Il dolore addominale epigastrico: un’insidia per il medico

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dolore addominale epigastrico

Il dolore addominale epigastrico: un’insidia per il medico

A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Il dolore addominale è quello che, alquanto sarcasticamente, è stato definito “la tomba del medico”, vale a dire un tema clinico in cui è facile per il sanitario vacillare, confondersi, sbagliare. Inizio con due esempi classici pertinenti.

La gastralgia (dolore alla bocca dello stomaco sotto l’apofisi xifoidea dello sterno). Non è affatto raro, specie nei bambini, che l’appendicite inizi con questo tipo di dolore che viene scambiato per un banale “mal di stomaco” a “imbarazzo gastrico”. Dopo diverse ore ecco che l’infiammazione dell’appendice vermiforme del colon esordisce con un violento dolore a livello della fossa iliaca destra con segni semiologici classici di Mac Burney, Lanz, Rosving…

Se non si esegue una visita accurata per scoprire un’eventuale appendicite retro colica (facendo distendere il paziente sul fianco sinistro e comprimendo la zona appendicolare) si rischia la perforazione con peritonite, talora, anche fatale se non diagnosticata in tempi rapidi. La seconda patologia, sempre molto severa, e anche essa potenzialmente letale, è l’infarto del miocardio inferiore.

Qui non vi è il classico dolore retrosternale compressivo anginoso che dura più di mezzora con sovente irradiazione al collo e lungo l’arto superiore sinistro. Quando viene colpito il miocardio inferiore, per occlusione coronarica, i sintomi sono quelli di una gastralgia magari più intensa, con sudorazione e anche vomito. Se lo si confonde con un imbarazzo gastrico somministrandogli un antiematico (es plasil per via intramuscolare) “ci giochiamo il paziente”. Di infarto, non dimentichiamoci, si può morire. Talora mi sono imbattuto in infarti devastanti “a tutto spessore” che portavano a morte il paziente in tempi rapidissimi, tali da non permetter alcun trattamento medico. Uno di questi riguardò un noto personaggio di Ladispoli, abitanti in una villetta di via Bari, nel 1980.

Lo ricordo bene perché fu un mese prima delle elezioni comunali in cui mi presentai e fui eletto col maggior numero di preferenze dietro il capolista. Ma torniamo sul tema. Un dolore allo stomaco può anche essere dovuto a ulcera gastrica (oggi in verità assai rara) e più spesso duodenale, reflusso gastroesofageo (ora molto frequente, associato ad iperacidità “fino alla gola” e talora tosse secca notturna) e, “dulcis in fundus”, anche ad una colecistite acuta. Non sono certo pochi i casi in cui, in quest’ultima patologia (epatica) il dolore esordisce alla “bocca della stomaco” e non a livello dell’ipocondrio destro (sotto l’emiarcata cortale destra). Come fare diagnosi? Cercando il segno di Murphy (dolore spingendo in profondità le dita sulla sede colecistica). Anche qui “casca l’asino”. Se si sbaglia diagnosi la colecisti, che spesso è litiasica perché contiene uno o più calcoli, può perforarsi e darci anche lei una grave (e talora fatale) peritonite acuta. Ho voluto citare solo i primi tre esempi che mi sono venuti in mente in cui l’addome può diventare veramente “la tomba del medico”.

Ho scritto l’articolo “di getto”, senza consultare testi, basandomi sulla mia 45ennale esperienza clinica di medico di prima linea (come piace dire a me “di frontiera”) ispirandomi al doc del far-west e al nostramo medico condotto. Altro che sbiadite e anacronistiche figure di sanitari d’altri tempi. Quelli erano medici veri, grondanti di esperienza empirica, di grande umanità, empatia con il paziente e la sua famiglia. Erano professionisti altamente rispettati (“il signor dottore”) al pari delle autorità politiche (sindaco), religiose (parroco) e di polizia (maresciallo dei carabinieri). Sullo stesso livello vi era anche il farmacista. Qui a Ladispoli un eroe in tutti i sensi è stato Luigi De Michelis a cui giustamente è stato dedicato una piazza (zona Messico). Perdonatemi se, per la seconda volta, sono “andato fuori strada”, ma certi “sentieri campestri” sono talvolta più sicuri e illuminati di certi manti stradali “pieni di buche”. Riprendo per l’ultima volta il percorso in questo tragitto “a volo d’angelo” sul dolore addominale epigastrico.

Questo sintomo (ma dietro il segnale c’è una patologia da scoprire) ha varie sfaccettature perché notevoli sono le variazioni individuali. Il medico può accertare la rilevanza di tale disturbo solo mediante un’anamnesi accurata ed un esame obiettivo approfondito. Capirete che è un argomento non affatto facile. Un quanto esempio che mi viene ora in mente riguardo al dolore epigastrico, di cui mi sono occupato, è la pancreatite acuta (altra patologia spesso letale). Il paziente con un violento ed improvviso dolore allo stomaco (o al dorso) si piega in due in avanti (posizione di Blakemore). La medicina è un’arte che va coltivata ogni giorno come l’agricoltore fa con il suo campo.