PROCESSO PASCUCCI, CITTADINI ESTROMESSI DALL’AZIONE RISARCITORIA

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processo Pascucci
L'assessore all'ambiente Gubetti col sindaco Pascucci

L’AVVOCATO DISERTA L’UDIENZA DEL PROCESSO PER CORRUZIONE. IL COMUNE NON SI COSTITUISCE PARTE CIVILE. NUOVO DIETROFRONT DEL SINDACO GUBETTI?

Il comune di Cerveteri, rinuncia alla costituzione di parte civile nel processo legato all’Ostilia. Ennesimo cambio di programma sul procedimento giudiziario per corruzione che vede implicato l’ex sindaco cerveterano della legalità, Alessio Pascucci, ora consigliere comunale a Ladispoli e consigliere metropolitano (ma anche candidato alle regionali con Alessio D’Amato), insieme al costruttore romano Domenico Bonifaci, ad una persona di fiducia di quest’ultimo, Giuseppe Costa, che si occupava della società Ostilia e all’allora funzionario dell’urbanistica del Comune di Cerveteri, Mauro Nunzi, scomparso prematuramente tempo fa.

Il colpo di scena, teatrale, lunedì scorso quando l’avvocata, Clelia Amore, in precedenza incaricata dal sindaco, non si è presentata all’udienza nel tribunale di Civitavecchia, arrivando strategicamente a udienza chiusa. In genere un comune che si costituisce parte civile in un procedimento giudiziario penale lo fa per richiedere e ottenere dagli imputati e dal responsabile civile il risarcimento dei danni subiti. Soldi che quindi, in caso di condanna dei personaggi coinvolti, finirebbero nelle casse del municipio e di conseguenza a disposizione della comunità. Ma di fatto i cittadini sono stati estromessi dal processo e dall’eventuale azione risarcitoria. Gubetti in un primo momento aveva mantenuto la linea soft blindando il suo mentore Pascucci e rinunciando alla possibilità di costituirsi parte civile. Dopo le accuse politiche e non, quindi esattamente il 10 ottobre scorso, era avvenuto a sorpresa il dietrofront del sindaco cerveterano.

Queste le sue testuali parole: «Essendo io in questo momento il legale rappresentante dell’Ente ho ritenuto doveroso approfondire, insieme ai legali del Comune, l’opportunità o meno di costituirmi come parte civile nel processo». Di mesi ne sono passati più di tre e di fatto alle parole non sono seguiti i fatti. L’unico giallo a questo punto è capire se al legale incaricato dal Comune nel ratificare l’istanza sia stato poi imposto di non presentarsi più. Perché a quanto si vocifera sarebbe arrivato in tribunale, ma in ritardo. E a quel punto il giudice avrebbe chiuso la porta. Una strategia comunicativa fallata, seguita da un silenzio stampa ancora più imbarazzante. Nessuna giustificazione nelle ore successive, nessun tipo di chiarimento.

Chi ha voglia di parlare invece è l’opposizione. «Il Comune non si è costituito parte civile e non potrà più farlo in questo processo – puntualizza Anna Lisa Belardinelli, consigliere comunale e avvocato di professione – il sindaco Gubetti aveva annunciato di non volersi costituire parte civile e che solo dopo le nostre forti pressioni, con una clamorosa retromarcia, aveva dichiarato il contrario. Segno evidente che la Gubetti, anche questa volta, ha preso in giro i cittadini. Personalmente ritengo la mancata costituzione di parte civile del comune contro un ex amministratore un fatto gravissimo che sarà oggetto di una puntuale interrogazione vedremo come si giustificherà». Sempre Gubetti mesi fa aveva sostenuto che il Comune «avrebbe potuto chiedere ugualmente, in sede civile, al termine del processo e solo in caso di condanna, eventuali risarcimenti in quanto parte offesa». Si vedrà. L’impressione è che la Giunta Gubetti su questa storia non riesca a mantenere una posizione cambiando linea più volte per non mettere in difficoltà l’ex primo cittadino.

Processo Pascucci: i fatti

Poi c’è il processo con i fatti che risalgono al periodo tra il 2015 e il 2016, periodo in cui il Nucleo anti corruzione della Guardia di Finanza di Roma stava indagando sull’annosa vicenda della lottizzazione della frazione cerveterana Campo di Mare. Sulla base di diversi esposti presentati, la Procura di Civitavecchia aprì un fascicolo acquisendo la relazione delle Fiamme Gialle e la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche dell’allora sindaco, disposte dalla Procura di Roma in un procedimento parallelo aperto nella Capitale. Secondo la pubblica accusa, con il parere favorevole del responsabile dell’Urbanistica Nunzi che curò la parte tecnica delle delibere finite sotto i riflettori, relative alla perimetrazione del nucleo spontaneo originario di Ostilia, al fine di cercare di sanare la situazione di abuso, Pascucci portò gli atti in consiglio comunale, ottenendo al tempo stesso una sponsorizzazione di 25mila euro per una manifestazione culturale estiva del Comune. E le intercettazioni prodotte dagli investigatori riguarderebbero almeno una telefonata del sindaco che sollecitava il versamento della sovvenzione agli organizzatori del festival. Nel 2019 la Guardia di Finanza di Ladispoli inviò poi la relazione conclusiva alla Procura di Civitavecchia, mentre resta in piedi anche il procedimento avviato come si diceva a Roma nel 2015 per presunti reati connessi. Tutte accuse che dovranno essere provate in dibattimento, e che l’avvocato difensore di Pascucci, Giorgio Martellino, dovrà cercare di chiarire e smontare. Il Collegio giudicante ha già fissato le prossime udienze del dibattimento: 20 febbraio, 6 marzo e 5 giugno dove termineranno le operazioni di testimonianze dell’accusa e inizieranno quelle delle parti civili.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.