LA LOTTA ALL’INQUINAMENTO: «SOTTO LA SABBIA RIFIUTI DI OLTRE MEZZO SECOLO FA»

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LA SCOPERTA IN PALUDE DELL’EQUIPE DI “SCIENCEDIRECT”. SPICCANO RESTI DI PLASTICA E CARTUCCE DI FUCILE.

Rifiuti abbandonati, sotto la sabbia, in angoli remoti, per 60 anni o forse più. È quanto emerso dall’articolo scientifico pubblicato dalla rivista “ScienceDirect” che si è concentrata in particolar modo sui canali di Torre Flavia nei pressi dell’oasi naturalistica di Cerveteri e Ladispoli. Una scoperta a dire il vero avvenuta la scorsa estate, quando la palude andò in secca e i volontari si rimboccarono le maniche per bonificare questa porzione di tratto costiero.

Secondo questo report, basato sui campioni raccolti da figure esperte, è emerso come il 78,8% dei rifiuti rinvenuti siano composti da materiale plastico, l’8,9% vestiti e il 4,9% vetro. Tra le categorie più trovate risultano esserci articoli domestici comuni (25,4%), articoli diversi (24,2%) e imballaggi per alimenti e bevande (21,4%) ma anche scarti legati al bracconaggio. Non sono mancati infatti i ritrovamenti di reperti risalenti a diversi anni fa, vecchi addirittura di 60 anni, riferiti in particolar modo alle cartucce per fucili da caccia. Nella maggior parte dei casi si tratta comunque di rifiuti abbandonati dai bagnanti che durante il periodo estivo frequentano l’arenile di Torre Flavia.

Ci sono poi quelli trasportati direttamente dalle mareggiate e da altri eventi meteo-marini accumulati nella zona umida. Nello studio a carattere scientifico emerge in particolar modo la pericolosità del bracconaggio nelle aree a protezione speciale. Una «minaccia diretta per gli uccelli ma anche un fattore indiretto – si legge – di pressione sulla fauna selvatica a causa dell’accumulo di piombo». Considerata l’immondizia scovata, la bonifica di queste zone umide – secondo l’analisi – può definirsi importante per «mitigare l’inquinamento da plastica e l’accumulo di piombo».

Il paradosso. E proprio in questa direzione vanno sempre gli ambientalisti e i volontari che hanno a cuore le sorti di questa riserva naturale accerchiata dai mega concerti promossi dal comune di Cerveteri, dai progetti scellerati nel comune di Cerveteri come quello relativo al distributore di benzina ma anche dagli insediamenti urbanistici nel comune di Ladispoli. «Noi ribadiamo sempre quanto siano importanti – afferma Corrado Battisti, responsabile della palude di Torre Flavia per conto di Città Metropolitana – gli interventi di pulizia delle spiagge, delle dune e dei canali. Ci sono tanti volontari con noi, tante associazioni e comitati che si danno da fare e questo è un bene per la tutela del litorale e delle specie di animali presenti, tra cui ovviamente i nostri amici fratini». Meno sporcizia c’è, più i volatili scelgono questo habitat per nidificare. «Da 40 anni – spiega Rita Paone di Marevivo Lazio – la nostra associazione si occupa di sensibilizzazione su questo tema, organizzando periodicamente pulizie manuali delle spiagge. L’utilizzo smodato della plastica, soprattutto quella monouso, da anni sta provocando infiniti danni al nostro ambiente e a noi stessi. Il termine PlasticOcene identificherebbe proprio l’epoca che stiamo vivendo, in cui la plastica, micro e nano, ha caratterizzato ogni ambiente naturale ed ogni attività umana: è stata infatti rinvenuta nella placenta, nel sangue umano, nei deserti e nei ghiacciai»