ANGUILLARA: I FURBETTI DEL CARTELLINO

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Anguillara

Due addetti ai servizi cimiteriali rinviati a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato.

di Grazia Rosa Villani

Rinviati a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione di presenza in servizio, i due dipendenti di Anguillara addetti ai Servizi Cimiteriali pizzicati dalle telecamere della Guardia di Finanza. I due dovranno anche restituire le somme
indebitamente percepite che, secondo le indagini effettuate, ammonterebbero a circa
15mila euro e saranno inoltre sottoposti ad un procedimento disciplinare avviato a seguito
della incriminazione. Le indagini, a quanto si è appreso, sono state effettuate a partire dal mese di gennaio, ma la notizia è stata data non appena il procedimento penale è arrivato al punto del rinvio a giudizio. In particolare è stato richiesto l’intervento della Finanza con molta probabilità da parte del dirigente che, altrimenti, avrebbe subito anch’esso delle conseguenze di carattere penale. A condurre e indagini le Fiamme Gialle della Compagnia di Ladispoli, coordinate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e dal locale Gruppo della Guardia di Finanza.

I “furbetti de cartellino” anguillarini sono stati inchiodati da telecamere poste sia al piano terra del palazzo comunale dove timbravano, ma anche da una seconda telecamera puntata sull’ingresso principale del cimitero comunale. Secondo le indagini condotte durante il servizio si allontanavano per andare al bar per chiacchierare con parenti ed amici, per rientrare a volte nelle proprie abitazioni e per svolgere faccende di carattere personale. La notizia di assenteismo da parte dei due, molto noti in paese, stata accolta con sconcerto ad Anguillara ed è stata ampiamente dibattuta anche sui social. Prevale una condanna sociale per la condotta dei due percepiti come “rubastipendio”. Si attende comunque l’esito del procedimento penale che è stato incardinato. La vicenda ha ispirato anche il Pasquino locale, alias Rugantino Anguillarino (al secolo Valerio Volpi) che ha così commentato i versi: Ciavemo pure noi, qui ner paese,/chi prima arriva e timbra er cartellino,/poi dopo va a pijasse er cappuccino,/fa quarche commissione e ‘n po’ de spese./Appena che è sortita ‘sta notizzia,/ sai quanta gente già li vòle vede/cór piggiamone a righe e palla ar piede?/Lassamo che ce pensi la giustizzia.