Da tombaroli a difensori dell’arte di Cerveteri

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di Giovanni Zucconi

Da domenica 30 luglio a sabato 30 settembre, nelle sale di Case Grifoni a Cerveteri, verrà allestita una delle mostre più importanti mai organizzate a Cerveteri negli ultimi anni. Il suo titolo, che è tutto un programma, sarà: “Il Patrimonio ritrovato a Cerveteri. I predatori dell’Arte… Le storie del recupero”. Con questa mostra, Cerveteri torna a fare i conti, ci auguriamo in modo definitivo, con la sua storia recente. Una storia di saccheggio di preziose opere d’arte, di impoverimento del proprio patrimonio culturale e di perdita di parte della memoria delle proprie radici. Ma sarebbe riduttivo, e probabilmente neanche corretto, limitarci a questo aspetto nel definire la natura e gli scopi di questa straordinaria mostra, curata e organizzata dalla “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e L’Etruria meridionale”. La mostra dovrà anche avere lo scopo di riconciliare la Cerveteri di oggi, con quella che fu teatro degli scavi clandestini sistematici che alimentarono i poderosi flussi di opere d’arte verso i collezionisti e i musei di mezzo mondo. La Cerveteri di oggi, nella sua stragrande maggioranza, ha deciso da tempo di cambiare pagina e di puntare ad un rapporto diverso con il suo patrimonio storico e culturale. Ha messo in campo delle forze nuove, nella cittadinanza e nell’Amministrazione, che stanno puntando sempre di più alla valorizzazione delle proprie aree archeologiche. Non solo per fini meramente turistici, ma anche per evidenziare e condividere l’immenso patrimonio culturale che la Storia ci ha dato in custodia. Parleremo di questo con la curatrice della mostra, la funzionaria archeologa Daniela Rizzo, che l’ha organizzata insieme al collega Maurizio Pellegrini. La Daniela Rizzo si occupa, per la Soprintendenza, anche dei sequestri e degli scavi clandestini. Per completezza, abbiamo anche intervistato un altro protagonista di questa mostra: l’Assessore Lorenzo Croci.

Dottoressa Rizzo, ci può parlare di questa mostra così importante?

“Questa mostra è alla sua terza edizione. E’ un’esposizione che avevamo in mente di presentare nei siti più importanti dell’Etruria. La prima è stata fatta a Roma, la seconda a Vulci. Adesso la stiamo proponendo a Cerveteri, che naturalmente è un luogo molto impegnativo per il tema che tratta la mostra: i Predatori dell’Arte. Ha come argomento la sottrazione dei beni archeologici a seguito di scavi clandestini e di traffici illeciti. Prende spunto da un grande sequestro che è stato fatto a Ginevra nel 1995, e dal quale sono poi scaturite tutta una serie di attività investigative, che hanno poi coinvolto mezzo mondo. Le attività della Magistratura e delle forze dell’ordine sono partite dalla Svizzera, ma poi si sono diramate dappertutto. In America soprattutto. Questa mostra ricostruisce il percorso che compiono gli oggetti archeologici dopo uno scavo clandestino. Cosa succede dopo uno scavo clandestino?  Dove va il materiale per essere immagazzinato prima di essere irradiato in tutto il mondo? In questa mostra descriviamo i metodi che venivano utilizzati per ripulire questi materiali, per poi venderlo ai collezionisti privati o ai musei. In particolare in America, che è l’area geografica che abbiamo maggiormente curato.”

Quindi non è una mostra che espone dei reperti

“No ci sono anche i reperti. Anzi ci sono molti reperti. Ci saranno quelli che sono stati sequestrati a Ginevra. Questi, a seguito del processo che ne è seguito, sono stati definitivamente assegnati allo Stato Italiano.”

Saranno esposti oggetti provenienti da scavi clandestini di Cerveteri?

“Saranno esposti i materiali che vengono con certezza da Cerveteri. Ma ci saranno anche dei materiali simbolo del riciclaggio dei beni archeologici, provenienti da scavi clandestini in altre aree archeologiche. Verrà illustrato come sono stati “ripuliti” e riciclati nel mercato clandestino. Ci sarà un apparato didattico che descriverà, passo passo, tutto il lavoro che noi abbiamo compiuto in questi anni. Con questa mostra, cosi come nelle edizioni precedenti, vogliamo rendere consapevoli le popolazioni locali su cosa si perde con una diffusa attività di scavi clandestini. Si perde non solo in termini economici. Ma si perde anche in termini di patrimonio culturale e di memoria storica.”

Lei pensa che qualcuno di questi pezzi esposti possa ritornare a Cerveteri, prima o poi?

