ORWELL SBAGLIÒ DATA: NON ERA 1984 MA 2030

0
1951
SBAGLIÒ DATA ORWELL SBAGLIÒ DATA: NON ERA 1984 MA 2030
Orwell_errore_data_1984_2030

IL COMPIMENTO DEL GREAT RESET INIZIATO CON MASCHERINE, DISTANZIAMENTO SOCIALE E GREEN PASS PREVEDE SMART CITY, GIGABIT SOCIETY, OBBLIGO DI VACCINO UNIVERSALE, MONETA UNICA DIGITALE E CREDITO SOCIALE

di Maurizio Martucci

Previsione futura tra il serio e il faceto, tra i piani di poteri sovranazionali e oscuri cartelli internazionali, lì dove l’epitaffio per un imbecille si fa previsione distopica ai confini del reale. Nella sua lotta contro il totalitarismo, George Orwell, pseudonimodi Eric Arthur Blair, sbagliò titolo e data, non il 1984 essendo bensì il 2030 l’anno del compimento del grande resettaggio universale, iniziato con mascherine, distanziamento sociale e super Green Pass.

Anno domini 2030, abbiamo superato l’emergenza Covid-19 e coi lockdown sanitari sono finiti pure quelli energetici e climatici, imposti a cascata uno dopo l’altro. In soli 5 anni, tra paure ataviche, caccia alle streghe 2.0 e complottismi vari, dal 2020 al 2025 la popolazione italiana è però passata da 60 a 40 milioni di cittadini, sparito nel nulla il 20% della popolazione in una sforbiciata demografica senza precedenti nella storia.

Terminata l’era dei governi centrali, finite le democrazie parlamentari, l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale ha prodotto eserciti internazionali, pensiero unico, moneta unica e bitcoin come banconota elettronica al posto di desuete valute cartacee.

L’obbligo vaccinale s’è fatto universale, pari al diritto a vivere controllato, dal Sistema di credito sociale con punteggio individuale applicato da algoritmi e intelligenza artificiale per seguire il buon cittadino dalla culla alla tomba, munito di microchip dermale e cerebrale per connessioni permanenti sensoriali. Perché il 5G dell’Internet delle cose è stato il viatico per il 6G dell’Internet dei corpi, nanotecnologie al grafene e minirouter sfreccianti nei vasi sanguigni di individui ridotti a simulacro di se stessi, il tramonto dell’umanità per l’alba di cyborg e transumanesimo.

Bruciato l’ultimo fuoco di Prometeo, nel 2030 la robotica ha definitivamente vinto sull’uomo, come l’automazione su lavoratori e classe operaia: spariti 800 milioni di posti di lavoro nel mondo, messi in soffitta una cinquantina di professioni, compresi infermieri, giudici, contabili e operai nei settori chimico e metalmeccanico, ma pure postini e tassisti. Le automobili a guida senza conducente su Smart Road telecomandate hanno convertito le vecchie e inquinanti vetture a diesel e benzina, così come i droni mandato in soffitta i corrieri espressi e la DAD riformata nella robotica educativa è ora obbligatoria nelle scuole in cui si accede solo con riconoscimento facciale, vocale ed esame dell’iride. Le emozioni della mente sono anticipate e lette da una Super App, il sesso si fa con gli androidi, le malattie si curano da remoto con gli Xenobot e i giocattoli per i più piccoli sono ologrammi iperconnessi dal Wi-Gig, mentre mezzo milione di satelliti in orbita irradiano il mondo con radiofrequenze inesplorate sommate a quelle terrestri, spinte fino agli 80 Ghz. L’uso limitato del suolo è pari a quello aereo. Gli alberi secolari, verdi e rigogliosi sono un lontano ricordo così come la proprietà privata, adesso abolita. “Non possederai niente ma sarai felice”, il nuovo motto, mentre il reddito universale è il sostentamento offerto dai governanti alle masse per acquistare cibo OGM, carne sintetica e prodotti a basso impatto di CO2, da scegliere nella playlist installata direttamente nel frigorifero intelligente.

La vita? Parallela alla realtà, una compenetrazione tridimensionale, abolito il diritto al voto, di manifestazione e socializzazione dal vivo, lasciato al Metaverso il compito di addormentarci tra gli avatar, muniti di visore ottico e palmare atipico per esperienze adrenaliniche per veri e propri trip virtuali. Le città sono Smart City, gli oceani e i mari Smart Ocean, la società un tempo civile è Gigabit Society, abolite fattorie, allevamenti, come persino gli sport, sia individuali che di gruppo, ora solo digitali davanti un devices.

Anno domini 2030, apartheid e segregazione sono le uniche forme di sopravvivenza concesse ai clandestini non uniformati alla nuova normalità, la consacrazione cybernetica in cui il fisico s’è definitivamente fuso col biologico e il digitale, esattamente dieci anni dopo quell’andrà tutto bene su ingenui striscioni appesi fuori ai palazzi nel 2020, roba che nemmeno la profezia di George Orwell ha avuto il coraggio di raccontare.