Mascherina fai da te, non tutte vanno bene: aggiornamento

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Una sarta di Ladispoli è disponibile a confezionare mascherine, ma avvisa: “Non tutte sono efficaci”

Buona sera,
ho visto ieri mattina in tv l’intervista ad un imprenditore di un calzificio che ha avuto l’incarico di riconvertire rapidamente la sua fabbrica con una produzione di mascherine fatte con particolare tessuto e leggendo l’appello della Sig.ra Lazzeri, assessore del Comune di Ladispoli, che si è rivolta alle sartorie della città con l’invito a cucirne  per la cittadinanza, mi sono sentita coinvolta in quanto uso bene e con esperienza da molti decenni la macchina da cucire, l’idea mi è piaciuta in effetti.
 Poi ho riflettuto e mi sono ricordata delle parole della nostra ricercatrice Prof.ssa Capua che ci ha spiegato: le mascherine in tessuto stoffa non vanno bene perché lasciano passare il virus che è infinitesimale, in più danno una falsa sicurezza in chi le indossa con il rischio di infettarsi. Un prodotto di questo genere può essere confezionato solo a queste condizioni:
 1 – deve essere fornito il materiale adatto da chi ha la competenza  e sa quale è quello efficiente che si deve usare,
  2 – occorre un modello base, prototipo, di una mascherina dalla quale si copiano tutte le altre.
Con queste premesse, senza essere influenzati da descrizioni su siti di mascherine casarecce, che possono fare danni,  personalmente io mi offro per cucirle a tempo pieno. M.Ombretta Pozzi
AGGIORNAMENTO INFORMAZIONE
Arriva in redazione un’ulteriore informazione da parte della signora Pozzi che con piacere condividiamo, apprezzando la proposta di aiuto rivolta alla comunità: “Preciso che non sono sarta ma ex docente di educazione tecnica, comunque cucio a macchina da quando avevo 11 anni, ma non è questo che importa.
 E importante invece leggere il Decreto  G.U.  del 17.04.2020 – n.18 Titolo I  art. 16, che qui riporto:
Art. 16 –  (Ulteriori misure di protezione a favore dei lavoratori e della collettività) 1. Per contenere il diffondersi del virus COVID-19, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, sull’intero territorio nazionale, per i lavoratori che nello svolgimento della loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro, sono considerati dispositivi di protezione individuale (DPI), di cui all’articolo 74, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, le mascherine chirurgiche reperibili in commercio, il cui uso è disciplinato dall’articolo 34, comma3, del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9. 2. Ai fini del comma 1, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, gli individui presenti sull’intero territorio nazionale sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio.
Ecco il punto: “mascherine filtranti“.
 Invito pertanto chi ha lanciato l’appello a cucire mascherine in stoffa  a fare richiesta di costituire in  Ladispoli una manifattura di mascherine filtranti inviando la domanda a :
 (Commissario Straordinario Domenico Arcuri)

Emergenza Coronavirus, ecco l’email per le imprese che offrono aiuto

18/03/2020

In relazione all’emergenza Coronavirus, diverse aziende hanno contattato Invitalia per offrire aiuto alle aree del Paese più colpite dal contagio.

Per questo motivo l’Agenzia mette a disposizione l’indirizzo email emergenzacoronavirus@invitalia.it, al quale le imprese possono segnalare la loro disponibilità a fornire prodotti o servizi utili a fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Ogni proposta di aiuto deve indicare chiaramente:

  • cosa viene offerto
  • in quali quantità
  • in che tempi
E’ inoltre importante specificare i nominativi e i contatti delle persone a cui fare riferimento.
Con questo porto a conoscenza e concludo porgendo distinti saluti.
M.Ombretta Pozzi.