“Io credo che dopo il Cratere e la Kylix di Eufronio, Cerveteri abbia ormai raggiunto il massimo per quanto riguarda i trasferimenti. Ma naturalmente tutto può accadere. Il problema è che adesso ci sono tanti problemi che sono stati introdotti dalla Riforma. Con la divisione così drastica tra i territori e i musei, diventa tutto un po’ più complicato. Una volta la Soprintendenza aveva la gestione della Necropoli e del Museo di Cerveteri. E quindi era possibile un continuo scambio tra di loro Adesso purtroppo ci sono due entità separate, che spesso non dialogano tra di loro. Dovrebbero cominciare ad imparare a marciare di nuovo insieme. “

Verranno esposti reperti importanti?

“Direi di sì. Ci sono sicuramente molti pezzi importanti. Anche perché Cerveteri è il luogo da dove provengono i pezzi più belli e importanti dell’arte etrusca. Ci sono anche pezzi che sono stati importati dalla Grecia. La selezione che è stata fatta prevede di rappresentare il panorama delle opere d’arte che circolavano a Cerveteri al tempo degli Etruschi. Poi ci sarà una parte del materiale proveniente dai musei stranieri. Anche in questo caso sono previsti pezzi molto belli ed interessanti.”

Ci può fare un esempio?

“Ci sarà la famosa coppa di Eufronio sulla quale è raffigurato lo stesso tema che ritroviamo nel Cratere. Anche qui ritroviamo Sarpedonte. Questa coppa è più antica del Cratere. Sembrerebbe quasi che sia stata una prova prima di realizzare quel capolavoro che è il Cratere di Eufronio.”

Ci sono stati dei problemi per organizzare una mostra così importante a Cerveteri?

“Assolutamente no. Il Comune si è mostrato subito interessato alla proposta di organizzare questa mostra, e ci ha subito concesso l’uso dei locali di Case Grifoni. Abbiamo dovuto affrontare alcuni problemi di sicurezza dei locali, ma tutto nella piena collaborazione.”

Quanto durerà la mostra?

“La mostra verrà inaugurata domenica 30 luglio prossimo, e dovrebbe terminare il 30 settembre. Considerando che si svilupperà in un periodo estivo, la dottoressa Rita Cosentino ha previsto anche delle visite serali. Dopo il tramonto fa meno caldo e i visitatori potranno gustarsi meglio la mostra.”

Assessore Lorenzo Croci, chiediamo anche a lei il significato che ha questa mostra per Cerveteri

“Oltre che da un punto di vista culturale, che è elevatissimo, il valore di questa mostra per Cerveteri è anche simbolico. E’ un far tronare a casa alcuni oggetti che sono il simbolo di quello che avveniva nel periodo di maggior traffico di opere d’arte provenienti dagli scavi clandestini. Cerveteri è stata purtroppo uno dei simboli in Italia di questo fenomeno.”

Quindi lei pensa che con questa mostra Cerveteri dovrà fare i conti con il proprio passato?

“Io non penso assolutamente che questo debba essere lo scopo principale di questa mostra. Io credo che dovrà servire alle nuove generazioni soprattutto per fare pace con il proprio passato, se così si può dire. Dobbiamo smetterla di guardare solo al passato, a cosa è successo, e cominciare a pensare a cosa fare nel futuro. Consapevole degli errori fatti nel passato, la città oggi ha un nuovo respiro. Ha voglia di riconciliarsi con quello che è accaduto, ma nello stesso tempo sta lavorando ormai da anni per diventare un punto di riferimento per la Cultura nel Lazio. E lo fa anche attraverso l’organizzazione di una mostra del genere. Che a Cerveteri assume naturalmente un alto valore simbolico. Noi non possiamo, e non dobbiamo, rinnegare o nascondere quello che è accaduto nel passato, ma chi ama Cerveteri deve cominciare ad avere una prospettiva nuova, e pretendere programmi seri di valorizzazione culturale. Con questa mostra riconciliamoci pure con il nostro passato, ma continuiamo a lavorare per il futuro di questa città.”

Questa mostra fa quindi parte di un progetto a lungo termine di prosecuzione del rilancio di Cerveteri?

“Certamente. Per esempio, nello stesso giorno, dalle 18 alle 21, l’Auditorium Parco della Musica ha in programma un evento nella nostra Necropoli della Banditaccia. Quindi un nuovo soggetto importante della cultura di Roma e del Lazio inizierà a collaborare con noi e con il Ministero dei Beni Culturali per una fruizione diversa della Necropoli. Le anticipo che ci saranno moltissimi altri nuovi eventi nei prossimi anni. Eventi mirati a costruire un’immagine di Cerveteri basata sul valore della Cultura, non solo come elemento di aggregazione, ma anche di crescita sociale ed economica dell’intero territorio.”