IN COMPAGNIA DI FEDERICO MOCCIA

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federico Moccia

Lo scrittore, regista e sceneggiatore romano Federico Moccia si racconta in riva al mare.

Federico Moccia a Santa Severa per presentare il suo ultimo libro dal titolo Semplicemente Amami, lo incontriamo tra il vento e la magia del Castello parliamo con lui di sentimenti e relazioni, alla scoperta del significato della parola amore.

 

Tutti i tuoi romanzi affrontano il tema dell’amore, è così importante per te? Io credo che l’amore sia importantissimo, Semplicemente Amami, per esempio, è la storia di Tancredi e Sofia, 2 persone che provano un grandissimo senso di colpa. In realtà l’amore è un pretesto per raccontare delle famiglie, come è stato con Tre metri sopra al cielo. Step, Babi, la delusione di un tradimento. Spaccati di vite, di caratteri, dove c’è inevitabilmente l’amore ma non è solo l’amore.

Hai parlato di senso di colpa, in questo caso è un sentimento che arriva dall’esterno, dal moralismo oppure è un fatto personale per Sofia?

Sofia ha un senso di colpa legato al fatto che per un suo capriccio il marito è divenuto paraplegico. Questa cosa non se le mai riuscita a perdonare. Di fronte ad una situazione del genere non riesci più a capire il sentimento che provi per un uomo rispetto al senso di colpa. Cosa ti lega veramente ad una persona. Quando poi incontra Tancredi, che è un uomo molto bello, malgrado resista comprende che lui può essere la soluzione per far guarire suo marito. C’è tutta una storia…

Che non sveliamo! Quella di incontrare inaspettatamente una persona e di restarne attratti è una situazioni che capita comunemente, che mette in crisi. Dunque una storia dal finale imprevedibile.

Si. Ci si può lasciare, si può rinunciare alla tentazione oppure si può convivere con situazioni particolari. Sofia è una persona netta quindi  se sta con una persona sta con lei e basta. Nel momento in cui incontra Tancredi, nonostante io abbia scritto a lungo di lei, ancora non l’ho capita, come capita con le donne. Mi piace pensare che sarebbe stata più netta la sua scelta se non ci fosse stata di mezzo una malattia. Semplicemente Amami permette a Sofia, Tancredi e Andrea di trovare il loro equilibrio in modo da poter scegliere il meglio per le loro vite.

Se ci fosse un film a seguito di questa storia, come ci auguriamo ci sia, il volto di Sofia te lo immagini? Qualcuno leggendo questo libro ha trovato dei riferimenti con la pianista Hèléne Grimaud, che mi piace molto  e sicuramente ha ispirato questo mio personaggio. Sofia è di Ispica, un piccolo paese siciliano, ho pensato a Vittoria Puccini. Ha proprio quei colori quella leggerezza, sarebbe perfetta. Mentre invece Tancredi che è un uomo internazionale addirittura, è giusto sognare in grande, Clive Owen, bruno con gli occhi verdi. Per Andrea, con un ruolo completamente diverso da quello che ha fatto finora forse, Alessandro Gassman.

Federico MocciaNon lo avrei mai detto, perchè proprio lui? Credo sia molto bravo sopratutto quando ha dei ruoli più impegnati, l’ho visto a teatro mi è piaciuto. Nonostante gli hanno fatto fare molta commedia io credo che in lui nei momenti di sofferenza emerge qualcosa di vero, potrebbe essere un Andrea perfetto.

Subentra il pregiudizio, lo standard in cui si confina un personaggio. É successo anche a te di venire etichettato come scrittore solo per adolescenti. Quando poi abbiamo visto che così non è?

In Tre  metri sopra al cielo per esempio, il pregiudizio c’è stato da parte di qualcuno, in Spagna non si sono fatti condizionare dall’idea, sia uomini che donne, 15enni come 50enni. Hanno trovato nelle mie storie tanti spunti che li riguardavano, sopratutto in Semplicemente Amami e L’uomo che non voleva amare i protagonisti sono dei 38enni alle prese con il dolore della vita.

Sei riuscito a creare delle mode, come quella dei lucchetti, con Semplicemente amami quale tendenza ci dobbiamo aspettare? Mi piacerebbe molto un ritorno alla musica classica. Con questo libro ho voluto raccontare la bellezza della musica classica che trovo sia uno strumento che ci permette di sentire i nostri sentimenti. Come se la musica classica ampliasse la nostra capacità di sentire, di essere in sintonia con ciò che ti accade, ciò per cui stai soffrendo e ciò per cui vale la pena di soffrire.

Per il film si partirà dalla colonna sonora. Sarebbe bellissimo perchè credo che un film di questo tipo avrebbe una sua bellezza nell’essere seguito. Seppur non venga ascoltata spesso, la musica classica rapisce, racconta molto.

Spesso leggendo prima il libro il film delude, non da mai le stesse emozioni. Per un regista è difficile arrivare all’anima dello scrittore, ti è mai successo di non riconoscerti, di considerarlo una brutta copia?

Questo non lo dico io, lo dicono i lettori, sopratutto le persone più adulte apprezzano il libro di più, gli da maggiormente ciò che avevano magari vissuto. Le ragazzine leggono ma quello che vedono nel film è un sogno perchè non lo hanno ancora vissuto. Una ragazza mi ha detto: «ho visto 15 volte tre metri sopra il cielo», lei non aveva ancora vissuto la sua prima volta. É soggettivo. Leggendo te lo fai da solo il tuo film ed è difficile che un regista riesca a superare i singoli film dei singoli lettori!

Invitiamo a leggere il libro aspettando di vedere presto gli artisti che hai nominato interpreti della storia, con la tua regia ovviamente. Parlavi di sognare in grande, hai sempre immaginato di diventare uno scrittore? 

Ho sempre amato scrivere, non è qualcosa che volevo raggiungere, scrivevo senza avere un contratto. Il primo libro l’ho pubblicato da solo con i primi guadagni lavorando in TV, un libro che ha avuto successo dopo 12 anni.

L’ho letto ed ho anche pensato “Che fessi!”

Succede, c’è stato un momento in cui pensavano che i giovani non leggessero, invece lo fanno tanto, semmai non leggevano i libri che loro proponevano. Non si sentivano rappresentati. Ho avuto gente che ha letto con me per la prima volta, mi ha reso felice perché leggere è splendido, ti permette di conoscere altri punti di vista.

Il segreto del grande successo di Tre Metri sopra al Cielo è stato il linguaggio? Il linguaggio inteso come racconto di emozioni, della prima volta che ‘stai a tre metri sopra al cielo’ che è qualcosa di unico, la prima volta che ti innamori. Può succedere in qualunque momento, anche da grandi ed è bellissimo!

di Barbara Pignataro