Addio all’acqua pubblica a Ladispoli, incombe lo spettro di Acea

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Acqua pubblica addio a Ladispoli.

Come una mannaia è calata sulla testa dei cittadini la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato torto ai comuni che da anni conducono una battaglia per continuare a mantenere in house la gestione del sistema idrico.

Il consiglio i ha rigettato il ricorso presentato dal comune di Ladispoli – insieme ai comuni di Civitavecchia, Canale Monterano, Agosta, Arsoli, Marano Equo e Roviano – contro la Regione Lazio, Acea Ato 2 e la Città Metropolitana di Roma Capitale per la riforma della sentenza con cui il Tar due anni or sono decise il passaggio ad Acea delle infrastrutture idriche di proprietà comunale.

Ladispoli chiedeva di cancellare l’obbligo di trasferire le infrastrutture e gli impianti idrici al gestore unico del Servizio Idrico Integrato, società ACEA ATO 2 con l’avvertimento che, in difetto, avrebbe avviato le procedure per l’applicazione dei poteri sostitutivi.

Anche le eccezioni di legittimità costituzionale e di illegittimità comunitaria sono state ritenute manifestamente infondate,