Palude Torre Flavia, il progetto di accerchiamento va avanti

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distributore
pericolo apertura distributore presso Palude di Torre Flavia

Il gestore Corrado Battisti: «Siamo preoccupati per il futuro della nostra oasi»

«Siamo molto preoccupati, la questione si sta facendo seria». E se esce allo scoperto anche il gestore dell’oasi protetta, Corrado Battisti, c’è da giurarci che i privati andranno fino in fondo (la società Pa.Ma. Srl) per cercare di dar vita al loro progetto definito da sempre «sciagurato» per chi ha a cuore le sorti dell’ambiente. Magari con l’appoggio delle istituzioni sovracomunali. Anche se, sul versante cerveterano, bisogna tenere a mente anche il piano del glamping votato dalla giunta Gubetti e poi anche i mega concerti in spiaggia, segno che poi anche localmente non è che si adottino poi tante precauzioni per tutelare il monumento naturale. Intanto preoccupa l’avanzamento dell’iter del distributore di benzina o gpl e di colonnine elettriche praticamente accanto alla palude di Torre Flavia. Alcuni mesi fa era arrivata una sorta di bocciatura sul progetto presentato dai privati dopo la frenata della Regione. E la Direzione Regionale Ambiente, nello specifico l’Area di Protezione e Gestione della Biodiversità, si era pronunciata sul caso chiedendo il coinvolgimento nella Conferenza dei servizi anche dell’ente gestore del monumento naturale, quindi anche di Città Metropolitana bypassata nella fase della proposta.

Lo stesso responsabile del sito, che lavora per Città Metropolitana, ora è preoccupato. «A quanto sappiamo – prosegue Corrado Battisti – i soggetti privati hanno riformulato tutte le relazioni tecniche per tentare il passaggio in Regione, e credo che a questo punto potrebbe passare. Sono stati modificati alcuni punti, come la riduzione della luminosità, ma il disturbo sarà potentissimo e poi magari questi accorgimenti non ci saranno in corso d’opera».

Ma chi è pronto alla battaglia? E la Sovrintendenza, Ente che dovrebbe tutelare la costa, cosa dirà? I Beni archeologici e paesaggistici dovrebbero avere un occhio di riguardo per le zone a protezione speciale, come l’oasi? «Intanto attiveremo le associazioni locali – conclude Battisti – sarebbe grave alterare quel tratto di paesaggio attenzionato anche dalla Rai e da Linea Blu. Sarebbe un disturbo per l’oasi. Cercherò di interfacciarmi con l’amministrazione comunale».

Il monumento naturalistico che attraversa i comuni di Cerveteri e Ladispoli in teoria sarebbe protetto non solo dagli enti sovracomunali ma anche dalla Comunità europea in riferimento, ad esempio, agli uccelli selvatici e migratori la cui presenza «costituisce la rete ecologica europea formata da siti d’importanza comunitaria e zone di protezione speciale», aveva ribadito la stessa la Direzione regionale ambientale. Lo studio di incidenza da trasmettere alla Conferenza si legge nel documento – deve essere redatto da una figura tecnica con competenze in campo faunistico per affrontare in modo approfondito il tema dei potenziali impatti di tipo indiretto: sottrazione di habitat di specie e perturbazione».

In questi giorni si è fatto sentire il Gruppo d’Intervento Giuridico su Torre Flavia rimarcando come Torre Flavia sia «un sistema paesistico agro-ambientale di grandissimo interesse per la biodiversità, luogo di sosta, nidificazione e svernamento di oltre 230 specie di uccelli». D’altronde l’area della Palude di Torre Flavia è una Zona di Protezione Speciale e fa parte della Rete Natura 2000 individuata dal Ministero dell’Ambiente. Il sito è stato anche oggetto, in passato, di studi archeologici per le emergenze individuate e documentate da Flavio Enei, direttore del Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa.

Eppure i privati non mollano la presa proprio come avvenuto nel 2020 quando dagli stessi uffici regionali era stata certificata la prima bocciatura: il «parere negativo» alla società Pa.Ma Srl sul primo progetto. Gli imprenditori avrebbero voluto costruire su 5mila mq di superficie impermeabilizzata, una pensilina per gli erogatori di carburante, un fabbricato per ristoro e servizi, parcheggi, un’area lavaggio per autoveicoli e tanto altro ancora. Tutto troppo vicino alla palude, a soli 100 metri dal confine della Zps Torre Flavia.