Ladispoli elettromagnetica, dopo viale Europa nuove antenne a piazza Domitilla

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Nonostante la mozione stop 5G approvata in consiglio comunale, agli amministratori dei palazzi di piazza Domitilla piovono richieste per installare altre antenne telefoniche. Aumenta l’elettrosmog come in viale Europa, dove una mamma s’appella al sindaco Grando: “non lasci colpire i bambini”. Per i comitati (e l’ex sindaco di Roma) serve un regolamento che freni il far west sui tetti.

di Maurizio Martucci

Colmare un’imperdonabile assenza di Regolamento con un’offerta economica a norma di legge: un canone annuo da 8 mila euro è il prezzo per sanare i ratei degli inquilini, sondando il terreno in attesa dell’assemblea condominiale. Una lettera ispettiva redatta da una società privata con sede in Veneto e indirizzata all’Amministratore di uno stabile in Piazza Domitilla (zona via Roma), chiede infatti “ospitalità per l’installazione di una stazione radio base sull’immobile gestito dalla vostra società”. La nota tra privati, finalizzata però ad elettrificare l’aria pubblica, chiarisce che “per migliorare il servizio di telefonia mobile ed internet in questa parte del territorio del Comune di Ladispoli, ha avviato la ricerca di immobili idonei per l’installazione di un impianto di Telefonia Mobile nella zona”. La richiesta è per una parte di terrazzo (superfice circa 20mq) per piazzare una nuova antenna telefonica” nel rispetto della normativa vigente in materia edilizio-urbanistica, in materia di limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, sanitaria, di sicurezza ed ambientale”.
5G A PIAZZA DOMITILLA?
Di tecnologia 5G non se ne parla né ci sono riferimenti, ma è implicito il richiamo alla quinta generazione wireless quando la lettera chiarisce che l’impegno è “preso con il Paese al fine di dotare la nazione di una importante infrastruttura tecnologica, considerata dalla Unione Europea di interesse strategico per lo sviluppo economico e sociale dei suoi Stati Membri”. La domanda è stata inoltrata a metà Novembre, si tratta di una vera e propria ricerca di mercato: infattisi afferma che, se l’Amministratore non dovesse rispondere positivamente entro 15 giorni, “verrà avviata la ricerca di altri immobili limitrofi che risultino idonei alla realizzazione dell’impianto di telecomunicazioni sopra detto”. Cioè, se non sarà il suo il palazzo prescelto, un altro su piazza Domitilla sarà trovato. Magari col vecchio adagio che è meglio subirsi un’irradiazione verticale dal tetto, piuttosto che frontale dal palazzo che irradierà davanti.
Tutto lecito, per carità, però il problema è che la legge quadro nazionale non è mai entrata a pieno regime (da circa 20 anni mancano i decreti attuativi) e c’è poi attesa per l’esito sull’aggiornamento della ricerca medico-scientifica per i seri pericoli sanitari da elettrosmog in esame sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
URGE UN REGOLAMENTO COMUNALE SULLE ANTENNE
Senza poi considerare che Ladispoli è priva di un Regolamento comunale sulle antenne che ne disciplini ragionevolmente l’allocazione, annullato nel 2004 dal TAR Lazio (sez. II bis, sentenza n. 5186) quello approvato nella prima giunta Gino Ciogli con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 73 del 5 Dicembre 2001 (Regolamento Comunale di Gestione del corretto insediamento urbanistico e territoriale delle stazioni radio base per telefonia mobile). Trascorsi ben 15 anni dalla bocciatura in tribunale, infatti su Ladispoli non è più successo nulla: se non l’aumento vertiginoso di antenne e gli appelli dei cittadiniche rivendicano tutela sanitaria. Da qui l’invito del Comitato Stop 5G Cerveteri-Ladispoli girato al Sindaco Alessandro Grando affinché rafforzi con urgenza il potere di pianificazione territoriale affidato agli enti locali, ribadito in numerose sentenze amministrative: “L’art. 8, 6° comma della Legge Quadro sulla protezione dai campi elettromagnetici, n° 36 del 2001, affida ai comuni la facoltà di adottare un Regolamento ‘per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti radioelettrici, di radiodiffusione e di telefonia mobile nonché al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici’. Si tratta di uno strumento che, accompagnato dal Piano settoriale urbanistico, offre ai sindaci la possibilità di governare il fenomeno di ‘antenna selvaggia’, evitando, attraverso una oculata pianificazione, il far west elettromagnetico che, spesso, espone la popolazione ai rischi dell’elettrosmog e concorre ad abbrutire lo skyline delle città”.
ROMA COME LADISPOLI: IL FAR WEST ELETTROMAGNETICO
