LADISPOLI, PROTESTA AL LICEO PERTINI: GLI STUDENTI VOGLIONO LA DAD

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Hanno protestato ad oltranza dal primo giorno dal rientro dalle vacanze natalizie e non intendono affatto mollare la presa. Protesta viva più che mai al liceo Pertini di Ladispoli. Circa sessanta studenti, forse anche di più, si sono rifiutati di entrare fino a mercoledì e hanno dato vita ad una protesta fuori dai cancelli del plesso di via Caltagirone. Con striscioni e slogan hanno fatto sentire le loro ragioni, sostenendo in sostanza che le lezioni in presenza non siano sicure in questo momento per il numero troppo alto dei contagi. E proprio perché anche a Ladispoli la curva dei positivi è in grande ascesa, i giovani pensano che la Dad sia la soluzione migliore. «Siamo perfettamente a conoscenza dell’importanza delle lezioni in presenza – si espone Giovanni Urru, uno dei manifestanti – soprattutto per i ragazzi del biennio. Quello che chiediamo però è la messa in sicurezza della struttura. Le nostre classi sono molto numerose e purtroppo non tutte le aule sono abbastanza spaziose da poter garantire il giusto distanziamento. Tanti compagni hanno deciso di essere qui di fuori, altri ci appoggiano ma sono rimasti a casa». Parola anche al rappresentante d’istituto del Pertini. «Come si possono rispettare le distanze in aule piccole? – parla Cristiano Salvucci – Dobbiamo indossare le mascherine Ffp2, tenere costantemente aperte le finestre e spesso, soprattutto nella nostra succursale, succede che i riscaldamenti vanno in tilt. Non stiamo manifestando solo noi, siamo in contatto con altri rappresentanti di altre scuole. La Questura ci ha dato l’ok per martedì prossimo: scenderemo in strada con la mascherina e rispettando le distanze. Tutti i nostri compagni invece simbolicamente non entreranno a scuola. Sindaco e assessore di Ladispoli ci hanno ricevuto rispondendo che decide il Governo. I nostri timori sono fondati». Una delegazione di studenti del liceo scientifico Sandro Pertini si è recato in Comune per farsi ricevere dal sindaco, Alessandro Grando e l’assessore all’Istruzione, Fiovo Bitti. «Gli abbiamo spiegato – risponde Bitti – che la decisione sull’eventuale didattica a distanza dipende dal Governo. È possibile che decida un Comune o la Regione, ma solo se in zona rossa. La situazione è problematica ovunque, noi siamo in contatto quotidianamente con tutti i dirigenti scolastici della città per monitorare la situazione ora per ora. Di più non possiamo fare».

La replica della preside Fabia Baldi: “Il Liceo Pertini ha adottato in maniera estremamente scrupolosa fin dall’inizio della pandemia tutte le misure di sicurezza per il contenimento del contagio da COVID 19 previste dai protocolli istituzionali. Ne è prova il fatto che non abbiamo mai avuto nessun focolaio nella scuola. Anzi gli studenti si sono spesso lamentati dell’eccessivo (secondo loro) rigore da me seguito nell’applicazione delle norme. Il consiglio di istituto ha deliberato su mia proposta che il numero degli studenti di questo anno fosse il medesimo dell’anno precedente, in modo da garantire il metro di distanza interpersonale, anche se il ministro ad inizio anno ha eliminato l’obbligo del metro di distanza tra gli studenti. Il numero medio degli studenti per classe è inferiore alla media e non ci sono al Pertini le cosiddette “classi pollaio”. Sulle mascherine Ffp2 e le finestre aperte, entrambe le misure sono obbligatori per normative interministeriale. È mio dovere applicarle e farle rispettare. Gli studenti inoltre non mi hanno avvertita di questa loro autonoma e non autorizzata protesta, né mi hanno chiesto un incontro. Tutti sanno che sono sempre disponibile al dialogo”.