TRIPLICATI INFARTI E ICTUS CEREBRALI

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NON È ANDATO TUTTO BENE: AUMENTATE LE MALATTIE ONCOLOGICHE E PSICHIATRICHE.

covid-19
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Sarà perché ora in farmacia si può entrare solo due alla volta ma impressiona il numero delle persone che attende fuori con in mano il numeretto.

Anche se prima del lockdown molte persone vi entravano dentro, ora ancora più tanti sono i malati. Tutte le farmacie lavorano a pieno regime, tutti i giorni della settimana, spesso anche in quelli festivi. In questi ultimi due anni si sono triplicati gli infarti del miocardio e le patologie cardiovascolari, specie gli ictus cerebrali, incalzati dalle malattie oncologiche, soprattutto il K del seno nelle donne e quello della prostata negli uomini.

Al secondo posto notevole è l’incidenza del K del colon-retto in entrambi i sessi, seguito da quelli del polmone. Altrettanto evidente è il consumo giornaliero di ansiolitici e antidepressivi.

 

Il Covid-19 ha cambiato il nostro stile di vita, separati e anche spesso chiusi in casa, con sedentarietà, pigrizia, ansia generalmente che talora sfocia in vere e proprie fobie (paura concreta di contrarre il virus) ed ossessioni (rimuginii mentali non facili da scacciare via dai nostri pensieri). Oltre alla drastica riduzione di attività fisica all’aperto, si è fumato, consumato alcolici, mangiato male e sempre di più. La bilancia, quando ci si è pesati, quando ci si è saliti su, ha accusato il colpo con l’aumento del peso corporeo. Non è certo questo un quadro rassicurante, tutt’altro.

Ci siamo certamente vaccinati in moltissimi, ai primissimi posti nel mondo occidentale, pur con circa 8 milioni che non ne hanno voluto sapere. La nostra popolazione, tra le più longeve, ossia anziana, nel mondo (ci batte solo il Giappone), si è attorcigliata, per la concomitanza di tutti questi fattori sopracitati, in maniera serpentina su se stessa. Un circolo vizioso pari ad un serpente che si morde la coda.

Non è mia intenzione esagerare nel dipingervi questo quadro “a fosche tinte”, ove tra paura, terrore e malattie, sembra essere bandita la felicità. E’ questo tuttavia quello che osserva, quello di vivere dentro un tunnel con la luce del giorno che in questi due anni si è vista sempre in lontananza. Il buon umore, l’allegria, i sorrisi sono divenuti sempre più rari. No, non è andato tutto bene come cantavamo, gridavamo e speravamo in un primo tempo dai balconi. Il Covid ci ha diviso ancora di più di prima, ci ha fatto diventare più sospettosi, incerti, smarriti. Anche se ora la curva epidemica dei positivi è un continuo calo cosi come il numero dei ricoverati e decessi virali i dubbi sono tanti. E anche i timori per la crisi economica che incombe. Che più di qualcosa abbiamo sbagliato, dalla comunicazione ai comportamenti, ai mezzi di protezione acquistati e impiegati, credo non lo si possa onestamente negare.

E’ vero che siamo stati ferocemente aggrediti dal virus nuovo più di ogni altra nazione europea ma è altrettanto vero che il prezzo che abbiamo pagato vale a dire il numero dei decessi, è stato elevatissimo (solo il Belgio, in proporzione al numero degli abitanti ci ha sorpassato). Sulla tela dipinta da Munch un grido di dolore, strozzato in gola, ci viene dalle nuove generazioni a cui è stata tolta la felicità del presente e forse anche del domani. Un tempo che per loro non tornerà più. Siamo oramai giunti alla terza dose di vaccino (lo sappiamo tutti che ha una scadenza riguardo all’immunità) per i più fragili, gli anziani con comorbilità (ossia con più malattie) che sono in pratica la stragrande maggioranza. Mi domando: basterà? Chi si pronuncia in modo definitivo, con la certezza in tasca, rischia di fare la fine dell’indovino, della stregone, dello sciamano con il bastone con il teschio in mano. Altro che scienza! In molti hanno parlato con sicumera, talora con una prosopopea irritante da vecchi baroni, altri più garbatamente sorridente hanno pronunciato solo ovvietà, a volte molto banali. Altri ancora si sono sentiti attori. Nessuno che si sia messo in discussione, che abbia ammesso, almeno una volta, di aver sbagliato. Tutti bravi, tutti promossi. Un teatrino imbarazzante che al “popolo bue” non è piaciuto. Ancora oggi “il cielo è sempre più blu …” cosi cantava Rino Gaetano. Si è vero … ma il cielo è lontano dalle nostre inquietudini terrene.