NANNARELLA AL VITTORIANO

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La Capitale ricorda Anna Magnani, una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella famosa Hollywood Walk of Fame, eppure simbolo di romanità cinematografica come pochi altri. Oscar nel 1956 come migliore attrice per La Rosa tatuata, tratta da Tennessee Williams. Era nata nel 1908.di Barbara Civinini

“Quando sono da sola non mi annoio mai”, diceva l’antidiva per eccellenza del neorealismo italiano ed è proprio questo spaccato inedito e non solo domestico che il Polo Museale del Lazio di Edith Gabrielli offre al grande  pubblico con la mostra Anna Magnani, la vita e il cinema. La rassegna è allestita all’interno del Vittoriano, nella sala Zanardelli. L’imponente monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, più caro ai romani con l’appellativo di “macchina da scrivere” per la sua forma particolare, fu progettato nel 1882 dall’architetto Giuseppe Sacconi che si aggiudicò il progetto, in una gara fra novantotto concorrenti, proponendo una costruzione in stile ellenistico ispirata all’Altare di Pergamo. La rassegna curata da Mario Sesti, regista e critico cinematografico, propone un percorso culturale e soprattutto audiovisivo, in parte inedito, grazie alla collaborazione della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, dell’Istituto Luce e delle Teche Rai. La mostra ripercorre non solo la filmografia dell’attrice di Roma città aperta e Bellissima, con la ristampa digitale di foto tratte dalle pellicole o dal set, ma anche la sua presenza nella vita sociale e culturale dell’epoca, documentata soprattutto attraverso la cronaca di quegli anni. È un viaggio all’interno dell’immaginario e della memoria di un’icona, afferma Sesti. Sicuramente un simbolo di romanità cinematografica come pochi altri. La mostra apre anche uno scorcio, forse inedito, su una Magnani privata, domestica e libera tra le pareti e gli angoli della propria casa. Il Vittoriano, che dedica i suoi spazi alle più significative personalità dell’Italia contemporanea, ha scelto la Magnani come volto simbolico del racconto del vissuto quotidiano, e spesso drammatico, della liberazione dal fascismo e della lotta per la modernità. Ma secondo Sesti ci sarebbe di più. Probabilmente la voglia o l’intenzione istituzionale di includere Nannarella nel novero dei nuovi Illustri del Paese. La mostra include la proiezione di una compilation delle più belle scene dei suoi film, oltre ad un’edizione originale di cinegiornali dell’Istituto Luce realizzata appositamente. Questa mostra – spiega il curatore – vuole raccontare, soprattutto ai più giovani che magari non conoscono i suoi film “come la Magnani abbia saputo dare spessore a una soggettività femminile capace di connettere un abisso antico e recente di dolore con il sogno inesauribile di felicità e cambiamento”. Tutti gli appuntamenti al Vittoriano rientrano in ARTCITY-Estate 2017, un progetto di oltre cento iniziative di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo, promosso e organizzato dal Polo Museale del Lazio per promuovere la cultura e i suoi luoghi. La mostra si potrà visitare sino al 22 ottobre.