“Cerveteri non si tocca”, corteo contro le antenne telefoniche

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di Maurizio Martucci

Dopo alcuni anni, Cerveteri torna a manifestare: un corteo di cittadini e comitati uniti è in corso lungo le strade principali del centro. Almeno 200 manifestanti armati di striscioni, stendardi e bandiere stanno sfilando per mandare un segnale forte alle compagnie telefoniche. Con l’appoggio dell’amministrazione comunale, chiedono il rispetto del Piano di localizzazione delle antenne, la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente, sempre più minacciato da un’overdose elettromagnetica senza precedenti: “Cerveteri non si tocca, via le antenne dalle scuole, multinazionali dovete rispettare i cittadini, elettromagnetismo e telefonia non rovinare la salute mia”, questi alcuni degli slogan scritti pure sui volantini. Partecipano alla manifestazione i rappresentanti dei rioni di Cerveteri, i Comitati uniti contro l’elettrosmog e le mamme degli studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni Cena: l’industria delle telecomunicazioni vorrebbe piazzare una stazione radio base proprio davanti la scuola più frequentata di Cerveteri. Anche i bambini oggi protestano, rivendicando la tutela della salute in aula nel principio di prevenzione del danno. “No alle antenne sulle teste dei nostri figli“, recita uno striscione.

Presente anche il Sindaco, Elena Gubetti, con alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione. Hanno aderito alla manifestazione anche consiglieri dell’area metropolitana di Roma Capitale. Proprio in questi giorni, infine, la Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici – composta da scienziati, ricercatori di fama mondiale non conflitti da interessi con la lobby industriale delle multinazionali – ha inviato una lettera al Governo Meloni per criticare la nuova legge approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2023: a livello nazionale, dal 30 Aprile l’elettrosmog verrà alzato dalla media cautelativa dei 6 V/m almeno fino a più pericolosi 15 V/m (previsti picchi diurni di densità di potenza anche 100 volte più di oggi, nei 61 V/m): Come si legge dall’istanza dei ricercatori, il rischio elettrosmog vuol dire “danno al DNA, cardiomiopatia, cancerogenicità, danno allo sperma ed effetti neurologici, tra cui sensibilità elettromagnetica e la conseguente sindrome delle microonde”, cioè l’elettrosensibilità, riconosciuta di recente dalla Regione Calabria. Da capire se anche la Gubetti, prima cittadina ceretana, al pari degli altri sindaci già sul piede di guerra si farà sentire nella Conferenza Unificata col resto dei Sindaci d’Italia contrari all’innalzamento dei limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico.