BALLANDO CON FEDERICA ANGELINI

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IN COPPIA CON ANDREA NIEDDU AI CAMPIONATI ITALIANI DI DANZE CARAIBICHE.

(Barbara Pignataro)

Una passione di famiglia che Federica Angelini ha scoperto appena adolescente e non ha più lasciato. A 37 anni torna in pista e conquista primo e secondo posto insieme al partner di sempre, Andrea Nieddu, nel circuito che li porterà a disputare la finale del Campionato Italiano di danze caraibiche. I due ballerini insegnano nella scuola di famiglia A.S.D Guarachando a Ladispoli. Vive a Cerveteri, Federica è una donna solare, dinamica e vorremmo farvela conoscere attraverso l’intervista che ci fa rilasciato.

Una passione di famiglia che hai fatto tua, quando?
Era il mondo dei miei genitori, dunque un valido motivo per restarne fuori, poi un giorno sono andata con loro e mi sono innamorata. Da allora, sono passati 15 anni ed eccomi qua, di ballare non potrei più farne a meno. É vita, la sera anche se sono stanca dopo una giornata di lavoro, vado ad allenarmi e sono felice.

Ma ballerini si nasce o si diventa?
Ci si può lavorare, è pur vero che non tutti nascono portati per il movimento. Nonostante questo il ballo, le danze caraibiche in particolare, rendono felici dunque consiglio a tutti di ballare.

Quanto tempo dedichi alla preparazione atletica?
Noi ci alleniamo almeno 4 volte a settimana, curiamo l’alimentazione, riposiamo bene. É impegnativo, anche perché insieme ad Andrea alleniamo anche altre coppie per portarle nelle competizioni con noi. Il percorso di gare è ripreso, dunque ogni attimo libero è dedicato al ballo. Parlando di competizioni, la partecipazione al Calabria Dance Festival è stata un successo. Si, primi! Nonostante siamo stati fermi negli ultimi due anni, abbiamo deciso di riprovare, sorpresi e felici del risultato. Il circuito consiste in una serie di gare a punti, ogni singola tappa genera una classifica. I migliori tre risultati decreteranno la coppia migliore.

A che punto siamo del circuito?
Mancano le due gare più importanti: l’8 maggio ci sarà il campionato italiano del Coni, e a luglio la super finale del circuito iniziato a febbraio. Noi abbiamo partecipato alla tappa di Torino arrivando secondi e alla tappa di Cosenza siamo arrivati primi. Siamo a pari punti con l’altra coppia, sarà una sfida avvincente.

Studiando i punti deboli dell’avversario, c’è una strategia?
In realtà il punto debole lo studi su di te. Noi balliamo su quattro danze, lo prevede la competizione. Ovviamente non si è allo stesso livello su tutte: salsa portoricana, salsa cubana, bachata e merengue. Differenti per movimento, musica, stile.

Il vostro punto forte?
La salsa cubana

 

Che differenza c’è con quella portoricana?
Nella salsa portoricana si balla una linea, è un movimento elegante, si balla sul due musicale. Mentre la salsa cubana si sviluppa in circolarità, si balla su l’uno musicale ed è fortemente arricchita dal folklore cubano che adoro. C’è tutto il loro calore, la musica è coinvolgente. Il merengue, per esempio è un ballo più dinamico, brioso e divertente, la bachata invece ricorda la rumba latina. Una storia d’amore, diciamo.

Come primo approccio alla danza cosa ci consigli?
La salsa cubana, dove non arrivi con la tecnica arrivi con il sentimento! Nei corsi sociali, quando le persone si vengono a divertire, facciamo salsa cubana e bachata infatti. Si crea facilmente un gruppo affiatato.

Come partner il proprio compagno oppure è meglio ballare con un amico?
Io non ballo con mio marito! La discussione banale per un passo che non viene spesso si porta a casa, meglio evitare.

 

Tornando alle gare che ruolo giocano i costumi in pista?
É importante, in genere un costume lo si usa per l’intera stagione, sono abiti impegnativi economicamente. Il colore rispecchia la personalità ma il modello è anche funzionale al movimento. É un ballo, si tratta sempre di una danza sportiva, dove la componente atletica è forte. Comunque è fondamentale sentirsi a proprio agio, piacersi.

Il tuo colore?
Il mio costume è bianco e bordeaux, nonostante non siano tra le tonalità che preferisco, mi ci sto trovando bene. Ho sempre ballato in rosa, era il momento di cambiare. Acquisendo consapevolezza nelle mie capacità, un colore più deciso risulta più adatto, anche al movimento che porto in pista. In questo caso il colore diviene un messaggio chiaro: determinazione.

Una strategia oppure ti senti veramente più sicura di te?
Mi ci sento proprio. Anche il fatto di aver ricominciato ottenendo due risultati del genere ti carica, ti dà grinta. Sapere che mancano due gare alla fine, ci giochiamo il titolo italiano.

Da uno a dieci, l’immagine quanto conta?
L’occhio vuole la sua parte, almeno in gara. Continuo a ribadire che il ballo è per tutti, solo durante le competizioni, a certi livelli anche l’aspetto ha un punteggio. Andrea è affascinante e molto bravo. Le donne sono di più, è difficile trovare un ballerino, quelli presenti sono professionisti di alto livello.

A proposito di complicità…
Determinante. Nella gara di coppia l’obiettivo è risultare un’unica entità, bisogna ballare l’uno per l’altro. Dunque ci vuole molta sinergia. A Policoro saranno dodici le coppie in gara, tutte determinate a vincere, anche noi. Una sfida che mi rende viva, a cui non potrei rinunciare. Tra i progetti futuri c’è il percorso da Maestro di ballo, per iniziare la carriera di giudice di gara, in quel caso dovrei dire addio alle gare. Ma è ancora presto.