ROMA ESOTERICA, VISITARE LA CITTÁ CON ALTRI OCCHI

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Roma esoterica

I luoghi dell’Esoterismo e delle magie che regala la Città Eterna.

di Flavia De Michetti

Visitare Roma sotto altri aspetti è un’esperienza unica e sensazionale. Andando oltre le meraviglie architettoniche e storiche, fa capire come siano sufficienti pochi giorni per innamorarsi di questa città e come sia malinconico abbandonarla per tornare alla propria quotidianità. Si è guadagnata meritatamente l’appellativo di “Città Eterna”. Esiste un filo rosso conduttore che permette di orientarsi nelle varie epoche, si tratta delle scienze esoteriche che hanno caratterizzato le viarie fasi storiche.

In questa piccola inchiesta andremo a toccare solo alcune di queste, tra cui la simbologia del numero sette e il suo valore cosmico e importantissimo per l’origine di Roma. Il numero sette è un numero primo innanzitutto e indivisibile, si riferisce al rapporto tra il divino e l’umano: l’amore del primo nei confronti di tutte le creature, che come un padre necessita di imporre la sua autorità, un duro gesto, ma pur sempre dettato dal profondo affetto nei confronti dei figli.

Roma esoterica: i fantasmi

Una particolare attenzione va dedicata sicuramente ai fantasmi più celebri di Roma. Di protagonisti, in effetti, ce ne sono moltissimi. Pensando al celebre passaggio Piazza Navona – via del Governo Vecchio – Ponte Sant’Angelo, un pensiero non può che andare al personaggio di Olimpia Maidalchini, soprannominata “Pimpaccia”, dal titolo di una celebre opera teatrale “La Pimpa”, un gioco di parole latine la descrive in maniera sintetica, ma allo stesso tempo incisiva: “olim pia nunc impia” (una volta religiosa, adesso empia). Storia di una donna avida e bramosa di potere, che non può essere definita meglio, se non da una celebre pasquinata,“Per chi vuol qualche grazia dal sovrano / aspra e lunga è la via del Vaticano / ma se è persona accorta / corre da donna Olimpia a mani piene / e ciò che vuole ottiene. / È la strada più larga la più corta”: la spregiudicatezza che la distingueva la porta a controllare minuziosamente le finanze dello Stato, nonché il patrimonio personale del cognato Papa Innocenzo X Pamphili. La cultura popolare vuole che, al tramonto di ogni 7 Gennaio , anniversario della sua morte, Olimpia passi su Ponte Sisto in direzione di Piazza Navona, sulla sua carrozza nera, trainata da cavalli neri decapitati e inseguita da cani neri (il cavallo è associato al regno dei morti e il cane nero è identificato come accompagnatore di streghe), con lo scopo di tornare al palazzo Pamphili per cercare ancora di impossessarsi di qualche tallero nel forziere del Papa suo parente.

Nei pressi di Piazza Farnese, tra via dei Giubbonari e via Capo di Ferro, si può percepire il brusio del fantasma di Serafina Feliciani (conosciuta anche semplicemente con il nome di Lorenza), la moglie del Cagliostro. Ancora oggi il suo spirito soffre per aver denunciato il marito all’Inquisizione romana (complotto ordito ai danni dell’alchimista), fuggendo tormentata e beccata incessantemente da una cornacchia, cercando protezione nei portoni degli edifici fino a Piazza di Spagna, luogo in cui venne arrestato il marito.

Abbiamo parlato fin’ora di storie meno comunemente conosciute, le più celebri sono quelle che riguardano Beatrice Cenci, decapitata sulla piazza del ponte Sant’Angelo alle 9:30 dell’11 settembre 1599. Personaggio entrato nell’immaginario romano a causa delle violenze fisiche e degli abusi psicologici subiti dal padre, Francesco Cenci, e causa del parricidio. La Cenci, simbolo dell’opposizione al conformismo, viene probabilmente accompagnata all’esecuzione, fra la massa, da Michelangelo Merisi (Caravaggio), che immortala la scena nella sua famosa opera “Giuditta che decapita Oloferne”. Le eroine del Caravaggio hanno molto in comune con Beatrice: dall’oscurità della sofferenza trovano finalmente sollievo e pace nella luce dei quadri del pittore.

In piazza Campo de’ Fiori, invece, appare il fantasma di Giordano Bruno, mentre ritorna sul luogo del rogo, poiché particolarmente affezionato alla statua, icona del libero pensiero, dedicatagli dall’artista massone Ettore Ferrari nel 1889. Al rogo assiste Caravaggio incredulo, che non esita a riproporre lo storico avvenimento nelle sue opere, con i suoi giochi di luci e di ombre, in cui la luce si identifica non solo con la grazia divina e illumina l’oscurità della perdizione, ma anche con la lucentezza dell’oro filosofale.

Roma esoterica

Questa stessa conclusione sui fantasmi che popolano Roma, fa tornare alla memoria la splendida Porta Alchemica, visitabile nel quartiere Esquilino. Si dice che conservi il segreto della pietra filosofale. Si tratta di tutto ciò che resta della villa Palombara innalzata nella seconda metà del Seicento, da Massimiliano Palombara (marchese di Pietraforte), e su di sé ha varie iscrizioni riconosciute come esoteriche. La porta, nota anche, non a caso, come Porta Ermetica, non è sempre stato un pezzo unico, ma faceva parte di un complesso di cinque porte. La sua posizione attuale non è quella originale e alla sua base si scorge una scritta palindroma (figura retorica secondo cui parole e frasi che anche lette al contrario non mutano il loro significato) “Si Sedes Non Is” , “Se siedi non vai”, ma letta al contrario, “Si Non Sedes Is” vuol dire “Se non siedi vai”. Si dice che la costruzione di questa porta sia strettamente collegata alla figura della Regina Cristina di Svezia, costretta ad abdicare il trono a causa della sua conversione al cattolicesimo, da quel momento trascorse la sua vita a Roma, creando l’Accademia dell’Arcadia, al cui interno si riunivano i più grandi uomini di scienza.

I luoghi dell’Esoterismo e delle magie che ci può regalare la Città Eterna sono quasi infiniti, questo rende impossibile riassumere gli argomenti in un’unica sede, rendendogli meritatamente giustizia. Roma esoterica, alla prossima puntata!