Bracciano – Cupinoro: stavolta non paga Pantalone

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In caso di mancata escussione delle polizze fidejussorie i costi ricadranno sul Comune di Bracciano. Pagherò l’intera comunità

Le assicurazioni non pagano e Cupinoro potrebbe diventare la causa per un tracollo finanziario del Comune di Bracciano. La discarica ora in fase di capping continua ad essere uno dei nodi cruciali della vita amministrativa locale. La Regione Lazio è intervenuta in merito dando mandato all’avvocatra regionale di mettere in atto “ogni utile iniziativa volta ad escutere le polizze fidejussorie” e sottolinea nero su bianco di procedere al recupero delle somme occorse ed effettivamente spese dalla Regione Lazio in sostituzione del Comune di Bracciano, nel caso di mancata escussione o di escussione parziale delle polizze, nei confronti direttamente del Comune quale unico azionista della società fallita Bracciano Ambiente spa. A non pagare sono le le Società Confiditalia e Coface. La prima dovrebbe una somma di 8.076.500 mentre la seconda 300mila euro. I tentativi finora esperiti non sono andati a buon fine e l’ipotesi che i costi ricadano sul Comune di Bracciano a questo punto si fa molto più plausibile. Una spada di Damocle davvero pesante. Gestita un tempo da privati, Ecopargas, Silef, la discarica che doveva servire in origine un ambito di soli 8 Comuni è divenuto un impianto di smaltimento comprensoriale a forza di ordinanze di presidenti regionali – tra i primi il democristiano Rodolfo Gigli – ed è stata poi acquisita dal Comune di Bracciano ai tempi del sindaco Enzo Negri (in giunta anche Armando Tondinelli). La Bracciano Ambiente spa poi andata fallita l’ha gestita per anni fino alla chiusura. Ora la Regione Lazio col recente provvedimento ha diffidato anche il Comune di Bracciano, “laddove non avesse ancora provveduto, ad esperire la gara ad evidenza pubblica finalizzata all’individuazione di un soggetto che svolga il servizio di gestione operativa e post – mortem della discarica”. Al termine dei lavori di messa in sicurezza della discarica che la Regione Lazio sta portando avanti in sostituzione rispetto al soggetto responsabile inadempiente, infatti, lo stesso ente procederà alla restituzione all’amministrazione comunale dell’impianto per lo svolgimento delle attività di gestione post- operativa.

Cupinoro marca la politica di Bracciano almeno dai primi anni Novanta da quando una discarica abusiva divenne di fatto, nonostante le proteste e la mobilitazione di chi ne chiedeva un uso corretto, un impianto di smaltimento in piena area archeologica come denunciò senza esito all’epoca il consigliere comunale Ruggero Bianchi. Il tutto su terreno di proprietà dell’Università Agraria di Bracciano. Fece anche parte del capitolo scabroso di Braccianopoli e avvelenò le consigliature di Negri prima e Sala poi fino al “procurato” fallimento della Bracciano Ambiente spa a seguito della mancata approvazione di un piano industriale da sottoporre in sede di concordato preventivo durante le procedure che ne hanno portato al fallimento.