Ladispoli sotto attacco. E’ il momento di reagire tutti insieme

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di Gianni Palmieri

E adesso non veniteci a dire che è stata solo autocombustione.

Non veniteci a raccontare che è solo colpa di questa maledetto caldo di una maledetta estate che prima finisce meglio è. Perchè quello che è accaduto in queste ore a Ladispoli oltrepassa le classiche problematiche causate dalle alte temperature. Quando vanno a fuoco varie zone del territorio, quando divampano incendi che sembrano essere ad orologeria, quando rischia di andare distrutto l’immenso patrimonio naturale del nostro litorale, beh qualcosa non torna. Il bosco di Palo Laziale con la sua oasi, la palude di torre Flavia e le campagne di Monteroni quando stiamo scrivendo questo articolo non sappiamo nemmeno se esistono più. E, forse, se non sono andate completamente distrutte lo si deve al coraggio ed all’impegno di vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine e tanti semplici cittadini che si sono lanciati tra le fiamme per evitare la catastrofe. A tutti loro va un ringraziamento colossale da parte della popolazione. Ma la tragica domenica di ieri non la dimenticheremo facilmente. Siamo precipitati nel baratro, siamo stati pervasi dalla stessa sensazione dello scorso 6 novembre quando Ladispoli fu sconquassata da un tornado. Ferita, devastata, piegata. Solo che quel tragico giorno fu la natura a fare la voce grossa, ricordando all’uomo quanto sia piccolo e fragile. Ieri non è stata la natura. Ieri non è stato solo il caldo torrido. Ieri, e vorremmo vivamente essere smentiti ma sappiamo che sarà difficile, è stata la mano di qualche bastardo che ha tentato di distruggere il nostro territorio. Non si possono innescare incendi uno dopo l’altro, dalla prima mattina si sussurrava di cinque inneschi che sarebbero stati trovati nei pressi del bosco di Palo Laziale dopo lo spegnimento del primo rogo. Poi è accaduto il disastro, ha preso fuoco Monteroni, ha preso fuoco la via Aurelia, le fiamme sono avanzate verso l’oasi naturalistica. Infine, e qui nasce il profondo sospetto che esista una regìa occulta, a tarda sera è andata  fuoco la palude di torre Flavia. E per favore nessuno ci venga a parlare di auto combustione alle 22,45. Inutile girarci intorno, insieme all’acre fumo che da ore si respira a Ladispoli, abbiamo la grave sensazione che la città sia sotto attacco. Un attacco studiato a tavolino, preparato minuziosamente, con il chiaro obiettivo di colpire i simboli di Ladispoli. Perchè il bosco di Palo Laziale e la palude di torre Flavia sono i simboli della nostra città. Ma sia chiaro un concetto, che dalle pagine de L’Ortica siamo pronti a ripetere all’infinito. Nessuno pensi di aver sconfitto Ladispoli. I bastardi che potrebbero essere dietro questi attentati incendiari sappiano che nessuno arretrerà di un metro. Nemmeno le profonde ferite inferte a Ladispoli nella giornata di ieri potranno piegare una popolazione. Che ora, aldilà delle simpatie politiche, delle amicizie e delle convenienze, deve diventare una voce sola, un corpo solo, un intento unico. Respingiamo in ogni modo questo attacco, difendiamo il nostro territorio, collaboriamo con le forze dell’ordine per individuare questi bastardi. L’Ortica lo ha scritto dopo la bomba molotov lanciata contro la casa del sindaco di Cerveteri e lo ribadisce in questi momenti nei quali Ladispoli sta bruciando: NON PERMETTEREMO A NESSUNO DI TRASFORMARE IL NOSTRO LITORALE IN UN CAMPO DI BATTAGLIA.