L’EROSIONE RISCHIA DI CANCELLARE LA STORIA DI PALO

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SPUNTANO FUORI ALTRI RESTI DELL’ANTICA ROMA SOTTO ALLA SPIAGGIA DI LADISPOLI. LE ONDE HANNO DIVORATO UN’ALTRA PARTE DI DUNE MEDITERRANEE CHE NASCONDEREBBERO LE TRACCE DELLA CIVILTÀ ALL’EPOCA IMPERIALE. LA SOVRINTENDENZA:“BISOGNA FARE PRESTO PER SALVARE I TESORI DI LADISPOLI”.

Il rischio è che i tesori nascosti di Ladispoli finiscano per essere demoliti dalle onde. E’ bastato l’ultimo ritrovamento di uno scheletro a far suonare l’allarme nella zona sud di Ladispoli, a Palo Laziale. Proprio dove in passato erano emerse già delle scoperte sensazionali sotto alla sabbia.

In questo caso, dopo un sopralluogo dei volontari della Protezione civile, dell’archeologa Annalisa Burattini e della Capitaneria di porto di Ladispoli, pare che le ossa riaffiorate appartengano ad un cavallo. E, considerata anche la vicinanza di una Tomba, non è da escludere ci possano essere anche altri scheletri, magari chissà, il defunto padrone dell’animale. L’aspetto affascinante è che sotto le dune mediterranee di Palo si nasconda proprio una necropoli romana. Solo che l’erosione continua inesorabilmente, oltre che ad inghiottire le superfici gestite dagli operatori balneari, a rosicchiare le spiagge libere e la stessa duna che ha subito un parziale crollo la scorsa settimana. Le sepolture sarebbero così ormai in balia delle onde che sono sempre più vicine e rischiano perciò di danneggiare i resti antichi trascinando via, chissà dove sul litorale, teschi, mandibole e costole degli scheletri in un’area dove sono presenti Tombe a Cappuccina. Un’ampia fetta della parete di falesia sottostante la stradina che porta al Castello Odescalchi e a Marina San Nicola non è stata risparmiata dalla furia del mare.

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Il precedente. Non è la prima volta che Ladispoli si trova a fare i conti con la storia. In piena estate, nell’agosto del 2017, nello stesso punto, nei pressi del bunker risalente al periodo post bellico, era riaffiorato un altro scheletro, quello sì di un defunto, a pochi metri da chi prendeva tranquillamente il sole sul suo asciugamano. Il giorno seguente un bagnante si era accorto che il reperto non stava più al suo posto dando subito l’allarme a chi di dovere. Carabinieri, guardia costiera e delegati comunali, in stretto contatto con la Sovrintendenza, intervennero per delimitare l’area scoprendo che i turisti si erano portati via la mandibola come souvenir. La spiaggia di Palo diventò una specie di set cinematografico registrando un via vai incessante di villeggianti con centinaia di curiosi pronti all’immancabile selfie con alle spalle l’antico romano senza la sua parte della sua ossatura compresi i denti.

Ora è una corsa contro il tempo. C’è il rischio concreto che se non si corra ai ripari non sarà più possibile attraversare a piedi questo tratto di costa per raggiungere la frazione di San Nicola. I fondi regionali, circa 6 milioni, non arriveranno prima del 2021 e non è chiaro se parte dei finanziamenti vengano impiegati per il lato sud di Ladispoli.

Parlano gli esperti. “Per quanto riguarda le ossa rinvenute – precisa Rossella Zaccagnini, funzionario della Sovrintendenza del Lazio e dell’Etruria Meridionale – le faremo analizzare. Sono molto grandi perciò non dovrebbero essere umane. Sul problema dell’erosione sarebbe necessario uno studio urgente tra ingegneri naturalistici, marini e idraulici per capire le correnti marine e stabilire quali azioni andrebbero prese per salvare questa affascinante e storica parte di costa del litorale romano che riserva sempre delle sorprese”. Solo un sogno nel cassetto allo stato attuale la possibilità di recuperare tutti i segreti dell’antica civiltà romana ancora non conosciuti. “Reperti da esplorare e da portare alla luce – commenta Rossella Zaccagnini – ma non a fasi alterne o quando c’è da scavare per estrarre uno scheletro prima che se lo porti via il mare. Sarebbe auspicabile lavorare stabilmente su un quadro dell’antichità ben definito. Anni fa a largo di Ladispoli un peschereccio recuperò più di un dolio di epoca romana che ora si trova a Fiumicino”.