Noi ci preoccupiamo del 5G ed i cinesi stanno già realizzando il 6G

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Mentre una cospicua fascia di popolazione continua a chiudere a livello mondiale maggiori ed approfonditi chiarimenti sulle eventuali conseguenze sulla salute degli essere umani e sull’ambiente da parte della tecnologia 5G, sovente non ottenendo risposte, c’è già chi sta lavorando al 6G. Avete letto bene, in Cina si stanno investendo mastodontiche risorse per sperimentare e rendere operativa entro due lustri futura la futura generazione di reti per le telecomunicazioni, il cosiddetto 6G. In pratica, mentre la corsa per il 5G è agli albori, nessuno offre risposte concrete sull’impatto per salute ed ambiente e non ci sono ancora concrete implementazioni, ingegneri e aziende in Cina stanno intensificando gli sforzi nella ricerca in ambito 6G, lavorando allo sviluppo di nuove tecnologie di trasmissione. E non sono illazioni di stampa, la conferma è arrivata dalla Southeast University di Nanjing che ha annunciato come le tecnologie wireless di sesta generazione inizieranno a far parte della vita quotidiana degli utenti cinesi nel 2030, cioè con tutta probabilità ancor prima che il 5G possa essere capillarmente reso disponibile in tutte le parti del mondo. E’ una notizia che deve far riflettere a fondo, tra Cina e Stati Uniti è iniziata una corsa sfrenata verso la nuova generazione delle trasmissioni, è sufficiente ricordare come Pechino abbia speso 24 miliardi di dollari in più dell’America in infrastrutture di comunicazione wireless per comprendere quanto sia grande questa torta.  La Cina avrebbe costruito una massiccia rete nazionale di 350.000 nuovi siti di telefonia cellulare a torre contro i 30 mila degli Stati Uniti. C’è da avere paura, i  primi test del 6G partiranno, chissà dove e chissà come, nel 2020 con l’obiettivo di stabilire una serie di definizioni e standard. Ma non è tutto. Secondo quanto trapelato, il sistema di trasmissione 6G, oltre ad estendere la copertura a quote più elevate,  permetterà anche la comunicazione sott’acqua, facoltà non concessa dal 5G. Sì, avete letto bene, dopo aver riempito la terraferma di onde elettromagnetiche, qualcuno ha intenzione di avviare i collegamenti wireless anche sotto le acque del mare e dei laghi.

Che altro aggiungere? A noi viene in mente solo l’orchestrina del Titanic che continuava a suonare mentre la nave andava contro l’iceberg. Per affondare.