LA “SINDROME DEL COLIBRI’”

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colibrì

Oggi sono molti gli incendi che bisogna domare…

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio: con queste parole inizia la  favola africana del tenace e coraggioso colibrì, un uccellino che pur sapendo dessere inadeguato rispetto agli altri animali a spegnere un incendio di grandi proporzioni, non si perde danimo e va incontro alle fiamme con una sola goccia nel becco, portando comunque il suo contributo per contrastare quellimmane disastro. Favola a parte, se cè una cosa di cui luomo si sta occupando molto poco è proprio la salute del nostro ambiente naturale, pur gravato dai numerosi incendi, dalle varie forme dinquinamento di cui soffre oggi più che mai il nostro bel pianeta. Vero è che un po’ tutti nasciamo con una certa curiosità per la natura circostante, a cominciare dai bambini, ma sfortunatamente la maggior parte delle risposte che si ricevono non sono adatte a mantenere vivo linteresse per le cose naturali, e man mano che si cresce ladattamento allaspetto umano dellambiente, in uno ad una cultura dominante di stampo umanistico-letterario, assorbe sempre più lattenzione, e la propensione, lentusiasmo per la natura e i suoi numerosi servizi ecosistemici svanisce come nebbia al sole.

La dura realtà, però, incombe, ed oggi sono molti gli incendi che bisogna domare, pena la nostra stessa sopravvivenza su questo pianeta. Già da diversi anni alcuni studiosi, parlando dinsetti, si chiedevano quale fosse il loro futuro e quello della nostra specie, considerato che moltissime specie si stanno estinguendoinsieme con la distruzione delle foreste tropicali, la scomparsa delle loro piante ospiti, linaridimento del clima e la diffusione dei veleni nellambiente.

Inoltre:Ancor più numerose saranno quelle specie che si estingueranno quando il riscaldamento climatico e il conseguente innalzamento del livello del mare costringeranno (udite,udite!) luomo ad abbandonare le pianure e a rifugiarsi in montagna, diffondendo lagricoltura intensiva in ambienti che ancor oggi non conoscono limpatto ambientale, Questi studiosi descrivono un quadro veramente agghiacciante, cui si sommano gli incendi delle guerre purtroppo ancora in corso, non vi pare?

E fu così che la lettura di tali allarmanti righe costrinse quel colib, piccolo e inadeguato che è dentro di me (ma anche dentro di Voi se lo risvegliate) a volare, pardon, ad adoperarsi per cercare di favorire la conoscenza, anche approssimativa, di quei processi e di quelle condizioni generali dellambiente che rendono possibile la sopravvivenza su questo pianeta.

Insistendo nel portare questa mia goccetta, ho provato a realizzare un piccolo museo naturalistico che parli dei miei amici insetti, minuscoli Nembo Kid della natura, dispensatori di vita ma spesso ignorati e disprezzati proprio da quegli umani che, come si diceva dianzi, oggi hanno perso ogni interesse per la natura e il suo funzionamento. Nonostante letà, questo volo si perpetua, nella speranza di realizzare non solo altri musei della natura, ma anche nella continua ricerca del posto giusto per piantare un albero e coinvolgere le persone ad averne cura e vederlo crescere saldo e baldanzoso per la salute del nostro ambiente.

Una parte consistente di questo incendio divampa anche nella costante perdita di biodiversità, causa cambiamenti climatici, inquinamento, pesticidi e continuo consumo del suolo naturale e agricolo, spesso ad opera delle stesse amministrazioni locali. Attualmente ho ottenuto da un vicino grossi pezzi del tronco di un albero, tagliato perché pericolante, e questo ha contributo a scatenare ancor più la sindrome da cui son posseduto. Il legno morto è un componente vitale degli ecosistemi forestali, un habitat ove numerosissime forme di vita ( xilofagi e xilobionti) traggono il loro sostentamento: boschi, macchie e gravine mancano di tale elemento causa la diffusa raccolta di legna da ardere in stufe e caminetti, e quella spinta mi costringe a celare questi grossi ciocchi nel segreto di boschi, macchie, persino nei terreni di amici compiacenti.

Lattenzione allambiente oggi diventa assolutamente vitale, la possibilità delluomo di alterarlo sè sviluppata più in fretta della sua capacità di comprenderne struttura e funzioni, per cui la morale della favola sta nella capacità di opporsi con tenacia a tale grande incendio planetario. Ma dobbiamo farlo tutti insieme, ognuno con la propria goccetta, costringendo la politica ad occuparsi soprattutto della salute del pianeta: tutto il resto, se ascoltate il vostro colibrì, diventa secondario!

Valentino Valentini