ROMA, LA FONTANA CON LA PALLA DI CANNONE

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1908
fontana palla di cannone

LA CAPRICCIOSA CRISTINA REGINA DI SVEZIA

Tra le meravigliose e particolari fontane della Città Eterna ce n’è una che porta con sé una storia molto interessante. Ci troviamo sul colle Pincio, di fronte all’Accademia di Francia, da cui è possibile contemplare una delle viste di Roma più belle e suggestive. Proprio qui è situata la particolare Fontana con la Palla di Cannone: un’opera risalente al Cinquecento dietro commissione della storica famiglia de’Medici. Caratterizzata da una base ottagonale, la Fontana è stata realizzata dall’architetto italiano Annibale Lippi (le date della sua nascita e della sua morte sono sconosciute o fortemente incerte) su richiesta del Cardinale Ferdinando de’ Medici (1549-1609; Cardinale di Santa Romana Chiesa dal 1562).

fontana palla di cannoneLa storia della Fontana è legata ad alcune leggende che vedono coinvolta la Regina Cristina di Svezia (1626-1689) ed il suo carattere particolarmente estroso: rimasta orfana alla giovane età di 6 anni, sale al potere a 24. È stata una Sovrana eccentrica, passionale, curiosa e colta in ogni campo del sapere, dalle materie scientifiche fino a quelle letterarie, dall’alchimia alla teologia. In seguito all’abbandono del Protestantesimo, avviene la conversione al Cattolicesimo (prendendo il nome di Cristina Alessandra Maria), di cui, con i suoi comportamenti poco ortodossi e decisamente stravaganti, non segue mai rigorosamente i precetti; dopo l’abdicazione, la sua natura vivace e la sua inarrestabile sete di sapere la portano a viaggiare molto, attraversando la Francia, i Paesi Bassi, fino ad arrivare a Roma, in cui viene accolta calorosamente dal Papa Alessandro VII (1599-1667; il rapporto tra il Pontefice e la Sovrana sono stati sempre burrascosi) e dall’intera Città, a bordo di una meravigliosa e ricercata lettiga realizzata proprio dal prestigioso e poliedrico artista Gian Lorenzo Bernini (1598-1680).

Sulle storie che sono state tramandate su come una palla di cannone sia finita proprio all’interno di quella fontana esistono diverse versioni, tutte diverse, ma legate da un unico comun denominatore: la capricciosa indole della Regina.

Qualcuno racconta di un mancato appuntamento tra Cristina (alla quale ammiratori e corteggiatori non mancavano affatto e che alimentava le cronache dell’epoca con le sue avventure) e il pittore Charles Errand: tra i due era in corso una tresca di natura amorosa e lei gli aveva promesso un incontro presso Villa Medici. Tuttavia, resasi conto che non avrebbe potuto essere puntuale al rendez-vous concordato, a causa di impegni istituzionali a Castel Sant’Angelo, decide non venire meno al suo impegno, di comunicare al suo amico che non se ne era dimenticata e che sarebbe arrivata in ritardo per mezzo di ben tre colpi di cannone indirizzati proprio alla porta della Villa, due dei quali sono andati a vuoto e una giaceva inesplosa ai piedi del portone di bronzo originale della Residenza (ancora oggi è visibile l’impronta lasciata dall’impatto su una delle due ante). Quest’ultima è stata posta al centro della Fontana, andando a sostituire il giglio, simbolo mediceo che la ornava in precedenza. Altri ancora sostengono che, terribilmente annoiata, la Regina avesse sparato un colpo di cannone per svegliare e far alzare dal letto il Cardinale Carlo de’ Medici (1595-1666), che aveva promesso all’impetuosa Cristina una battuta di caccia; tuttavia, un’ulteriore versione di questa storia narra che la Sovrana volesse indire una battuta di caccia e, non avendo voglia di spedire gli inviti e di attendere le risposte, decide di sparare una cannonata direttamente all’ingresso della Residenza de’ Medici per svegliare il Cardinale.

Quale sia la versione corrispondente alla realtà purtroppo non si può sapere; gli unici fatti certi sono due: il carattere senz’altro persuasivo della Regina svedese, celebre per i suoi scatti di follia, e ciò che afferma il poeta romantico Percy Bysshe Shelley: “Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma”.

Flavia De Michetti