IL CANCRO DEL PANCREAS

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UN KILLER SILENZIOSO E NASCOSTO.

tiroide
Dottor Professor
Aldo Ercoli

E’ questa la quarta causa di morte per neoplasie. Non sta colpendo solo soggetti anziani ed è un continuo aumento percentuale (> 7% dei cancri). Viene subito dopo la prostata, il colon retto ed i polmoni nell’ uomo. La mammella, il colon retto e i polmoni nella donna.

A parte la testa del pancreas, che è sita in corrispondenza del tratto curvilineo della seconda porzione duodenale, sia il corpo che la coda si estendono in sede retroperitoneale fino all’ilo della milza. E’ come un serpente nascosto, lungo 12 – 15 cm posto orizzontalmente dietro l’addome.

Quando il tumore da segno di sé è spesso troppo tardi. Velenoso come un crotalo orrido, un serpente a sonagli, può mordere, implacabile portando al decesso. Alla stregua di un rettile ha una testa (65% delle neoplasie), un corpo (30%) ed una coda (5%).

Le percentuali si riferiscono agli adenocarcinomi duttali (aciniesocrini che portano enzimi pancreatici al duodeno per assimilare soprattutto i grassi). Solo nel 5% (o poco più) la neoplasia colpisce le cellule insulari: agglomerati di ghiandole endocrine deputate alla secrezione di insulina, glucagone ed altri ormoni polipeptidici.

La sintomatologia clinica?
Il pancreas, indispensabile per digerire i grassi provoca, nella neoplasia, un tardivo dimagrimento del malato. Il paziente perde peso, diventa troppo magro, perché non ha più appetito (proprio lui che era una “buona forchetta”)
Nella digestione vi è un malassorbimento insidioso, subclinico, più spesso nausea e diarrea. Non è questo l’unico sintomo tardivo dell’assassino. Sempre di nascosto ed al buio il paziente avverte un “morso all’addome” che si irradia posteriormente, un dolore viscerale strano che si attenua dopo i pasti o piegandosi in due in avanti, flettendo il tronco sul bacino. La terza credule faccia del male si presenta con il colore giallo degli occhi (giallo come la bile che non scorre e va nel duodeno). E’ il segnale dell’ittero, associato ad urine molto colorate (ipercromiche); le feci sono invece scolorite, molto chiare e vi è prurito cutaneo, quale unico sintomo. In quest’ultima “facies” semeiologica, la testa del serpente, aumentata di volume, comprime le vie biliari, ostacolando il deflusso nell’intestino.

Ittero, prurito, colecisti distesa e palpabile (in molti casi) questa la triade del “segno di Curvasier – Terrier”. Mi fruttò un 30 e lode all’esame di chirurgia pur non avendo la manualità del chirurgo. Solo l’istinto del segugio, del semeiologo clinico, dell’ispettore di polizia in camice bianco. Quel “segno di Curvasier – Terrier” deve far pensare ad una diagnosi e prognosi infausta. Sta ad indicare l’ostruzione del dotto biliare comune (il coledoco) oppure, peggio ancora, la presenza di metastasi multiple al fegato. Non si esauriscono qui le sfaccettature spigolose del morbo. Ci sono molti modi di colpire.
Un proiettile? Una freccia avvelenato, un venefico dardo soffiato da una cerbottana, una ferale lama di un robusto coltello che colpisce al buio e senza fare troppo rumore? Credo che sia più simile ad una “bomba ad orologeria”. Se la testa del pancreas impazzita erode lo stomaco o il duodeno, invadendola, il paziente accusa un vomito irrefrenabile. Non serve ne basta una fiale di Plasil intramuscolare, non si tratta di “imbarazzo gastrico”, magari perché si è mangiato troppo.

Altre volte (proseguendo in ordine decrescente di frequenza) l’aggressione gastrica porta al sanguinamento. Ecco allora l’ematemesi (la fuoriuscita del sangue dalla bocca) oppure la melena (il sangue rende feci assai scure e piene di grasso). Ancora più rare sono le tromboflebiti migranti e l’aumento di dimensioni della milza (splenomegalia). Quando vengono colpite le cellule insulari vi è spesso l’intolleranza allo zucchero, l’avversione per i dolci.

Il tema è però più complesso; lo approfondiremo dopo. La maggior parte dei clinici sostiene che il più importante fattore di rischio per la neoplasia sia il fumo di sigaretta. Ho qualche dubbio al riguardo. Ho visto tanti forti fumatori arrivare a più di 80 anni senza morire di cancro pancreatico. Personalmente (un milione di persone diverse visitate) ho visto più provocare neoplasie polmonari, prostatiche, laringee … oppure danneggiare il sistema cardiovascolare. Altri autori puntano l’indice sugli etilisti cronici ed il caffeinomani quali soggetti a rischio. Credo, per quanto possa valere il mio “debole” parere di ricercatore solitario “atipico”, che la costituzione stenica, dinamica (in omeopatia “sulfurica”) sia la più colpita. Credo (la conoscenza empirica non è in vendita) che diatesi, costituzione, uniti allo stile di vita siamo alla base di questa patologia.

Possiamo fermarla in tempo? Molto utili sono i marker tumorali: Ca 19-9, il Cea test, Ca72-4. Anche l’ecografia dell’addome superiore, quando è in “buone e oneste mani”, può consentirci di giocare d’anticipo, di evitare il dardo velenoso che da tempo ci aspettava al varco. Meglio ancora la Tac addominale con mezzo di contrasto. Quando compaiono quei sintomi e segni già descritti la terapia è solo chirurgica. Peccato però che in molte evenienze l’asportazione radicale del tumore sia possibile solo nel 10 max 15% dei casi; segue le radio – chemioterapia. Dicevo dei tumori delle cellule pancreatiche endocrine.

L’ insulinoma (sintomi di ipoglicemia specie a digiuno migliorato dopo alcuni grossi cucchiaia di zucchero) ha una malignità assai scarsa (meno di 10). Il glucagone (lieve diabete mellito,eritema migrante prima sopraelevato e squamoso, poi necrotico) è quello più severo con una percentuale di malignità >75. Il gastrinoma (malattia ulcerosa gastrica con iperacidità ossia la sindrome di Zellinger – Ellison) è a >70. Il vipoma (diarrea con diminuzione di potassiemia e cloremia) è rarissimo (1 caso su 10 milioni). Ha percentuale di malignità<60. Ben più frequente è la sindrome da carcinoide (rash cutaneo, diarrea, broncospasmo, abbassamento della pressione arteriosa). Ne ho scoperto tre casi, tutti guariti. Qui fortunatamente la percentuale di mortalità è bassissima. La terapia, in ogni caso quando è possibile, consiste nella rimozione chirurgica del tumore.