PRIAPISMO: IMPORTANTE LA DIAGNOSI IMMEDIATA

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priapismo

LO STATO PATOLOGICO SI CARATTERIZZA CON UNA EREZIONE DEL PENE PROLUNGATA
ALLA QUALE NON SI ASSOCIA NÉ ECCITAZIONE, NÉ DESIDERIO SESSUALE.

Nella cultura greca e romana, Priapo era una divinità propiziatoria. Sue immagini venivano poste in giardini e orti, proteggendo da uccelli, ladri e malocchio. A caratterizzarlo un pene fortemente pronunciato.

Secondo la mitologia nacque da un rapporto tra Afrodite e Zeus. Era, moglie di Zeus, fortemente gelosa, volle che nascesse con un membro esagerato. Affreschi scoperti di recente a Pompei lo raffigurano intento a pesare con una bilancia il proprio pene. Da Priapo deriva uno stato patologico detto priapismo che si caratterizza con una erezione del pene persistente alla quale non si associa né eccitazione, né desiderio sessuale.

In caso di priapismo l’erezione può durare molte ore ed anche giorni e spesso determina dolore. Deriva da una grave alterazione della dinamica vascolare del pene. I maggiori casi riguardano uomini tra i 25 e i 40 anni ma può coinvolgere anche individui di altre fasce d’età. La persistente erezione, in caso di priapismo, non si risolve con l’eiaculazione.

Lo stato patologico va trattato con urgenza il più presto possibile. Il priapismo di tipo ischemico, anche detto a basso flusso sanguigno, è in genere determinato da trattamenti farmacologici per terapie psichiatriche ma anche impiegati per altre malattie. Si deve assolutamente intervenire entro le 4-6 ore. Il rischio, a causa della mancata ossigenazione, è la morte del tessuto del pene. Il pene è esposto a rischio di perdita del meccanismo di erezione con conseguenze che portano all’impotenza grave e difficilmente curabile. Meno impattante invece il secondo tipo di priapismo, quello definito ad alto flusso, in genere conseguente ad un trauma che può causare la rottura dell’arteria cavernosa del pene con fuoriuscita di sangue che “allaga” i corpi cavernosi rendendoli duri come se stesse avvenendo una erezione. Nel priapismo ad alto flusso i tessuti, al contrario di quanto accade nel priapismo ischemico, sono ben ossigenati.

La diagnosi tra i due tipi di priapismo si effettua in ospedale attraverso questi tre elementi: l’anamnesi, l’ecodoppler del pene e l’emogasanalisi del sangue contenuto nei corpi cavernosi. Poiché, tuttavia, il paziente non è in grado di sapere quali delle due forme di priapismo l’abbia colpito è necessario recarsi con urgenza ad un pronto soccorso, d un reparto di urologia in modo che possa essere fatta al più presto una diagnosi adeguata e, se necessario, si possa avviare un trattamento immediato.