ENRICO MONTESANO PER LA LIBERTÀ

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Enrico Montesano

SPETTACOLO A ROMA DELL’ARTISTA, BERSAGLIATI POTERI FORTI, GESTIONE DEL COVID, RESTRIZIONI DEI DIRITTI, VACCINI E 5G.

di Maurizio Martucci

One man show, consapevolezza e ficcante ironia: “un comico ci ha distrutto, un comico ci salverà!” A Montecucco, zona della periferia sud di Roma, oltre un migliaio di persone in visibilio per lo spettacolo politico-satirico (e gratuito) di Enrico Montesano, allestito un palco nello slogan ‘Piazze Libere’.

Nessun colore politico, nemmeno l’ombra di una bandiera di partito o movimento, ma tanta la voglia di tornare a ridere, stare insieme, abbracciarsi e uscire dall’incubo dell’emergenza perenne. Se questo è un uomo, fuori dalle ideologie: “non siamo né di destra, né di sinistra, ma nemmeno di centro. Siamo quelli di sotto, il 99% della popolazione vessato dall’1%, cioè quelli di sopra che ci comandano”. Da indiscusso mattatore, il decano tra gli artisti ha divertito il pubblico bersagliando mandanti ed esecutori della morte dei diritti e delle libertà, sancita da quella che non ha esitato a definire come la Terza Guerra Mondiale, l’Era del Grande Virus, citate nella lotta contro tirannia e dittature le icone di Martin Luther King e Gandhi. “Mio nonno ha fatto la Prima Guerra Mondiale – ha ripetuto Montesano – mio padre la seconda, a me e noi tutti ci tocca la terza”. Per Montesano il Grande Reset del Forum Economico Mondiale trova nei poteri forti, nella lobby del mondo di sopra il fondamento di un cambiamento epocale senza precedenti, il transumanesimo che avanza tra il virtuale, la DAD, lo smart working e la digitalizzazione dell’esistenza, atteso persino un razzo cinese in caduta libera dallo spazio. “Non abbiamo dato il nostro consenso a sottoporci a questo esperimento, ma questi signori, Bill Gates, Klaus Schwab e Mario Draghi vogliono fare in modo che nulla sarà più come prima. C’avete rotto il razzo!” il leitmotive, osannata la scelta di Fedez di andarsene dall’Italia per restare in America. E poi l’affondo contro il politicamente corretto nella riforma di linguaggio, costume e immaginario collettivo: sordo (‘non udente, ma quale… dente?‘), ciccione, frocio, tutto ormai è diventato un’offesa: “Quanno giocavamo a pallone da giovani c’era sempre quello che entrava e diceva… annamo a frocioni, ma l’offesa non è la parola ma l’intento che se benevolo e scherzoso non offende“, ha ripetuto Montesano commentando pure Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi: “è andata a casa con il negro, la troia! ma oggi si può ancora dire?”

Inneggiando alla disobbedienza civile, presi di mira i vaccini: “questi non sono vaccini come quelli di una volta”, tra il serio e il faceto ha ripetuto l’attore romano rimarcando la subdola deriva mutagena nascosta nella sperimentazione, spacciata per innocua e sicura, nonostante i casi di improvvisi decessi (anomali) passati come ‘senza nesso’.
“E poi perché non lasciare la libertà di scelta? Se uno non vuole farlo, perché obbligarlo?”

Sberleffi e prese in giro anche per l’Internet delle cose, il wireless di quinta generazione: “col 5G la lavatrice parlerà col frigorifero, ma siccome il mio è ignorante, oggi l’ha mandata affanculo! Col 5G ci vorranno illuminare, antenne per renderci tutti fosforescenti, grazie a Colao meravigliao”. Una stoccata pure al mainstream, non più servizio pubblico pluralista, quel piccolo schermo letteralmente asservito al pensiero Unico dominante partorito dal mondo di sopra: “spegnete la TV!“, ha detto il comico un tempo di stanza in Rai e che oggi, nell’assunzione completa di consapevolezza, in tema alimentare rivendica pure la non violenza animale, “sono vegetariano!“, filosofeggiando la libertà tra Giorgio Agamben e Karl Popper.

Lo spettacolo è stato accompagnato dalle note di Giorgio Gaber (libertà è partecipazione), chiuso da quelle di Rino Gaetano (nuntereggae più) “lui aveva capito tutto!” Sul palco anche rappresentanti del contro-coro, voci libere e indipendenti in lotta per la ripresa del maltolto, insieme ad esponenti delle categorie professionali più vessate dalla gestione politica dell’emergenza Covid 19. “Difendiamo i nostri diritti, riapriamo cinema, teatri, ristoranti, torniamo a vivere”. L’applauso finale s’è trasformato in un ponte ideale sul futuro: tra sorrisi e voglia di non arrendersi, sul palco anche i nipotini di Enrico Montesano: “lotto anche per loro, per le nuove generazioni, cosa li aspetterà?”