ROMA: CATACOMBA EBRAICA A MONTEVERDE

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catacomba ebraica

UNA ROMA SOTTERRANEA MISTERIOSA E INASPETTATA

La zona fra Viale Trastevere e la Circonvallazione Gianicolense è stata scelta come punto di interesse da alcuni speleologi dell’Associazione Roma Sotterranea, che si sono calati nelle profondità, scoprendo ambienti inaspettati che li hanno lasciati stupefatti. Oltre al suggestivo lago sotterraneo già conosciuto, gli studiosi si sono trovati davanti a un’antica catacomba ebraica, scoperta nel 1602 circa, dall’archeologo maltese Antonio Bosio (1575-1629 cultore di antichità cristiane.

Nella sua opera “Roma Sotterranea”, pubblicata postuma nel 1632, il XXII capitolo è dedicato interamente all’argomento), calatosi in un imbocco che conduce nelle profonde viscere della terra, si è immediatamente reso conto di non trovarsi di fronte a una catacomba cristiana: sono stati portati alla luce simboli di natura ebraica, come la Menorah, dipinta e incisa (il candelabro ad olio a sette bracci), l’Aron (o Armadio Sacro) che contiene i rotoli della legge, il melograno, simbolo di continuità della vita dello spirito dopo la morte e molti altri, per questo motivo lo studioso la ricordava come “la Catacomba ebraica di Monteverde”.

catacomba ebraicaSuccessivamente, intorno al 1800, sono state rinvenute altre necropoli, ma fino a quel momento il cimitero sotterraneo scoperto da Bosio era il primo e unico di origine ebraica conosciuto a Roma, ma dal suo ritrovamento è stato poi dimenticato (per questo motivo è conosciuto anche con il nome di “Catacomba fantasma” per via del suo scomparire e riapparire nel corso del tempo). Siamo nel 1883, quando l’archeologo italiano Mariano Armellini (1852-1896) si dedica a una serie di studi e scavi più approfondita e alle porte del 1900, quando uno studioso berlinese di Teologia, Nicholas Müller porta a termine ben due campagne di scavo, una nel 1904/1905 e una seconda nel 1906, rese molto complicate dall’estrema friabilità del tufo, che nonostante questo permettono di esplorare aree ipogee alle quali Bosio non era arrivato. Müller riporta alla luce più di 200 iscrizioni, sia in lingua greca che latina. Il rinvenimento del più antico cimitero della comunità ebraica di Roma ha fatto sì che venissero riesumati nuovi tesori, questa volta nascosti sotto al quartiere di Monteverde a oltre 25 metri di profondità, tra questi una preziosa iscrizione funeraria attribuita a una donna che visse oltre gli 86 anni e che seguì la religione ebraica con il nome di Sara, definita Mater synagogae di due sinagoghe, il Sarcofago con Stagioni conservato nel Museo Nazionale Romano (istituito nel marzo del 1889) e così tanti altri cimeli.

Oggi le catacombe ebraiche conosciute a Roma sono ancora molto poche rispetto a quelle cristiane, quella rinvenuta la prima volta nel 1602 potrebbe essere datata a cavallo fra il I e il II secolo d.C. ed è sicuramente la più antica appartenente alla comunità ebraica di Roma. Oltre ad essere la prima ad essere stata reperita, sembrerebbe essere anche la catacomba più longeva, ad esempio il Sarcofago con Stagioni è stato datato intorno al III-IV secolo d.C. Grazie ad Antonio Bosio e alla sua accurata opera, in cui descrive gli ambienti, le pitture, i cimeli rinvenuti e le iscrizioni e soprattutto grazie a tutto il materiale di supporto al testo, oggi possiamo avere un’idea significativa della necropoli ebraica romana e dell’eccellente sviluppo culturale di un popolo verso i propri defunti.

Flavia De Michetti