Essoterismo ed Esoterismo

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L’uomo, nell’ambito naturale, ha  cercato di codificare e trasmettere una serie di contenuti , soprattutto dettato dall’esigenza della memoria come passaggio  del risparmio esperenziale, quando evita con essa  di ripercorrere le stesse esperienze e di poter fare sbagli. Tutta la produzione umana  nasce, quindi, dal bisogno  per la sopravvivenza di ripercorrere gli stessi rituali che avevano ottenuto successo  e  allo stesso tempo dare sfoggio alla creatività, caratteristica propria della specie e  questa unica vera diversità dagli animali. Le due funzioni, quella nutritiva, attraverso la ricerca e la caccia, e quella creativa del come arrivare ad impiegare le forze e con quali mezzi, stimolavano e continuano a stimolare la massima creatività umana nel raggiungimento del fine, per cui ad un certo momento oltre al sapere tecnico dell’apprendimento mirato si venne ad aggiungere il procedimento mnemonico del rito per cui ad una funzione veniva legato l’obiettivo.

Ora la parte tecnica era la parte educativa-formativa dell’individuo all’interno della comunità. Tanto più la tecnica veniva affinata, tanto più il gruppo aveva molte più possibilità di sopravvivere. La parte rituale, invece, non poteva essere messa a disposizione di tutti, ma a svolgere la funzione del disciplinatore si prestava lo sciamano che con i suoi gesti, le parole, i movimenti e le scadenze prefissate al rito determinava la realizzazione del desiderio della preda, giustificando ogni atto che entrasse in contrasto con il potere di vita e di morte dell’ordine naturale che riguardava, prima le forze della natura, poi gli dei che le incarnavano .

Questo procedimento, estraneo al gruppo, ma ad esso indispensabile, veniva tramandato solo ai migliori, a coloro che beneficiavano  della simpatia da parte degli dei e ne potevano gestire i contatti. Il compito risiedeva nel collegare la comunità al divino fungendo da ponte, o canale, tra la terra e il cielo per conservare e preservare le regole costituite, e vista la delicatezza della missione, la persona, sia esso uomo o donna che svolgeva questo ruolo, seguiva un destino diverso da quello del gruppo per cui veniva preparato ai misteri esaltando le doti naturali, attraverso tecniche e sostanze che ne  aumentavano il collegamento col divino.

Si venne a verificare all’interno del gruppo la scissione tra un sapere per tutti:, la tecnica della sopravvivenza, e un sapere iniziatico sapienziale che metteva il gruppo per mezzo dello sciamano nella possibilità di servirsi delle forze per proteggere e proliferare il benessere del gruppo stesso.

Nasce così la differenza tra sapere essoterico, atto alla sopravvivenza e all’acculturazione delle metodiche che servono all’individuo per gestire il suo quotidiano, e il sapere esoterico, conoscenza superiore della coscienza e del perché l’uomo senta il bisogno di andare oltre l’apparenza delle cose per coglierne il senso.

Il sapere esoterico, che tanto fa parlare ai nostri giorni, non ha nulla di demoniaco e satanico o collegato a forze trascendenti finalizzate alla distruzione dell’ avversario. Il sapere esoterico, come diceva il buon Aristotele, non può riferirsi al quotidiano, poiché il senso delle cose, che è la matrice della filosofia, può esser colta solo dopo aver riflettuto e comprovato che il tutto è collegato al un sapere alto finalizzato alla realizzazione della Specie. Un sapere che è uguale e diverso in tutte le culture, che adopera gli stessi simboli, gli stessi passaggi e finanche le stesse ritualità in tutti i luoghi dove vivono gruppi di uomini. Platone stesso nella  sua VII lettera parla di conoscenze che non possono venir trasferite se non oralmente. Conoscenze che per essere apprese hanno bisogno di saperi non utili, ma necessari, alla comprensione del Tutto. “Le labbra della saggezza sono aperte solo alle orecchie della comprensione “viene scritto nel Kybalion , il libro scritto dai tre iniziati agli inizi del ‘900 in America e che continua a sostenere la tesi per cui alcune dottrine vanno approfondite e ampliate alla luce delle leggi universali della tavola di Ermete Trismegisto.

Sapere che viene tramandato per lo più a voce, soprattutto in luoghi adibiti alla trasmissione del sacro e lontano dai non iniziati alla disciplina e agli scritti sacri, proprio per la loro funzione sono nominati templi, cioè recinti consacrati in cui veniva praticato il culto. I templi, di varie fatture, secondo i luoghi geografici assumono connotazioni simili al gruppo che li costituisce e che adopera i materiali più nobili per definire il luogo e la sacralità del sapere, dalla creazione dell’altare vedico alla costituzione attuale di una loggia massonica-iniziatica.

L’adepto non è il filosofo pedante  classico tutto assortito nei suoi ragionamenti e nelle sue elucubrazioni , negli astrusi pensieri o nelle più astruse teorie, è un ricercatore costante e profondo delle verità solo apparentemente impervie e irraggiungibili, colui che segue la via in salita con la comprensione che la verità in tutto l’universo è uno e trasmettibile da sapiente a sapiente, senza differenze di etnie, religioni e culture abitudinarie , perché la radice è una e una rimane nel genere umano .

