XENOBOT, I NANOROBOT VIVENTI NEL CORPO UMANO

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ORGANOIDI VIVENTI E PROGRAMMABILI COMPOSTI DA CELLULE DI EMBRIONI DI RANA PROGETTATI PER INSEDIARSI NEGLI ORGANISMI UMANI E AUTO-RIPRODURSI.

di MAURIZIO MARTUCCI

La tecnologia va nell’uomo, “oggetti intelligenti molto piccoli in grado di viaggiare nel corpo umano, nanotecnologie nella misura di nanometri”, parola di Roberto Cingolani, ministro del governo Draghi, fondatore e Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia al tempo in cui, era il 2016, nel Congresso Mondiale della Telefonia Mobile di Barcellona il grafene veniva presentato come un devices, dispositivo di connessione tra cervello umano e macchina: ‘nuove tecnologie che sfruttano l’applicazione del grafene in diversi campi’, sostenevano nell’ambito dello stesso congresso in cui su un essere umano veniva poi impiantato il microchip sottocutaneo.

“Già con una chiamata al 118 il paziente fornirà i suoi dati biometrici del momento prima di arrivare in ospedale, dando al medico suggerimenti utili. Non possiamo aspettare: sono progetti che, dato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dobbiamo realizzare“, di recente ha poi detto Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia, parlando di grafene, 5G e 6G come “tecnologia che sarà in grado di abilitare il cosiddetto Internet dei sensi.” Non solo il grafene però, perché la bio-telenano medicina è il nuovo paradigma su cui si sta puntando per riformare il concetto di salute e malattia, mentre dall’Università di Pisa parlano di nanotecnologie e intelligenza artificiale nel contrasto alla pandemia e all’altra parte del mondo l’Università americana del Vermont sdogana gli Xenobot, né robot tradizionali né nuove specie animali, ma nuove forme di vita parallele da inserire nei corpi umani.

“Le vedremo sfrecciare nel nostro sangue”, trionfalistico prevede un video sui nanorobot milliletrici: sono organismi semisintetici, organoidi, prese dalla rana africana Xenopus Laevis cellule staminali raccolte dagli embrioni lasciate in incubazione, progettati automaticamente da un software che utilizza un algoritmo evolutivo con Intelligenza Artificiale per portare a termine un compito preciso: insidiarsi nell’organismo umano. A vederli al microscopio, gli Xenobot sembrano Pac-Man, il video gioco cult degli anni ’80, anche se questa è tutta vera realtà. Siamo alla Xenobiologia cioè alla biologia molecolare con nanorobotica, l’ingegneria dell’anima di quanti ambiscono ad hackerare il codice della vita umana. Klaus Schwab, il guru del potentissimo cartello finanziario del Forum Economico Mondiale, per la fusione fisicobiologico-digitale, cioè uomo-computer, nel libro ‘La Quarta Rivoluzione Industriale’ parla infatti di pianificazione degli esseri umani e di tecnologie impiantabili, tatuaggi intelligenti, pillole digitali e polvere intelligente ovvero smart dust, un pulviscolo wireless composto da miriadi di microchip.

Insomma, distratti da liberticide manovre di Governo e obblighi genici sperimentali indispensabili per l’esercizio dell’articolo 1 della Costituzione italiana, non ci si accorge di essere ormai ad un passo dal TecnoUomo, di trovarci nel mezzo del grande bivio, lo stesso profetizzato sin dall’antica notte dei tempi: nella cosiddetta nuova normalità, il tramonto dell’umanità nasconde l’alba dei cyborg?