FOCUS SULLA MARIJUANA

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La modalità più comune di consumare la marijuana e l’hashish è il fumo. Le sigarette di marijuana vengono preparate con le foglie ed i fiori della cannabis sativa che contiene oltre al THC (tetrahydrocannabinolo) oltre 150 sostanze con proprietà psicoattive ma anche potenziali effetti fisiologici.

piastrinopatia
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Per “farsi una canna” si intende fumare la cannabis sativa con assorbimento di THC da parte dei polmoni che arriva ai tessuti e viene metabolizzata dal fegato. Vi sono specifici recettori dei cannabinoidi a livello del sistema nervoso centrale, periferico e nel midollo spinale. La marijuana è la sostanza più diffusa nei paesi occidentali. Quali sono i suoi effetti?
Si può asserire che l’intossicazione acuta è caratterizzata da una sensazione di lieve euforia assai simile a quella di una modesta ebbrezza alcolica. Dosi più elevate possono provocare comportamenti psichici e comportamentali analoghi ad una severa intossicazione alcolica. Vi è una certa variabilità da soggetto a soggetto: nei consumatori sani l’intossicazione è relativamente benigna, negli individui con precedenti psicotici o nevrotici compaiono gravi disturbi emotivi. Nell’intossicazione cronica si perdono i normali obiettivi sociali e si instaura una dipendenza dalla sostanza. Anche in questo caso vi è una notevole variabilità individuale. I disturbi cognitivi e neuropsicologici sono più evidenti quando vi è un abuso plurimo di altre droghe oppure di alcol. Tra i giovani, ma non solo, la combinazione di marijuana e alcol è molto comune. Lo stato di ebbrezza euforica che ne scaturisce elimina i freni inibitori, ci si lascia andare in una sorta di allegria che non è quella fisiologica. La mia non è un’esperienza diretta ma osservata quale sanitario. Ricordo che una trentina di anni fa mi diede fastidio solo il fumo passivo di una mia giovane amica che, non essendo una consumatrice cronica della droga “leggera” ma soltanto saltuaria, stava benissimo, era sempre lucida.
Quali sono gli effetti fisici della marijuana?

Alla prima sigaretta fumata nella vita vi è un certo arrossamento degli occhi e aumento dei battiti cardiaci. Questa tachicardia scompare poi negli utilizzatori cronici. Da cardiologo, ho riscontrato una decina di casi, in soggetti adulti con anamnesi positiva per insufficienza coronarica, di crisi anginose dopo che avevano abusato nel fumare marijuana.Ho pertanto sempre sconsigliato vivamente l’uso della droga nei cardiopatici. Anche come bronco pneumologo ho fatto altrettanto. Troppo spesso l’inalazione profonda e la ritenzione prolungata del fumo può provocare un’irritazione branchiale cronica. Chi fuma solo tabacco ha un’inalazione di diffusione di monossido di carbonio minore rispetto ai fumatori che fanno uso di marijuana. Non confermato è l’abbassamento dei livelli di testosterone negli uomini anche se alcuni studi hanno documentato una riduzione della motilità degli spermatozoi ed anomalie morfologiche nei consumatori cronici con conseguenze riguardo alla fertilità. L’uso nelle donne in gravidanza può compromettere la crescita e lo sviluppo del feto.Nei consumatori abituali si sviluppa una tolleranza verso gli effetti psicoattivi tale da ricorrere a preparati più potenti. Tale tolleranza, sia comportamentale psichica che fisica, svanisce rapidamente con l’interruzione della sostanza.Va però sottolineato che nei forti consumatori di marijuana possono comparire, in alcuni soggetti, segni e sintomi di astinenza alla sospensione del fumo: tremori, nausea, vomito, sudorazione, diarrea, insonnia, mancanza di appetito. Ciò è molto più evidente in coloro che assumono oppioidi o negli etilisti.
Vi è un utilizzo terapeutico della marijuana?
«I cannabinoidi sintetici, somministrati per via inalatoria o per via orale, possono risultare clinicamente utili in alcune situazioni» (Jock H. Mendelson, Nancy K. Mello. 2005). Durante i cicli di chemioterapia la sostanza riduce la tendenza al vomito (effetto antiemetico), stimola l’appetito nei pazienti affetti da AIDS, riduce la pressione intraoculare nel glaucoma, attenua la contrazione spastica nella sclerosi multipla.