Le leggi che reggono questo sapere sono ricollegabili ai sette principi di filosofia ermetica: Principio del mentalismo, Principio delle Corrispondenze, Principio della Vibrazione, Principio della Polarità, Principio del Ritmo, Principio Causa-effetto, Principio di Genere, ognuno dei quali sorregge tutte le forme manifeste ed energetiche dell’Universo.

Al sapere esoterico, di cui  abbiamo accennato alcuni aspetti, si rifà , proprio per essere meglio tramandato  al  sapere simbolico, poiché il simbolo serve da tramite tra la trasmissione essoterica, che da più informazioni e rimandi a conoscenze culturali facilmente accessibili, ma lascia alzare il velo su linguaggi criptici iniziatici, decodificabili solo da chi ha percorso una certa preparazione, che prende il nome tecnico d’iniziazione.

Nella simbologia si attinge a quel patrimonio umano definito archetipale, poiché rimanda a elementi simbolici sintetici che, se approfonditi, aprono nuove considerazioni sul significato ultimo di alcuni passaggi esistenziali dell’esperienza e del vissuto umano.

Scrive Renè Guènon ne Simboli della Scienza Sacra,  i simboli : ”sono il cavallo che permette all’uomo di compiere il viaggio più rapidamente e con assai minor fatica che se dovesse farlo con i propri mezzi  “.

Il simbolo diviene per sua natura il collegamento tra il detto e non detto, l’accennato, il rimando, l’evidenza visiva di quello che linguisticamente ha bisogno di migliaia di parole e la sua caratteristica è giungere nelle sfere più nascoste della psiche umana imprimendo attraverso l’immagine il significato alla significanza.

Inoltre investe l’uomo in tutto il suo quotidiano e nel materiale onirico che produce nel sogno durante il sonno. Ernst Cassirer a tal proposito dice che l’uomo è un animale simbolico, apprendiamo le nostre esperienze significando il fenomeno di simboli. La nostra cultura attuale trasferisce, proprio a rafforzare questa visione del mondo nelle icone le significanze esperienziali e trasmettibili più velocemente possibile , facendo giungere al referente non solo il messaggio, ma anche il sentimento che si collega al messaggio stesso.

Ma chi vive al di fuori del nostro mondo tecnologizzato non associa a tali iconografie gli stessi stati d’animo , e molto spesso nei loghi prodotti, proprio negli inesperti si producono fraintendimenti

La Tradizione esoterica, ancora oggi , proprio perché si avvale di simboli e rimandi sconosciuti ai più, è vista dalle classi dominanti  come demoniaca, poiché era un sapere che tendeva a sciogliere i legami del singolo  con il gruppo che lo condizionava facendo si che questi seguendo le regole culturali prefissate dall’Elite  si asservisse  al potere.

Al contrario , come dimostrano le testimonianze di uomini straordinari vissuti a cavallo dei secoli, da Talete ad  Agostino D’Ippona, da Giordano Bruno ai giorni nostri, con Jung  e i nuovi filosofi, il sapere iniziatico  rende l’uomo libero  di portare avanti, singolarmente il suo viaggio, utilizzando gli esempi di uomini ritenuti per saggezza sapienti, ma lo svincola da ogni dogmatismo che veda nelle certezze date, la vera conoscenza sapienziale  e lo elevava a divinità terrestre padrone e signore del proprio agire, prima morale, poi etico nei comportamenti che lo pongono abitatore di un mondo di energie vive,  poiché gli artefici di cui si sente padrona la religione come dogma diventavano in lui l’espressione dell’ignoranza, e la conoscenza sapienziale la meta a cui giungere.

Un esempio che viene spesso citato per delucidare le differenze tra sapere esoterico ed essoterico, rimarcando il fatto che tutt’e due i linguaggi sono validi,  lo abbiamo nella storia dell’arte da Giotto, che nel voler raccontare la vita esemplare di San Francesco D’Assisi lo ritraeva a parlare con gli animali. Il semplice vedeva il santo che parlava con gli uccelli e con il lupo di Gubbio, e ammirava così il linguaggio diretto e naturale del santo, questo messaggio era recepito da tutti in maniera iconografica, mentre chi conosceva la storie e le vicende contemporanee della vita di Francesco, sapeva che il Lupo, altro non era che il brigante che tiranneggiava Assisi, e che Francesco ricondusse attraverso le opere sulla giusta via; così come gli uccelli a cui parlava altro non erano che  i totem araldici che ogni singolo nobile e, borghese e popolo aveva scelto come stemma, per cui il santo non faceva distinzione tra persone, colte o semplici perché parlava direttamente al cuore delle genti.

Il sapere esoterico, più filosofico ed ermetico definisce e codifica un sapere che a livello esperenziale ogni uomo sente vivo e presente, ma la cui conquista si ottiene solo attraverso l’applicazione costante dello studio, l’affinità esperenziale degli spiriti liberi e lontani da ogni forma di pregiudizio e sapientalismo appreso senza discussione e soprattutto nella ricerca costante di saper mettere a disposizione per quella che viene indicata come la via del cuore,  la capacità analitica della ricerca per la verità.

La cultura umana è tutto questo, bisogno costante di Tradizione tradotta ai semplici con conoscenze che aprano a verità che sopravvivono nei secoli liberando la parte più naturale dell’uomo stesso.

Caterina Luisa De Caro