“Quando la Sinistra di Ladispoli non ebbe il coraggio di scendere in piazza per difendere l’acqua pubblica”

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Visto che sui social qualche esponente della Sinistra di Ladispoli continua ad accusare L’Ortica di raccontare visioni distorte del problema dello scippo dell’acqua pubblica, abbiamo deciso di fare un passo indietro nel tempo.

Esattamente a quattro anni fa quando diventò di dominio pubblico la normativa che imporrebbe ai comuni di aderire al bacino idrico Ato e consegnare le chiavi degli acquedotti ad Acea. Ad accompagnarci in questo viaggio l’ex consigliere comunale Gabriele Fargnoli che lanciò alcune proposte per mobilitare l’opinione pubblica. Proposte che la passata amministrazione di Centro sinistra decise di non accettare. A distanza di anni fu un errore clamoroso di valutazione. O forse c’erano altre ragioni politiche.

Ci racconta cosa accadde all’interno della maggioranza che governava Ladispoli?

“Nel 2015 – afferma Fargnoli – proposi una mobilitazione cittadina per manifestare il nostro dissenso riguardo lo scippo idrico, che formalmente già era in atto. Scrissi anche che il presidente regionale Zingaretti ci ignorò, venni criticato da qualche potente di Sinistra per averlo coinvolto. Si preferirono infatti solo le vie formali e istituzionali, ignorando il potere mediatico che la Piazza avrebbe potuto esprimere. Insomma mezze misure da parte della Giunta Paliotta e di tutti i partiti della Sinistra di Ladispoli che non servirono a nulla”.

Che dire? Quando qualche esponente della Sinistra di Ladispoli accusa L’Ortica di non conoscere i fatti forse dovrebbe prima ricordare cosa hanno fatto, anzi non hanno fatto nel caso specifico della difesa dell’acqua pubblica, il Partito democratico insieme ai suoi alleati progressisti. Forse se 4 anni fa l’amministrazione avesse portato migliaia di persone in piazza a manifestare per l’acqua pubblica le cose sarebbero potute cambiare. O non si poteva disturbare il manovratore della Pisana?