CERVETERI NON È UN PAESE PER DONNE

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PARCHEGGI ROSA, LA MAGGIORANZA ( DI SINISTRA) DICE NO. SECONDO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CARMELO TRAVAGLIA LE MAMME NON SONO UNA CATEGORIA DA PROTEGGERE.

«Quella delle donne in stato di gravidanza e delle neo mamme non è una categoria protetta». Convinto del suo pensiero, tanto da ribadirlo. Nessun lapsus. Carmelo Travaglia, il presidente del Consiglio comunale di Cerveteri ha risposto ufficialmente in questo modo in aula alla mozione relativa all’installazione dei parcheggi rosa.

Mettiamola così: per mettere in pratica il pensiero del presidente della massima assise cittadina (Pd), una donna incinta che arriva a Cerveteri e dovrebbe parcheggiare più vicino possibile al luogo in cui è diretta (come un ufficio comunale tanto per fare un esempio o una farmacia), lo deve fare senza ottenere un’agevolazione. Nessuno aiuto insomma che le eviti col suo bel pancione una lunga passeggiata. La politica a Cerveteri pone il veto decidendo di non alleviare le fatiche di una donna in gravidanza.

All’indomani Travaglia ha cercato di aggiustare il tiro dopo essere finito nel tritacarne mediatico. Preoccupa forse anche una mancata presa di posizione forte e chiara dell’amministrazione comunale di Cerveteri, specialmente dalle stesse donne che compongono la Giunta e il Consiglio comunale. Federica Battafarano, vicesindaco, ha detto di sentirsi «distante» dalle parole di Travaglia. Gubetti ha parlato più di una «verifica in maggioranza sull’argomento». Ma sono atteggiamenti distanti dall’esprimere una contrarietà piena al discorso in aula di Travaglia. Intanto c’è dire che la maggioranza ha bocciato la proposta dell’opposizione per realizzare i parcheggi rosa.

Che poi viene da chiedersi la ragione per cui respingere una simile richiesta. A dire “no” i consiglieri Linda Ferretti, Angelo Galli, Maria Antonietta Pilu, Federico Salomone, Carmelo Travaglia, Alessandro Gazzella, Luigi Geronzi e Elena Gubetti. Si è astenuta Laura Mundula mentre coraggiosamente Enrico Alessandrini ha votato “sì” assieme all’opposizione.

Bocciatura motivata – anche dallo stesso sindaco – per come è stata presentata la proposta, lacunosa in più parti. Chiuso questo capitolo, Travaglia ha detto il motivo del suo “no”.«Come possiamo controllare? Chiedendo il certificato? Si dà l’idea che la maternità deve essere categoria protetta per me è tutta un’altra cosa. Io non devo proteggere una donna che sta in maternità. Sta dando una vita, sta avendo un momento di gioia. Posso capire le altre categorie ma questa è una categoria che secondo me non va riconosciuta come protetta».
Apriti cielo! Migliaia e migliaia di commenti, non solo dall’opposizione politica, ma dagli stessi cittadini che si sono accaniti contro il presidente dem che poi in un certo senso ha cercato di spiegarsi meglio. «Non era mia intenzione svalutare il ruolo della donna. Avrò sbagliato i modi e i termini, ma continuo a pensare che la maternità non è una malattia, e che vada vissuta con gioia». E poi ancora. «Questa mozione discussa alla fine e con un po’ di stanchezza, che può avermi fatto perdere la lucidità, mi è sembrata strumentale. Sia chiaro che, non cerco scuse e se ho sbagliato qualche termine o qualche passaggio, non l’ho fatto perché sono quello che vengo dipinto. Sono stato strumentalizzato però mi scuso se ho messo in difficoltà qualcuno».

La notizia però varca i confini locali. Alla Pisana hanno già chiesto la “testa” del presidente. «Ho ascoltato il delirio di questo consigliere del Pd contro le donne in maternità. Ma non si vergogna?» sferra l’attacco Laura Corrotti consigliere regionale di Fdi. Nessun commento ufficiale, ma quanto detto da Travaglia non sarebbe stato visto di buon occhio nemmeno in ambiente Asl. Il distretto sanitario territoriale di Rm 4 manda avanti da anni progetti importanti sulle donne incinta o comunque le neo mamme. In contrasto decisamente con quanto sostenuto da Travaglia. Per molti una figuraccia che si poteva evitare.

Tante associazioni si sono espresse. «Noi del gruppo Nilde Iotti Ladispoli Cerveteri pensiamo che avere posizioni politiche diverse significhi avere visioni del mondo diverse. Però diventa tutto più complicato quando queste visioni, quali retaggio di una cultura patriarcale e maschilista, le esprimono gli uomini che dicono “nessuna differenza tra uomini e donne”».

«Gravissimo quanto accaduto e poi il vicesindaco non doveva parlare sui social ma in aula consiliare. La sua attività non si limita solo a passerelle e tagli di nastri», è il pensiero di Bruna Di Berardino (Civitas Levante).