Un posizione, quella in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini nel disinteresse degli amministratori inadempienti, sottolineata per altro anche dall’ex Sindaco di Roma, Ignazio Marino: alcuni anni fa provò ad attuare il regolamento capitolino per le antenne, ma senza fortuna. E rileggendo un suo recente sfogo sui social, non si fatica a capire quanto poi Roma – alla fine – non sia così lontana da Ladispoli, chilometri d’Aurelia a parte.“Durante il mio ultimo viaggio in Italia – ha postato Marino sulla sua pagina Facebook -entrando a Roma ho rivisto la distesa di antenne e ho ripensato all’orgoglio che provai, non solo da Sindaco ma anche da medico, quando approvammo, nel 2015, la delibera per regolamentare la distribuzione delle antenne nella Capitale al fine di ridurre i pericoli per la salute dei cittadini esposti alle onde elettromagnetiche. Così oggi sono andato a cercare che fine avesse fatto quella delibera che nei fatti è come una legge. Non è stato fatto nulla nonostante che persino la Magistratura (TAR) abbia sottolineato l’importanza del provvedimento. Si tratta di un provvedimento che non costa nulla al Comune di Roma. Chi lo governa dovrebbe solo applicarlo e farlo applicare alle Aziende. Ma, ovviamente, alle Aziende non interessa applicarlo, e questo si comprende perché costa denaro: dunque, nasce un interrogativo. Chi siede in Giunta e in Consiglio Comunale della Capitale d’Italia, maggioranza e opposizione, non ne chiede l’applicazione perché per qualche motivo non vuole disturbare le Aziende, oppure perché non ha a cuore la salute dei cittadini, o semplicemente perché non ha mai studiato e quindi non sa neanche che la norma esiste? Sarebbe interessante conoscere quale delle tre è la risposta giusta.”
CONTESTATA L’ANTENNA IN VIALE EUROPA
Non solo Piazza Domitilla. Perché proprio su L’Ortica abbiamo dato notizia dell’installazione di un’ennesima antenna telefonica prevista in zona Miami, col via libera dell’assemblea condominiale di uno stabile in viale Europa. Le proteste dei cittadini, preoccupati per la salute, sono in una lettera scritta a Grando da una ladispolana: “Gentile Sindaco, chi le scrive è una sua concittadina, mamma di due bambini che ha a cuore la loro salute ed il loro futuro in quella che è la città che mi ha visto crescere e che vorrei potesse essere così anche per i miei figli. Le scrivo, anche alla luce della recente approvazione da parte del Consiglio Comunale della mozione (n.39 del 29 Ottobre 2019) che esprime contrarietà alla sperimentazione della tecnologia 5G sul territorio del Comune di Ladispoli per il principio precauzionale sancito dall’Unione Euopea. L’approvazione della mozione, seppur non abbia il valore legale di una ordinanza, dimostra la sua sensibilità, e quello dei consiglieri di maggioranza, sul tema dell’inquinamento elettromagnetico, ponendo dubbi sulla innocuità del sistema delle radiofrequenze e sulla necessità di un monitoraggio costante dell’impatto ambientale e sanitario in merito ai possibili effetti indesiderati sulla popolazione tutta, ed in particolare dei bambini. Nel mese di Ottobre 2019 è stata fatta richiesta di installazione di una stazione radio base su una quota parte del terrazzo di un condominio sito in Viale Europa. Non le è difficile ricordare che in quella stessa area (via Settevene Palo), proprio all’ingresso della cittadina, esiste già una imponente antenna con numerosi ripetitori installati posizionata su di una rotatoria priva di opportune recinzioni. Quella stessa antenna, oggetto di contestazioni negli anni passati, dista pochissimi metri dal parco giochi di Viale Europa, uno dei parchi più frequentati dai bambini del nostro territorio, dove si è conclusa la sua campagna elettorale. L’assemblea condominiale dell’immobile in questione, a maggioranza e non all’unanimità, ha approvato la richiesta della società telefonica e lo scenario che si andrà a delineare nei prossimi mesi è quello dell’installazione di una nuova antenna a pochi metri da quel parco e dall’esistente ripetitore. Da genitore e da cittadino mi chiedo: quali saranno le conseguenze? Quali i rischi per la nostra salute e per quella dei nostri bambini? In qualità di primo cittadino e di genitore come lo sono io le scrivo per chiederle un suo intervento in quanto massima autorità sanitaria della nostra cittadina. So che l’immobile è privato e quindi fuori dalla competenza comunale, ma forse si potrebbe impedire che interessi economici privati possano danneggiare la nostra cittadina attraverso la definizione di un Regolamento e di un Piano per le Antenne chiaro e trasparente che ne impedisca ad esempio l’installazione in prossimità di siti dedicati ai bambini (scuole, asili, parchi gioco, ludoteche, etc.).Voglio pensare che lei rappresenti una Ladispoli ‘nuova’, attenta alle esigenze dei suoi cittadini e soprattutto dei bambini e che si possa far prevalere il principio di precauzione al mero interesse economico privato”.