Italiani all’estero: chi si occupa di loro?

0
658
luigi di Maio

Costi molto alti dei biglietti per viaggiare, tempi di attesa lunghi, pratiche di sicurezza poco efficienti.

“Il governo sembra essersi dimenticato dei tanti altri connazionali intrappolati oltreconfine, spesso dall’altra parte del mondo, a causa del coronavirus. Si tratta di studenti, lavoratori, turisti. E sono tantissimi”. Lo racconta Pierluigi Paragone, spesso si tratta di persone che hanno preferito rinunciare, abbattute da un iter burocratico ed economico estenuante, con la Farnesina in tilt, i costi molto alti dei biglietti per viaggiare, tempi di attesa lunghi, pratiche di sicurezza poco efficienti.

Come riportato già da diversi media nazionali, l’Italia pare non aver usufruito degli incentivi finanziari messi a disposizione dall’Unione Europea. Infatti, delle disponibilità comunitarie dell’Upcm (un meccanismo di finanziamenti dell’UE per motivi di protezione civile), l’Italia ne ha sfruttato solo una minuscola parte: su più di 66mila rimpatri nell’Unione Europea, i cittadini italiani sono appena l’1,85 %. L’Unione Europea ha messo a disposizione 75 milioni di euro per supportare economicamente il rimpatrio in Europa dei cittadini comunitari sparsi in tutto il mondo.

Come spiega ultimavoce.it, “è difficile da comprendere il perché l’Italia – che pure sta spingendo molto per ottenere un certo sostegno economico dall’UE – non abbia attivato questa forma di sussidio. E di conseguenza, costringere cittadini italiani a spendere cifre molto alte per farli tornare a casa. In una recente intervista, Di Maio ha detto di aver scelto di non richiedere i soldi a disposizione per evitare il lungo iter burocratico”.