Il nuovo libro di Andrea Camponi “La Garanzia del Pluralismo dell’Informazione nelle Istituzioni regionali. Il caso Lazio”

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Un lavoro d’archivio, una selezione di dati, interviste e documenti raccolti anni fa per una tesi di laurea su La Garanzia del Pluralismo dell’Informazione nelle Istituzioni regionali. Il caso Lazio che, ampliata e portata avanti nel tempo, ha assunto i connotati di una inchiesta giornalistica alla luce di importanti avvenimenti succeduti in circa un decennio, dal 2005 (la Regione Lazio istituisce la Commissione di Vigilanza sul Pluralismo dell’Informazione) sino al 2016, anno in cui il Consiglio regionale del Lazio approva l’importante legge di riforma inerente le ‘Disposizioni di riordino in materia di Informazione e Comunicazione’.

Questo, in sintesi, il libro di Andrea Camponi – edito dal Corecom Lazio, La Garanzia del Pluralismo dell’Informazione nelle Istituzioni regionali. Il caso Lazio sottotitolo: Dalla Commissione di Vigilanza al Testo Unico in materia di Informazione e Comunicazione -, curatore della comunicazione del Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio e direttore del quotidiano on line Corriere del lago, che sarà presentato il 6 maggio prossimo alle 15, nella sede del Consiglio regionale del Lazio in Via della Pisana 1301.

Come spiega nell’introduzione il Presidente del Consiglio regionale del Lazio -oggi vice presidente della Giunta regionale -Daniele Leodori, Il caso Lazio, cui si fa riferimento nel titolo, è l’argomento principale affrontato. La Regione Lazio, infatti, riguardo al tema è virtuosa. Unica tra le Regioni e Province Autonome ad aver istituito, nel luglio 2005, una Commissione di Vigilanza sul Pluralismo dell’Informazione attribuendole il rango di commissione permanente e statutaria, la cui presidenza deve essere attribuita ad un consigliere dell’opposizione.

Interessante, attraverso numerose interviste, è la spiegazione di come si giunse alla decisione di istituire la Commissione, i rapporti di raccordo e confronto con il Corecom Lazio (Comitato regionale per la Comunicazione), la differenza con la Commissione di Vigilanza Parlamentare sulla Rai riguardo compiti e attribuzioni e la mancanza di poteri ispettivi; i pareri e le proposte avanzate per riformare sia la Commissione sia il Corecom (come poi per quest’ultimo è effettivamente avvenuto nel 2016, a circa diciotto anni di distanza dal varo dell’ultima legge in materia) con l’approvazione del Testo Unico sopra citato.

Corecom che qui è affrontato in modo accurato ricostruendo le tappe della sua istituzione nata dalle ceneri dei Corerat (Comitati regionali per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi radiotelevisivi), ed i progressivi sviluppi con l’attribuzione di maggiore autonomia e nuove funzioni da parte dell’Agcom e dalla successiva riforma normativa. E a proposito del Testo Unico, è puntuale la ricostruzione temporale che ha portato alla sua approvazione avvenuta a circa un decennio dalla presentazione della prima proposta di legge.

Rilievo considerevole è stato dato all’introduzione in Italia, nel 2008, del digitale terrestre in luogo del vecchio sistema analogico, che segnò, per diverse ragioni qui ben spiegate, un cambiamento importante del mondo della comunicazione. Già allora si riteneva necessaria una legge di “principi fondamentali” in grado di anticipare e disciplinare gli aspetti tecnologici, economici e sociali correlati allo sviluppo dei mezzi di comunicazione. Il Testo Unico poi, varato nel 2016 dal Consiglio regionale – oltre ad una profonda riforma del Corecom e alla ridefinizione dei compiti della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo in ambito regionale (Rai), e quelli della stessa Commissione regionale di Vigilanza sul Pluralismo dell’Informazione, nonché a nuove norme per l’informazione e la comunicazione -, metterà in campo i provvedimenti e gli investimenti volti a sconfiggere questa crisi con interventi a favore dell’editoria, delle emittenti radiotelevisive e delle testate on line locali, della distribuzione locale e dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica e del sistema integrato delle comunicazioni di pubblica utilità.

Tutto questo rende più chiaro il caso meritorio del Lazio – il caso Lazio, appunto – che, in un momento di grave crisi di valori che investe la politica, rappresenta una positività.

Per richiedere copia gratuita del testo scrivere a: tecnicoocg@regione.lazio.it