ARTISTI E VIP CONTRO IL 5G

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MONDO DELLO SPETTACOLO E CANTANTI MOBILITATI CONTRO IL WIRELESS DI QUINTA GENERAZIONE. ROMINA POWER: “UN ATTENTATO CONTRO L’UMANITÀ”. MIGUEL BOSÈ: “SONO CONTRO IL 5G PER GLI EFFETTISULLA SALUTE”. RAZ DEGAN: “PRECAUZIONE COL VIRUS MA NON COL 5G, MANCA SOLO IL CHIP DENTRO DI NOI”.

di Maurizio Martucci

ll mondo dello spettacolo prende posizione. Vip e cantanti si fanno sentire: anche tra i personaggi pubblici dilaga la denuncia per fermare il 5G. Negli ultimi giorni sui social si sono alternati i pareri di alcune tra le figure più amate non solo in Italia ma a livello internazionale.

ROMINA POWER
La prima ad uscire allo scoperto è stata Romina Power, una carriera sempre sulla cresta dell’onda che non ha certo bisogno di presentazioni: “La natura vincerà sempre!”, ha scritto sul suo profilo Instagram seguito da 140mila followers. Invito “altri personaggi noti, opinion leader e volti dello spettacolo a manifestare la loro opinione sul più grosso e rischioso esperimento a cielo aperto mai condotto nella storia dell’umanità dove tutti, ma proprio tutti, saremo chiamati ad interpretare il ruolo di cavie”. E a seguire, Romina ha lanciato una serie di post, corredati anche dalla copertina del mio libro d’inchiesta sull’elettrosensibilità e i lati oscuri del wireless di quinta generazione: “Il 5G è un attentato contro l’umanità”, ha scritto l’artista, tornata eccezionalmente a cantare insieme al suo ex marito Albano Carrisi nell’ultimo Festival di Sanremo, “è il più grande esperimento biologico. Avrà un impatto negativo sulla salute di tutti. Le frequenze elettromagnetiche sono un attentato alla nostra salute. Il pubblico non è stato consultato. Ne dovremo tutti subire le conseguenze. Danneggia il nostro DNA produce sterilità, cancro e leucemia. Il 5G è l’idea più stupida che conduce a morti premature”.

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MIGUEL BOSÈ
A Romina ha fatto subito seguito Miguel Bosè, show man e cantante, idolo per le ragazzine negli anni ’80, finito pure sull’Isola dei famosi: “sono fortemente contrario all’implementazione del 5G”, ha scritto su Twitter rilanciando la petizione internazionale rivolta all’ONU e all’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo Stop 5G dalla terra e dallo spazio che sinora ha raccolto 210mila firme da 214 paesi nel mondo, una petizione supportata da una valanga di ricerche, test e studi medico-scientifici che attestano in maniera inequivocabile i pericoli se non i gravi danni che l’esposizione a lungo termine delle radiofrequenze può provocare su esseri umani ed ecosistema.

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RAZ DEGAN
Su Facebook si è invece sfogato Raz Degan, attore, regista e personaggio televisivo che ha citato il test sperimentale sugli insetti promosso in Abruzzo nell’ambito Giornata Mondiale Stop 5G organizzata lo scorso Gennaio dall’Alleanza Italiana Stop 5G. “Di controsensi ce ne sono tanti di questi tempi – ha scritto l’ex compagno di Paola Barale -ma per me non è chiara una cosa: da un lato ci mettono in quarantena, per principio di ‘precauzione’contro il virus. Ma poi, dall’altra, ignorando lo stesso principio (che é un indubbio principio scientifico), stanno istallando sempre più antenne 5G.

Il 5G, per chi non lo sapesse, significa “Quinta generazione”, ed è appunto il nuovo sistema che farà funzionare i nostri cellulari: ci darà connessioni così veloci, che non riusciremo neanche a stargli dietro… Ma non ci é dato sapere il prezzo da pagare in termini di salute. Il 5G per funzionare ha bisogno di antenne densamente raggruppate. Lí dove c’era un’antenna adesso ce ne saranno cinque. E queste antenne trasmetteranno con onde elettromagnetiche molto più intense (fino a 60 Ghz). É stato fatto uno studio sugli insetti più resistenti del mondo (le blatte). Immersi in un campo come quello del 5G, hanno smesso di riprodursi, di mangiare e hanno assunto comportamenti anomali, come darsi in pasto ai loro predatori. Le blatte, lo ricordo, resistono alle radiazioni atomiche… sono una specie molto resistente, eppure… sembrano soccombere al 5G. Mi aspetto che siano stati fatti studi sugli esseri umani, prima di metterle in funzione. Ma l’Istituto superiore della sanità ha dichiarato in un suo rapporto del 2019: ‘Una valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia (5G) potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata degli impianti e della loro distribuzione sul territorio’. Ops… il principio di precauzione se n’è andato a farsi benedire. Prima le installiamo e dopo vediamo se fanno male. Strano veramente. Dov’è la task force governativa per proteggerci dal 5G mi chiedo? Sarà forse la stessa? E mi chiedo poi, il fine è sempre quello di salvaguardare il nostro benessere, oppure quello dei grandi gestori di telefonia? La domanda più banale è ‘a qual prezzo dobbiamo passare a una connettività sempre più potente?’ Al prezzo della nostra vita? Così possiamo velocemente scaricarne un’altra, più sofisticata e più obbediente? Manca solo un chip dentro di noi, e così veramente potremmo essere sempre connessi.”