duro colpo per la categoria anche se prima o poi forse un blitz simile è chiaro che sarebbe potuto avvenire. Ci ha pensato il comandante dell’ufficio locale marittimo di Ladispoli-San Nicola, Cristian Vitale, a portarlo avanti. E, di questa situazione, ne era a conoscenza sicuramente anche il Comune che ha sempre chiuso un occhio dopo la vicenda dell’arretramento demaniale di circa 3 anni fa. Ma c’è di più. Il sospetto degli investigatori, i quali hanno fatto valere gli articoli 54 e 1161 relativi al codice della navigazione e che sono legati agli abusi sull’area demaniale, è che la classe politica non avrebbe mai posto in essere alcuna contromisura per risolvere una faccenda ingarbugliata. Tutti aspetti che dovranno essere chiariti quanto prima dai militari che non vogliono lasciare nulla al caso.

Parla il sindaco etrusco. «La Capitaneria di porto – risponde Elena Gubetti – sta svolgendo un’attività di controllo legata all’inizio della stagione estiva così come previsto dalle loro competenze procedendo alle rispettive verifiche e il Comune, al momento, è stato coinvolto attraverso i vigili urbani. Nei prossimi giorni leggeremo anche le decisioni del magistrato e capiremo come affrontare la stagione nel migliore dei modi possibili utilizzando tutti gli strumenti che consentano di garantire i servizi sulle nostre spiagge».

A quanto si apprende, sfogliando l’Albo pretorio, il comune etrusco annuncia la volontà di dar vita alle strisce blu (dal 15 giugno al 15 settembre) sul lungomare attraverso un avviso pubblico uscito poco prima dei vari blitz della Capitaneria di porto. «L’amministrazione comunale – informa la nota ufficiale del Granarone – intende realizzare un progetto per la stagione estiva e balneare 2023 che permetta la fruizione in sicurezza e in maniera inclusiva del litorale, sia durante il giorno che nelle ore serali, coinvolgendo a tal fine associazioni e operatori economici che vogliano partecipare a tali iniziative».

Comune pronto a formare apposite graduatorie per «chiosco e animazione» ma anche per «area ludico-ricreativa, yoga, sport acquatici» e non ultimo «stand per artigianato, intrattenimenti serali, ruota panoramica». In più ci sono i progetti legati alla realizzazione del ponte pedonale sul fiume Zambra e sull’allungamento della pista ciclabile fino alla frazione Furbara e in particolare alla località denominata “Scoglietti”.

Idee affascinanti solo che le attenzioni maggiori in questa fase sono rivolte al destino degli stabilimenti il cui futuro è incerto. Non solo per le inchieste della Procura, anche per l’erosione che con il passare degli anni, mareggiata dopo mareggiata, continua a scavare divorando sempre più sabbia. Un altro tema importante che non ha però mai ricevuto le giuste attenzioni delle istituzioni (non solo quelle locali). Ci sono anche le spiagge libere che soffrono. C’è l’area della palude di Torre Flavia ad esempio costantemente minacciata dalle onde, e da progetti bizzarri fuori contesto.