Europa League, si salva solo la Roma dal disastro delle italiane

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Serata di ordinaria amministrazione per la Roma, quella di ieri. In un Olimpico con più vuoti che pieni sugli spalti, un volenteroso Viktoria Plzeň ha provato, da ultimo del girone, a cullare la speranza di tornare a casa con almeno un punto, memore dell’1 a 1 maturato all’andata.Spalletti decide di affidarsi, vuoi per le defezioni di Totti ed El Shaarawy, vuoi per la voglia di archiviare la pratica Europa League, a Mohamed Salah, quasi sempre risparmiato negli impegni di coppa fin’ora. Accanto all’egiziano, Edin Džeko e Juan Manuel Iturbe. A centrocampo spazio a Paredes con De Rossi in panchina, e reparto completato dalla coppia titolare Strootman – Nainggolan. Difesa con Bruno Peres, Rüdiger, Fazio ed Emerson a protezione del portiere brasiliano Alisson.

L’inizio del match è a forti tinte giallorosse, con i ragazzi di Spalletti che cercano subito di imporre il proprio gioco. Dopo dieci minuti, è Džeko a far gioire i (pochi) tifosi presenti, regalando la perla più bella della sua carriera romanista: ingresso in area defilato rispetto alla porta, gioco di gambe per mettere a sedere il povero Kovařík sulla linea di fondo, e sinistro da posizione impossibile.

La reazione ceca arriva però dopo solo otto minuti, con un colpo di testa di Zeman, sempre il più pericoloso dei suoi, che mette il pallone alle spalle dell’incolpevole Alisson. Da questo momento inizia la generosa riscossa degli ospiti, e la gara vive una fase caratterizzata da un certo equilibrio, a tratti. Gli attacchi del Viktoria avvengono quasi esclusivamente sulla corsia di sinistra, dove Bruno Peres mostra una certa sofferenza in alcune azioni spinte dall’ispiratissimo autore del pareggio. Nonostante i numerosi cross buttati dentro dagli avversari, la Roma tiene il campo senza troppe difficoltà e senza rischiare granché, aiutata anche da un Paredes che detta i ritmi a centrocampo e da un Iturbe che, pur senza fare niente di trascendentale, sa rendersi utile andandosi a prendere palloni, falli, e anche qualche timido applauso. Peccato che Salah sia poco lucido sotto porta, rimandando la chiusura del match al secondo tempo.

 

La ripresa inizia con una traversa di Paredes su calcio di punizione, preludio al secondo gol di Džeko, che al 61esimo insacca di testa su cross, da centrocampista, dell’ottimo Rüdiger.

La mezz’ora finale segue un copione già visto, con la Roma che agisce indisturbata fino alla trequarti e il Viktoria che, dal canto suo, prova a riaprirla, ma senza la necessaria convinzione né con gli adeguati mezzi tecnici. L’intera produzione offensiva ceca si riassume in un paio di tiri di Ďuriš, entrato al 63esimo, che Alisson smorza prontamente.

Il match si trascina così fino alla sua parte finale, quando Perotti, subentrato a un Iturbe da 6 abbondante in pagella, centra fortunosamente la porta con uno spettacolare cross di rabona deviato da Matějů. A due minuti dal novantesimo, la ciliegina sulla torta la mette ancora Edin Džeko, con un tiro di sinistro che gli permette di portarsi a casa il pallone, coronando così una prestazione mostruosa in cui ha fatto il centravanti, l’ala, il trequartista e, in alcuni frangenti, persino il difensore.

 

Finisce 4 a 1 all’Olimpico: una vittoria rotonda che dà alla Roma il primo posto matematico nel girone con una giornata di anticipo, cosa che permetterà a Spalletti di mandare a Giurgiu, nell’ultima giornata, se non proprio la primavera, almeno le terze linee. Una vera boccata d’ossigeno considerando la serie terribile di impegni che la Roma dovrà affrontare a dicembre, con Lazio, Milan e Juventus in rapida successione.

 

Franco Ficetola (redazione Parola al calcio)