SAPER INDIVIDUARE PRECOCEMENTE CHI TENDE ALL’ALCOLISMO

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Non è facile una diagnosi precoce di alcolismo in assenza di dati anamnestici, obiettivi e di laboratorio significativi. Per orientarci in tale direzione è importante, in prima istanza dedicare ampio spazio al colloquio ancor prima di passare alla visita medica ed alle analisi
di laboratorio.

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Dottor Professor
Aldo Ercoli

Nel colloquio col pazienza dobbiamo partire dal presupposto che ci troviamo di fronte ad un soggetto reticente, che tende ad omettere i fatti, a nascondere la verità. Occorre pertanto una buona disponibilità di tempo, saper ascoltare e interrogare con
cautela e discrezione evitando atteggiamenti inquisitori o colpevolizzanti.

L’anamnesi si dovrà poi avvalere dell’aiuto dei familiari, testimoni che osservano da vicino chi abusa di alcol, in quale quantità e con quale frequenza.

 

 

Dal solo colloquio possiamo rilevare, a tu per tu, con il paziente, elementi comportamentali (instabilità emotiva, irritabilità, ansia, disinteresse per il lavoro, conflitti familiari) e organici (anoressia, stanchezza, obesità, ipertensione, cardiopalmo, gastralgia, anemia microcitica, tremori impotenza, tendenza ad ammalarsi frequentemente). Dopo il colloquio l’esame obiettivo, la visita medica vera e propria, ci può rivelare segui e sintomi peculiari già in parte sospettati in precedenza: obesità o magrezza rispetto al peso standard, dolori epigastrici, fegato e/o milza aumentati di volume (epatosplenomegalia), sudorazione eccessiva, tremori, ecchimosi o ematomi, arrossamento cutaneo, edema attorno agli occhi,acne rosacea, palme delle mani arrossate, teleangectasie, aumento di dimensioni della lunula ungueale, disturbi della sensibilità cutanea, riduzione dei riflessi osteotendinei.

La terza fase riguarda gli esami di laboratorio. Anche se non esiste un “marker” specifico, un (l’Abuso di bevande alcoliche e le principali tossicodipendenze. G. Gasbarrini e coll. Alfawasserman 1994) possiamo però orientarci su alcuni test di laboratorio che ritengo utili. Il primo è l’aumento delle Gamma-gt (Gamma Glutamil Transpeptidasi). Ha però dei limiti perché le concentrazioni elevate sieriche della GGT si riscontrano, per fenomeni di induzione enzimatica, anche dall’assunzione di alcuni farmaci oppure da tossici ambientali nonché in corso di malattie epatiche legate a malattie infiammatorie intestinali (morbo di chron, rettocolite ulcerosa). Se si sospende il “potus” (il bere alcol) con conseguente abbassamento della GGT possiamo avere la conferma che l’aumento delle GGT dipende proprio dall’abuso di alcol.

Un altro parametro molto utile, che io osservo sempre leggendo la risposta dell’esame emocromocitometrico, e l’aumento del volume corpuscolare medio (MCV). Oltre alla carenza di acido folico e Vit. B12 l’aumento dell’MCV dipende soprattutto dall’azione diretta dell’alcol sulla microviscosità di membrana dei globuli rossi ma anche in parte dell’azione dell’acetaldeide sulle replicazione dei precursori degli eritrociti a livello midollare. Meno importanti, a mio avviso, sono nelle fasi precoci di epatopatia alcolica l’aumento delle transaminasi in cui però la GOT è superiore alla GPT. L’arte medica, la vera medicina, si basa su questi elementi nell’individuare i pazienti che tendono all’etilismo.

Il vero medico nel colloquio deve saper interrogare e ascoltare come se fosse un bonario ispettore di pulizia. La visita medica ed i test di laboratorio specifici fanno parte del bagaglio culturale del sanitario.