Quella maledetta sera di 4 anni fa

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Sono già passati quattro anni. Sembra ieri, eppure era il 17 maggio del 2015 quando Marco Vannini, un ragazzo di venti anni di Cerveteri, fu ucciso nella casa della fidanzata a Ladispoli. Quattro anni di polemiche, di sentenze opinabili, di colpi di scena, di inchieste giornalistiche che paventano scenari che mettono i brividi. E soprattutto 4 anni di atroce dolore per i genitori di Marco che non si sono mai arresi. Urlando la loro rabbia sia per verdetti incomprensibili, sia perché nessuno dei diretti interessati alla tragica vicenda si è mai deciso a raccontare in modo credibile cosa accadde quella maledetta sera nel villino di Ladispoli. Di recente i mass media, gli unici che sono sembrati realmente motivati nel cercare la verità vera alla morte del giovane di Cerveteri, hanno ipotizzato nuove piste investigative, rimettendo in moto l’interesse della giustizia in vista del processo in Cassazione, l’ultimo atto giudiziario di una delle vicende più assurde della cronaca nera degli ultimi trenta anni. La speranza di tutti è che dalle aule della Suprema Corte esca un verdetto che non lasci adito a dubbi e pensieri anche maliziosi e che la famiglia Vannini possa avere finalmente giustizia. Sono emersi, grazie soprattutto alla trasmissione Le Iene, nuovi elementi che meriterebbe maggiore approfondimento in sede di dibattito penale. In attesa che la giustizia lanci un segnale, L’Ortica vi invita a partecipare all’iniziativa nazionale lanciata per ricordare Marco Vannini. Oggi, venerdì 17 maggio, accendete una candela davanti alle finestre ed appendete un lenzuolo bianco per ricordare quel ragazzo che ormai è figlio di tutti.

                                                                                                             Gianni Palmieri