DOVE É FINITO L’IMPEGNO CIVILE?

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impegno civile

«A DISTANZA DI UN ANNO REGNA L’INDIVIDUALISMO»

Ha creato una rete con altri giovani per portare la spesa e fare compagnia telefonica agli anziani, è Giacomo Pigni e per il suo impegno civile è stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.
Non ho fatto nulla di eccezionale. Tante persone hanno messo in campo un impegno civile, io ho solo avuto la fortuna di essere notato”. 
Della sua iniziativa, partita durante il primo lockdown ne parla in un’intervista a cura di Adelia Piva, pubblicata a distanza di un anno da quando, nel momento più critico della pandemia Giacomo coordinò un gruppo di 30 giovani per svolgere il lavoro al posto dei volontari Auser, l’associazione impegnata nella promozione dell’invecchiamento attivo – tutti anziani – per evitare che uscissero da casa per le consuete consegne a domicilio ai più fragili della città. Non solo “abbiamo anche fatto un servizio di compagnia telefonica: c’era bisogno di vicinanza, di fare due chiacchiere” racconta il 25enne che crede nella necessità di investire nell’essere comunità e che ha notato, purtroppo di come in questa seconda ondata “stiamo tornando a una nuova normalità, all’individualismo”.

Meno attivi e più acciaccati.
Altro dato allarmante. Il prolungarsi dell’isolamento ha azzerato le relazioni umane sopratutto per gli anziani, che proprio di assenza DI CONTATTO UMANO si ammalano: se lo stato d’animo non è dei migliori il corpo non brilla di certo.E proprio questo aspetto sembra essere trascurato, nell’anno della salute in primo piano le attività sociali, fisiche e di svago rivolte agli anziani, vere e proprie fonti di vita, sono state azzerate con il rischio di perderli prima del tempo.
Gli intervistati durante la pandemia, dai 65 ai 79 anni di età:
45% ha praticato meno attività culturali;
42% ha frequentato meno gruppi o circoli;
36% ha incontrato meno i parenti. Infine il 26% ha fatto meno camminate.

In numeri, la pandemia ha avuto un impatto rilevante su
53% relazioni sociali
49% sulla qualità della vita
42% condizione psicologica
31% condizione fisica